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Attali d'Italie PDF Stampa E-mail

26 gennaio 2008

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Oggi l'organo ufficiale del pensiero unico liberista, il Corriere della Sera, metteva in primo piano le proposte di riforma della commissione guidata da Jacques Attali, nominato dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Attali viene dalla sinistra, di quella sinistra che con la destra fa a gara a compiacere i poteri forti - il vero Potere nel mondo globalizzato. Solita solfa, quindi: risanamento finanziario, taglio a spese sociali, maggiore flessibilità (leggi: precarietà), lavorare di più per guadagnare di meno e via così, in omaggio ai voleri dei signori dell'economia.
Qualche pagina più in là, il padroncino del Corriere e vate del capitalismo nazionale, Luca Cordero di Montezemolo, fa sapere che la grande industria vede bene un governo delle "riforme".
Nel frattempo, in queste ore di consultazioni al Quirinale, fra i nomi che circolano per succedere a Prodi, oltre al presidente della Camera, Marini, e ad altri (Dini, Padoa Schioppa, lo stesso Montezemolo), fa capolino anche quello di Mario Draghi, il capo di Bankitalia, filiale del potere numero uno in Europa, la Bce.
Bene. Anzi, male. Malissimo. Chi tira i fili della politica italiana si muove per stringere sempre di più nella sua morsa quest'Italia dove il popolo non conta una cicca.
Male, quindi. Anzi no, bene. Perchè ci sarebbe solo da applaudire se il governo, la facciata istituzionale, venisse affidato a un Montezemolo, o a un Dini (uomo del Fmi), o a un Padoa Schioppa (ex Bce), o a un Draghi (ex socio Goldman Sachs, ex funzionario del Tesoro, liquidatore con Ciampi dell'industria pubblica negli anni '90, artefice massimo della svendita dello Stato alla finanza). Perchè almeno si darebbe un bel taglio all'ipocrisia della destra e della sinistra. Il Corriere di oggi si chiedeva: chi è il nostro Attali? Ce lo chiediamo anche noi. (a.m.)

 
Fare branco PDF Stampa E-mail

25 gennaio 2008

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"Eh, finalmente è caduto, Mortadella!". "Se si va a votare ci ritroviamo col nano di Arcore...". Commenti di gente comune mentre stamane acquistavo la mia mazzetta di giornali. Io: attonito, col sorriso a mezza bocca. E l'amarezza nel cuore.
Pensandola come il buon Marco Cedolin (leggetevi il pezzo a sua firma negli Articoli Ribelli, "Destrasinistra"), alla notizia della caduta di Prodi in Senato vengo colto da indifferenza olimpica. E' crollato sulla spartitocrazia di Ceppaloni. No, è finito perchè a Ceppaloni si teme una legge elettorale taglia-partitini. S'è liquefatto per la lotta interna col Pd di Veltroni. No, è andato in pezzi per l'assedio congiunto Confindustria-Vaticano-Fondo Monetario Internazionale. Tutto vero. Ma questo tutto non basta.
Caduto un governo se ne fa un altro. Non migliore o peggiore: semplicemente un altro. Che dovrà ingegnare nuovi modi per far credere al popolo di sudditi nonpensanti che "o crescita economica, o morte". Che dovrà spianare la strada alle "riforme", termine ingannevolmente neutro per dire "Stato più efficiente nel corrispondere agli interessi delle grandi concentrazioni economico-bancarie". Che dovrà sbrigare tutte quelle faccende di bottega che servono ai partitocrati per continuare a stare incollati alla sedia (leggi: riforma elettorale).
Il Potere non ha colore. Perchè non ne ha la Grande Truffa di una Repubblica feudale in cui il popolo è sovrano solo sulla Carta (costituzionale). O meglio, un colore ce l'ha: il colore dei soldi.
E la vita continua, per noi che alla cronache da Basso Impero che il palazzo ci regala coi suoi media allineati rispondiamo con fastidio e ribrezzo. Ma anche masticando amaro, sì. Perchè i sudditi, defraudati, presi in giro, ridotti a massa di manovra per politici burattini del Mercato, schiavi di un debito pubblico maneggiato come il più odioso ricatto mai inventato dal Potere, rintronati dalle armi di distrazione di massa - i sudditi non si ribellano.
E non lo fanno anche e soprattutto perchè a non farlo sono i movimenti che alla ribellione incitano, ma senza muovere un dito. Ognuno coltiva il suo orticello, limitandosi a parlarsi addosso, ciascuno chiuso nella propria nicchia narcisistica. Massimo Fini, intervistato poco tempo fa su questo blog, l'ha detto chiaro: basta con settarismi e personalismi. Si metta da parte ciò che divide e si dia forza a ciò che unisce. L'azione politica si fa badando al sodo e dando una priorità di ferro all'obbiettivo centrale: abbattere il sistema. E tutto ciò che diffonde dissenso, critica, indignazione e ribellione e che può ritrovarsi in un minimo comun denominatore - la riconquista della dignità di uomini e di cittadini - non va disperso in uno stolido abbaiare alla luna di lupi solitari. Bisogna fare branco.

Alessio Mannino

 
Comunisti rosč PDF Stampa E-mail

24 gennaio 2008

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Oltre un anno e mezzo di governo di centro-sinistra in un paese dell’Europa Occidentale, due partiti comunisti all’interno della coalizione...
Il paradiso del lavoratore salariato, la condanna del sistema capitalistico, l’inferno delle forze reazionarie, il “de profundis” della Chiesa romana, il corto circuito dell’alleanza atlantica, la nazionalizzazione delle “miniere di carbone”, la dura legge del piano quinquennale?
Discendiamo negli inferi del socialismo reale:
Fioroni rilegge la “Riforma Moratti” alla bolscevica: piu’ soldi alle scuole private...
Finanziaria Uno ad opera del nostro agente all’Avana per conto della BCE, Padoa Schioppa: tassati ceti medio-bassi, ceti bassi a marcire nell’indigenza;
Risparmi su scuola pubblica, riduzioni spese correnti a enti di ricerca e università.
Liberalizzazioni Bersani, il ministro dal “coito interrotto”: tutte evaporate un attimo prima.
Ici e Vaticano: graziati, per intercessione da oltre cortina.
Cuneo fiscale: 2/3 all’"odiato” padronato, con preferenza per i “portatori sani di contratto a termine”,  1/3 ai “contributi familiari” “erga omnes”, famiglia di Arcore compresa...
Primo tesoretto: ai lavoratori salariati? Troppo tardi, è passato l’esattore della Bce, Padoa Schioppa..
Spese militari: incremento del 13%.
Internazionalismo rosè, Afghanistan, Libano e il nuovo caccia militare Starfighter: in mancanza di Antonov...
“Grandi” opere: Mose e Tav. A che pagina erano del programma elettorale?
Base Vicenza: schizofrenia, continuità col governo Berlusconi, discontinuità col governo Berlusconi, rosso e nero che si confondono. Il voto “trappola"...
I comunisti rosè abbozzano, ancora una volta e si eclissano,non pervenuti, in piazza, nel dicembre 2006.
Privatizzazioni: reti idriche, Fincantieri, non si doveva nazionalizzare tutto, modello Chavez? Errata corrige, modello Brunetta...
Oligarchi e scalate: l’Opa alla BNL lasciva, che Consorte sussurra all’orecchio di Fassino: comunisti rosè non pervenuti.
Italia, patria di inceneritori e rigassificatori, “eco” cattedrali nel deserto del comunismo rosè, finanziati dai sudditi italiani.
Riforma Biagi: intatta, salari italiani, i piu’ miseri in Europa Occidentale, in compagnia di Portoghesi e Greci.
Legge sul conflitto di interessi: intatta, ”ciccia “ per la prossima campagna elettorale. Roma non è sta fatta in un giorno, del resto.
Legge Bossi-Fini: idem come sopra
Truffa del Tfr e Cgil: le primarie farsa, versione rosè e i sindacalisti “geneticamente modificati”
Dulcis in fundo:
Finanziaria DUE: fondi per le forze armate, spese militari, scuole private.
Tesoretto DUE: ai fanti e ai banchieri della Bce, così parlò l’esattore Padoa Schioppa.
Decreto Sicurezza ad opera di Giuliano “Scelba” Amato: i comunisti rosè frignano un po’, poi salta tutto, mancava un punto e virgola, deo gratias..
Mastella e famiglia perseguitati dalle toghe rosse: Giordano del Prc, redento dal marxismo leninismo, recita il mea culpa , offre solidarietà ed alibi..
Non male, per un governo “ostaggio” dei comunisti rosè…

Mauro Maggiora
 
La crisi del Gattopardo PDF Stampa E-mail

22 gennaio 2008

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Il governicchio Prodi è agli sgoccioli. O forse no. L'uscita dalla maggioranza del partitocrate di Ceppaloni e del suo partito-famiglia Udeur è l'ennesimo scricchiolio di un centrosinistra tenuto su con lo sputo (e con la fame di potere clientelare). Prodi e la sua compagine brancaleonesca stanno ormai sulle scatole un po' a tutti: a Confindustria che vedrebbe meglio una Grande Ammucchiata ("governo delle riforme"); al Vaticano, che orfano della Dc (che almeno lo rintuzzava, vecchia cara Dc) parla - e non a torto, anche se pro domo sua - di Italia in declino; e soprattutto agli italiani, che fra mutui da pagare, salari ridicoli, soldi pubblici depredati e inflazione da euro-truffa devono combattere quotidianamente per la sopravvivenza. Gli sono rimaste amiche le banche, all'uomo della banche Prodi. Ma ci pensa lo scalpitante Veltroni a succedere nelle loro grazie.
Se pare assurdo e macchettistico che il governo di un Paese cada perchè un ministro scambia un'inchiesta penale con il pretesto per alzare il proprio prezzo sul mercato politico, possiamo tranquillamente affermare che un altro inquilino a Palazzo Chigi non cambierà di una virgola lo stato comatoso di questa Repubblica fondata sulle lobby. Lo spettacolino sulle bozze di legge elettorale messo in piedi dal teatrino romano e il referendum alle porte per un nuovo imbroglio della "rappresentanza" lo confermano: questi qui pensano solo a stare a galla, loro, i loro famigli e i loro padroni.
Cade un governo ma l'Italia non cambia. Come sempre.

Alessio Mannino

 
Leggi ad castam PDF Stampa E-mail

21 gennaio 2008

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Uh che strano. Le cronache politiche di questi giorni dicono che la legge elettorale non si farà. Non c'è l'accordo.
Uh che strano, quasi tutti i commentatori politici l'avevano previsto.
Uh, che strano. L'agenda politica in questi ultimi mesi, nonostante tutti sapessero dell'imminente referendum, è stata comunque incardinata sul Vassallum, sul Biancum, sul Casinum e sul Lettium.
Uh che strano, per tutelare una legge elettorale che mai si sarebbe votata, una porzione consistente del centrosinistra ha nuovamente fatto capire
che la legge sul conflitto di interessi non si farà. Rete 4, nonostante la sentenza della Consulta, non finisce sul satellite. L'inciucio è stato riconfermato.
Quello che non è per niente strano è che legge elettorale è l'ultima trovata per travisare e occultare i reali problemi del Paese, grazie al passamontagna logoro della finta lotta tra destra e sinistra. I media inondati di dichiarazioni su sbarramenti, premi di maggioranza e astruserie della peggior politica autoreferenziale e onanistica sono il segno tangibile che la gente viene presa per il culo. Si parla delle cose di lorsignori, i problemi dei cittadini vengono dopo.
Eh, i problemi dei cittadini. L'Istat dice che il 50% delle famiglie ormai vive con meno di 1900 euro al mese. La partitocrazia continua ad imperversare. I Mastella insegnano. La Confindustria vomita sentenze in nome del libero mercato e della flessibilità mentre il Sole 24 Ore, il giornale di Confindustria, il tempio del libero mercato italiano, si cucca dallo Stato 20 milioni di euro all'anno.
Io però sono stufo. La gente non protesta. Anche i miserabili, gli sfruttati, le vittime del sistema mi cominciano a stare sulle balle. Mi piacerebbe che reagissero. Mi andrebbe bene anche un po' di sana violenza.

Marco Milioni

 
Vietato vietare PDF Stampa E-mail

20 gennaio 2008

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Abbiamo atteso che il caso si sgonfiasse. Ora ne scriviamo ma solo per ribadire un concetto semplice semplice: non vogliamo farci impastoiare nello scontro tutto fumogeno fra guelfi e ghibellini, fra clericali in avanzato stato di ipocrisia e laici ad alto tasso di intolleranza. Perciò, che il Papa non abbia parlato alla Sapienza di Roma è un fatto su cui la nostra opinione è cristallina ma al tempo stesso scevra da ogni eccitazione barricadera: poteva e doveva benissimo tenere la sua lezione, il pontefice, e i suoi contestatori potevano e dovevano benissimo, se credevano, contestarlo. Non gli è stato impedito alcunchè, la sua è stata una scelta di opportunità politica - una mossa da maestro, visto che come risultato ha ottenuto di far passare i docenti e gli studenti antipapisti come attentatori della libertà di espressione. Stupidi pappagalli di una laicità intesa come pregiudizio ed esclusione: questo sono gli Asor Rosa e i professori che temevano che Ratzinger parlasse di aborto. E allora? Anche quando lo avesse fatto? Il Papa e la Chiesa intervengono sempre più sfacciatamente nella vita politica italiana - replicano i ghibellini. Vero. E anche noi siamo contrari a questa Chiesa-lobby, a questa Cei-partito. Ma le intrusioni e l'onnipresenza non si combattono chiedendo divieti: così ci si mette sullo stesso piano di chi, dall'altra parte, vuole imporre a tutti i divieti di una fede che di tutti non è. Vietato vietare era uno slogan giovanile di questi sessantottini oggi canuti e inaciditi. Ma si sa, a una certa età la memoria perde colpi... (a.m.)

Ecco perchè Galileo, pur avendo ragione, aveva torto
Dai e ridai un gruppo di docenti e di studenti che si professano laici è riuscito a costringere Benedetto XVI, invitato dal Rettore, a rinunciare ad inaugurare, con una sua prolusione, l'anno accademico alla Sapienza di Roma. Non mi interessa qui sottolineare - perchè è stato fatto da altri e sul nostro giornale da Edoardo Pittalis - la contraddizione di chi si dice laico e tollerante e poi vuole impedire di parlare a una persona, non importa se autorevole o meno, perchè ritenuta intollerante, mettendosi così sul suo stesso piano. Infatti una delle contestazioni mosse a Benedetto XVI da una parte, la più colta, di coloro che non lo hanno voluto alla Sapienza è che Ratzinger, una quindicina di anni fa, quando era ancora cardinale, si pronunciò contro Galileo e a favore del Grande Inquisitore, il cardinal Bellarmino , posizione in seguito molto anacquata dallo stesso Ratzinger e sconfessata da Papa Woytjla che sulla questione recitò il 'mea culpa'.
Ciò che mi interessa, uscendo dalla diatriba sulle reciproche intolleranze attuali, è chiarire perchè, a conti fatti, guardando quella vicenda in prospettiva storica e in senso più profondo, oggi si può dire che Bellarmino ha avuto ragione e Galileo torto e perchè anche un non cattolico, non cristiano, non religioso quale io sono, sta, pur costandomi la cosa un certo sforzo, col primo contro il secondo.
Va da sè che dal punto di vista scientifico Galileo Galilei, uno dei più grandi geni espressi dall'umanità, in campo astronomico, matematico e tecnologico, ha tutte le ragioni dalla sua. Del resto anche Bellarmino , uomo di grande cultura, sapeva benissimo che non era il Sole a girare intorno alla Terra, ma il contrario, come lo sapeva la maggioranza delle elites intellettuali dell'epoca perchè la cosa era nota fin dai tempi di Pitagora e Filolao. E Copernico, un secolo prima, aveva aggiunto nuovi argomenti a questa ipotesi. Galileo - questa era la novità - con le sue ricerche astronomiche ne aveva 'dimostrato' la validità. Bellarmino non chiedeva a Galileo di sospendere i suoi studi, le sue ricerche, i suoi esperimenti e nemmeno di non divulgarli (anche se lo consigliava di pubblicarli in latino e non in italiano, lingua del volgo, perchè il rovesciamento delle collaudate certezze del sistema tolemaico-aristotelico su cui la gente viveva da più di un millennio l'avrebbe mandata in tilt - e lo smarrimento popolare di fronte alla rivoluzione copernicana e galileiana è testimoniata da una bellissima poesia di Jhon Donne, 'Anatomy of the World'), ma di formulare le sue teorie come 'ipotesi e non come 'certezze'. Scrive infatti Bellarmino : "Benissimo detto e non ha pericolo nessuno affermare che, 'supposto' che la Terra si muova e il Sole stia fermo, si 'salvano le apparenze' meglio che con il sistema tradizionale, ma affermare che 'realmente' il Sole stia al centro del mondo e la Terra si muova è cosa pericolosa non solo d'irritar tutti i filosofi e theologi scolastici ma anche di nuocere alla Santa Fede col rendere false le Scritture Sante" (Galileo, 'Le opere', Barbera, 1890-1909, p. 171). In realtà la preoccupazione che muove Bellarmino non è tanto il possibile contrasto con le Sacre Scritture, è ben più profondo. Una conoscenza matematica basata sulle strutture oggettive del mondo eguaglia infatti quella divina (Nel 'Dialogo sui massimi sistemi' Galileo sosterrà proprio questo e sarà ciò che lo perderà). E un uomo che si sente uguale a Dio finisce fatalmente per sostituirlo e per perdere ogni senso del limite. Quel senso del limite che l'uomo greco, per intuizione e sapienza, aveva introiettato naturalmente (molti miti greci parlano il linguaggio del limite, contro l'ubris' il delirio di onnipotenza umano), la Chiesa lo aveva recuperato autoritariamente , attraverso il mito di Dio. E un uomo senza il senso del limite, pensa Bellarmino , diventa pericoloso a se stesso, come si è puntualmente verificato e come oggi cominciano a temere anche molti non credenti, se non altro da quando la Scienza tecnologicamente applicata ha preso a mettere le mani sulla genetica e sulle origini stesse della Vita. Ecco perchè Galileo, pur avendo ragione, ha torto e Bellarmino , pur avendo torto, ha ragione.
Massimo Fini
18 gennaio 2008 Il Gazzettino

Sulla questione del mancato discorso di Papa Ratzinger alla Sapienza, articolo di Corà - molto critico nei confronti della Chiesa - negli Approfondimenti.

 
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