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Entropia su cui nulla possiamo PDF Stampa E-mail

8 Novembre 2022

Scrivo queste righe alle undici di sera del 6 novembre,quindi in pieno "braccio di ferro" tra autorità e Ong riguardo la nave "Humanity1" e i migranti rimasti ancora a bordo,consapevole che quando questo pezzo verrà pubblicato forse la situazione si sarà sbloccata in un modo o nell' altro. Comunque evolva la situazione poco importa, perché di "Humanity 1" e di esibizioni muscolari tra governo e Ong ce ne saranno e ne vedremo a iosa in futuro,la soluzione a questa annosa e ipercomplessa questione non si risolverà di certo nelle prossime ore sui moli del porto di Catania. Senza dubbio la questione è molto rilevante e seppur lo spazio tiranno ci costringe a una sintesi stringata per quanto ben argomentata ed analizzata, vale comunque la pena esporre a grandi linee i punti salienti,con la ferma intenzione di non cadere nella solita tifoseria da stadio del teatrino dialettico ed ideologico "destra contro sinistra".

Premessa indispensabile: i flussi migratori sono per l' Italia "un problema" e non "il problema " per antonomasia come un certo circo mediatico e politico vorrebbe farci credere.Focalizzare tutte le energie sullo sbarco o meno di un tot numero di migranti significa gettare fumo negli occhi e nascondere i veri e drammatici problemi del Paese,a partire da una inflazione galoppante e passando per la disoccupazione,la mancanza di prospettive e la crisi esistenziale dei giovani,il problema energetico,il Meridione,le condizioni di lavoro e il precariato e i salari indegni di una nazione che si reputa civile,l' illegalità diffusa e le devianze sociali in rapido sviluppo (anche ridurre l' immigrazione a una questione di ordine pubblico è assurdo, perché il migrante deve sottostare alle leggi italiane e se l' Italia ha una giustizia colabrodo e non sa assicurare la certezza della pena non è certo colpa del migrante). Finita la premessa,veniamo ad alcuni concetti essenziali: Il fenomeno delle migrazioni,antico come l' uomo e ricorrente in varie forme e modi nei cicli o meglio nelle spirali storiche si trova in questa particolare congiuntura e contingenza amplificato in maniera esponenziale e da tempo abbiamo smesso di controllarlo,ci è sfuggito di mano,quindi la tendenza è una entropia sulla quale nulla possiamo. Giacché il sistema-Universo nel quale ci troviamo soggiace alle leggi della fisica e noi siamo un fenomeno interno al sistema stesso,noi stessi soggiacciamo a tali leggi e quindi il caos apparente nel quale siamo sprofondati tenderà da solo a raggiungere uno stato di equilibrio. Fuor dalla fisica e tradotto per il volgo: abbiamo innestato un meccanismo che ormai evolve da solo e solo raggiungerà,per forza delle cose,col tempo,un suo equilibrio tendente all' ordine.Quindi accapigliarsi nel gioco delle tifoserie ultras è la cosa più cretina che si possa fare.Stiamo assistendo a una delle tante dinamiche storiche di caos che troverà essa stessa da sola il suo punto di equilibrio.Pretendere di governare in modo ordinato tali fenomeni complessi equivale alla scenetta di Sant' Agostino sulla spiaggia di Ippona e del suo dialogo col bambino che voleva mettere,in una buca,tutta l' acqua del mare. Ammettiamo pure di poter governare in qualche maniera il fenomeno migratorio. Dovremmo partire da alcuni presupposti chiari ed incontrovertibili quali ad esempio:

1) I migranti per ragioni umanitarie sono in percentuale minori dei migranti per ragioni economiche e soprattutto culturali,gente attratta da una idea distorta dell' Occidente in generale e dell' Europa ed Italia in particolare. 2) Al di là che il migrante sia economico o culturale o profugo di guerra,siamo in pieno inverno demografico.Nel 2021 le anagrafi italiane hanno registrato 399.000 nuovi nati e nei primi mesi del 2022 (lo certifica l' Istat) vi è stato un calo del 14,5% delle nascite rispetto al già scarsissimo e poverissimo 2021. Sempre ammettendo di provare a sforzarsi di governare l' immigrazione con politiche rigorose e allo stesso tempo sensate ed umane resta un deficit di ricambio della popolazione impressionante.Questo deficit non ha tanto cause economiche quanto culturali.Se le cause fossero economiche,politiche di sussidi e di benefit e di bonus ad hoc forse invertirebbero la tendenza; essendo al contrario un fenomeno culturale ,non ci sono bonus o sussidi a pioggia che tengono,i figli o si vogliono davvero fare o non si fanno,sussidi o non sussidi.E un popolo senza figli non ha futuro se non l' estinzione o un assottigliamento. Certamente stiamo notando un piccolo calo della natalità pure nei Paesi cosiddetti "in via di sviluppo" ma si tratta di dinamiche ancora all' inizio e quindi verosimilmente per inerzia ,ancora per qualche decennio,il tasso di natalità sarà a livelli più che soddisfacenti. Facendo il medesimo ragionamento, l' inverno demografico continuerà a lungo in Italia e francamente parlando non si vedono all' orizzonte segnali di una possibile retromarcia. 3) In conclusione,che agli italiani piaccia o meno,gli immigrati servono. Perché non facciamo più figli e non vogliamo farne più, perché siamo un Paese vecchio e stanco,una civiltà gloriosissima certo ma allo stesso tempo troppo piena,sazia,matura,declinante che sta lentamente morendo giorno dopo giorno. La Storia è piena di tali esempi, perché le civiltà come gli uomini nascono,si sviluppano e declinano e muoiono oppure vengono assorbite in un palinsesto da altre e differenti civiltà in un gioco di scambi di saperi e in un transfert che crea,proprio come in un palinsesto,qualcosa di nuovo. Nel senso che perderemo molto ma allo stesso tempo daremo molto e riceveremo.Forse un domani la parola Italia indicherà un qualcosa di nuovo in cui,sotto la superficie ,resisteranno e saranno sedimentate molte cose vecchie. Così come l' Italia del 2022 non è l' Italia ad esempio del 22 d.C. e gli italiani attuali non sono etnicamente gli italiani del 22 d.C. e non parlano la stessa lingua,non hanno la stessa religione eppure il nome "Italia" esiste ancora ed esiste ancora qualcosa del 22 d.C.-pensiamo solo,p.e. al Diritto romano e all' eredità del mondo romano.

Per riassumere: che piaccia o no gli immigrati servono e che piaccia o no questa è una immigrazione caotica e attualmente entropica e non ordinata,impossibile da controllare,anche qualora non vi fossero le Ong perché tanto,diciamolo chiaro,gli sbarchi ci sarebbero in massa comunque,con o senza le loro navi. Fermo restando che non tutti hanno il diritto di restare in Italia e che non tutti possono restare in Italia per evidenti ragioni di buon senso,di spazio,di risorse e fermo restando che è utopia pretendere di avere solo una immigrazione selettiva di  cervelloni laureati (oltretutto occidentalizzati e quindi propensi anch' essi a non fare figli) va detto,a costo di risultare antipatici ed odiosi(tanto qui nessuno cerca e nemmeno vuole  la popolarità) che oltre al migrante supercervellone e plurilaureato serve pure una discreta quota di migranti dei "barconi"(o delle navi).Perché saranno agli occhi di certi magari senza grosse capacità-forse, perché i loro titoli di studio non li conosciamo-e anche se lo fossero poco importa: non tutti vengono da contesti urbani, molti di loro arrivano da contesti rurali,contadini,di provincia e periferici,tutta gente semplice di cui potremmo aver bisogno e che portano in diversi casi valori da noi perduti quali ad esempio il senso della famiglia.Tutta gente semplice  che se ben guidata con un programma serio e rigoroso,ad esempio,potrebbe ridare vita a quelle meravigliose realtà morte o moribonde che sono i piccoli paesi appenninici o altri contesti in grave declino. Per farlo, appunto, occorrerebbero delle politiche estremamente chiare ed articolate che non si fanno certo "parcheggiando" persone per mesi od anni in centri di permanenza con sigle varie,con la sola prospettiva di farsele sfuggire e finire nelle maglie della malavita spicciola o del caporalato. Perché così accade: che la gran massa di costoro finiscono in centri di permanenza vari a vegetare, sinché non si rompono i coglioni e scappano.

Prima ci si caccia in testa che i migranti servono  piaccia o no,ripeto: piaccia o no, perché l' italiano,in senso etnico,con questo andazzo ha i decenni contati e non arriva ad un secolo-e che il processo è irreversibile e che il paziente è come un dissanguato che ha bisogno di una sana trasfusione di sangue- e tanto meglio è. Chi vuole giocare al derby destra-sinistra vada pure allo stadio ad agitare le bandierine colorate sugli spalti: non ne sentiremo la mancanza. Chi vuole invece vedere i fatti pragmaticamente e inquadrarli nelle grandi dinamiche storiche si rimbocchi le maniche e inizi a proporre idee.

Simone Torresani

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