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Milano gay friendly PDF Stampa E-mail

28 Dicembre 2022

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 Da Rassegna di Arianna del 23-12-2022 (N.d.d.)

Per fortuna l’abominio dell’utero in affitto è ancora considerato reato, nel nostro come nella stragrande maggioranza dei Paesi. Ma succede che l’arcobalenato sindaco di Milano Sala, come annuncia il sito “Feministpost”, ha deciso unilateralmente di registrare gli atti di nascita dei figli di «coppie omogenitoriali», compresi i nati da utero in affitto. La questione riguarda non solo le coppie arcobaleno, ma anche le coppie eterosessuali che ricorrono alla gestazione per altri (utero in affitto) all’estero. Nonostante le femministe storiche abbiano sempre contestato il ricorso a questa pratica che sottrae il bambino alla madre, hanno comunque posto la questione già nel 2019, quando vari Comuni, compreso quello di Milano, cominciavano a registrare i bambini nati da utero in affitto. Come ricorda Marina Terragni, storica femminista milanese, «allora abbiamo chiesto che non venissero registrati i due genitori, ma soltanto il padre biologico; mentre l’altro componente della coppia avrebbe potuto ricorrere all’adozione speciale». Una specificazione non da poco con la quale da una parte non si toglie alcun diritto al bambino, dall’altro gli si consente di sapere quali sono le sue origini. E, inoltre, non legittima la dichiarazione del falso, in quanto non si può attribuire la genitorialità biologica a chi non soddisfa questa condizione. Su questo si espresse la Cassazione, la quale diede ragione alla posizione delle femministe. Ma Sala ora se ne infischia, tutto preso com’è dall’euforia di dichiarare Milano una città “gay friendly”, nonostante, come dice la Ferragni, questa non sia una priorità negli stessi ambienti Lgbt. Così ora femministe, militanti di Arcilesbica, oltre che molti intellettuali hanno presentato un esposto per chiedere se costituisca reato la registrazione nell’anagrafe di bambini nati da utero in affitto. La decisione di Sala nasce dall’idea mercantilistica della riproduzione: il diritto, dietro corresponsione di denaro, di acquistare un bambino da una donna che “affitta” il suo utero. E quasi sempre parliamo di donne che si assoggettano a questa barbara pratica a causa della propria indigenza. Il neoliberismo produce questo mostro: l’idea che si possa rivendicare il “diritto” di avere tutto ciò che si desidera, anche un bambino, perché no? l’importante è pagare.

Antonio Catalano

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