31 dicembre 2007 Siamo un Paesello a sovranità limitata. Dove a reggere i fili della vita nazionale sono non i prestanome della partitocrazia che siede in parlamento, ma il sistema finanziario, coi suoi cortigiani della grande impresa e i poteri forti internazionali (Stati Uniti ed Eurocrazia su tutti). La politica esegue, e i giornalisti stilano le cronache di regime diffondendo la cortina fumogena dello scontro Destra-Sinistra. La televisione, strumento principe della propaganda chiamata "informazione", è il nuovo oppio del popolo. Contro le banche, contro la televisione e i media, contro la politica priva di ogni libertà e autonomia: questi i tre obbiettivi del 2008. A proposito: buon anno! (a.m.) Lamberto Dini, leader dei Liberaldemocratici, preannuncia la sua uscita dal Governo Prodi. Contemporaneamente il Fondo Monetario Internazionale critica, in "via ufficiosa" pare, la legge finanziaria, perché troppo blanda nei riguardi pensionati e i lavoratori. Lamberto Dini, è bene ricordarlo, è stato per vent’anni altissimo funzionario del FMI. Il che fa supporre che siamo davanti a una manovra concertata. Di riflesso il vero punto della questione non è tanto prossima la caduta di Prodi... Quanto la possibile nascita di un governo tecnico, presieduto da Dini e guidato a distanza dal Fondo Monetario Internazionale. Una specie di film già visto ai tempi della caduta del primo governo Berlusconi nel gennaio-febbraio 1995, e sempre con Dini come primo Ministro "tecnico". Tra l'altro non va dimenticato, che l'uomo politico fiorentino è stato senza soluzione di continuità “il” Ministro degli Esteri (1996-2001) del governo di centrosinistra. E probabilmente come "garante" ufficioso del FMI. Il che rivela a distanza di dodici anni un fatto gravissimo: la progressiva perdita di ogni sovranità politica ed economica da parte dell’Italia in favore di un organismo come il FMI, dietro il quale si nasconde un capitalismo legato ai circoli finanziari internazionali e compiacente, tanto per essere chiari, verso il gigantesco complesso militare-industriale statunitense, straripante di ambizioni imperiali. Ecco il vero problema. Nulla di nuovo, si dirà. Certo, ma ora si sta per toccare il fondo. Il che significa, almeno per il futuro, che fin quando i governi rischieranno di cadere per opera di ex funzionari del FMI, per poi finire molto probabilmente nelle mani dei medesimi, non sarà facile definire l’Italia una nazione indipendente. Si tratta di una questione che, per gravità politica, travalica il discrimine tra destra e sinistra. La cui soluzione imporrebbe, per usare il linguaggio sportivo, uno scatto di reni. O per dirla tutta: una autentica riscoperta della dignità nazionale da parte di tutti i politici. Capire, insomma, che di questo passo, l’Italia a prescindere da Prodi e Berlusconi e da volgari beghe interne, rischia di trasformarsi, e definitivamente, in una colonia economica del FMI e, politicamente parlando, degli Usa: una "Repubblica delle Banane". Perciò - ripetiamo - la coincidenza tra la presa di posizione di Dini e le critiche, benché “ufficiose” del Fondo Monetario Internazionale, non è sicuramente casuale. La situazione è molto grave. Pertanto crediamo che l’Italia abbia bisogno di un politico audace e con grandi capacità decisionali, visione e senso della patria, soprattutto nei termini di progressiva riconquista dell’ autonomia economica (pur in un quadro europeo, certo…) Un politico come Chavez? Forse… Ma dove trovarlo? Carlo Gambescia (per gentile concessione dell'autore)
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