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Giudaismo postbiblico PDF Stampa E-mail

17 Novembre 2024

 Da Rassegna di Arianna del 14-11-2024 (N.d.d.)

Elon Musk ovvero della via destra al transumanismo mondialista. Le distopie non sono solo di sinistra come troppi credono. L'idea di forgiare con la cibernetica una "unica coscienza mondiale", unificazione tecnofinanziaria dell'umanità e insieme parodia rovesciata dell'Universalità trascendente delle religioni tradizionali, è l'ultima aggiornata versione del sogno luciferico che tenta l'uomo da sempre.

Elon Musk fa parte degli ambienti americani NatCon, ossia nazionalconservatori, il cui maître a penser è Yoram Hazony, un filosofo della politica ebreo-americano il pensiero del quale è oggi un riferimento, forse il principale, di Fratelli d'Italia che in tal modo ha riempito il vuoto dello sradicamento ideologico postfascista con questi apporti della destra americana. Può sembrare una contraddizione la vicinanza di Elon Musk, con la sua idea tecno-mondialista, agli ambienti del nazionalconservatorismo statunitense dato che la posizione filosofica di Hazony è di critica al cosmopolitismo. Un concetto nel quale Hazony racchiude, con un salto pindarico antistorico e antifilosofico, tanto gli antichi imperi sacrali quanto le odierne organizzazioni sovranazionali mondialiste. Al cosmopolitismo Hazony oppone il modello del regno biblico di Israele considerato quale rivendicazione del particolarismo sovranista contro la pretesa universalista (Cfr. Y. Hazony "Virtù del nazionalismo"). Forte è la critica di Hazony alla Chiesa cattolica che ha assunto il modello universalista romano, tradendo l'ebraismo. Ma per fortuna, sostiene Hazony, è poi intervenuta la Riforma che, creando chiese nazionali, ha riportato il Cristianesimo alla radice ebraica fondata sul principio della libertà e sovranità dei popoli. In Hazony si ripropone la convergenza antiromana, quindi anticattolica, tra giudaismo postbiblico e protestantesimo che è il cuore dello spirito americano nelle sue radici puritane.

Ma, al tempo stesso, il suo "nazionalismo" modellato sull'esempio biblico del regno davidico - che nella esegesi cristiana è invece prefigurazione della Chiesa universale nella quale sarebbero entrati anche i gentili - è soltanto la faccia appunto nazionalista del giudaismo postbiblico laddove, del tutto complementare con essa, sussiste anche una faccia universalista della concezione giudaica del Regno messianico. Sono due facce della stessa medaglia e sono inseparabili perché, nel messianismo giudaico postbiblico, il "popolo messia" diventa anche il portatore della luce sulla terra per edificare l'unità delle nazioni, nella pace universale, ma sotto la guida - in talune versioni solo spirituale, in altre anche politica - di Israele. I cristiano sionisti protestanti americani sposano questa escatologia giudaica e per questo sono fanatici sostenitori dello Stato di Israele. La profezia di Isaia per la quale nell'era messianica i popoli trasformeranno le loro spade in vomeri - profezia che campeggia in una delle sale principali dell'Onu - interpretata secondo questa prospettiva diventa, al modo dell'esegesi giudaica, la realizzazione in terra del Regno di Dio. Si tratta di un chiaro approccio millenarista che poi spiega molte cose anche riguardo la politica sionista attuale.

È evidente - c'è stato un tempo nel quale Papi, teologi, mistici ed esegeti cattolici ne avevano piena avvertenza oggi piuttosto scemata - che questa prospettiva giudaica è del tutto a-cristica come anche la lettura della Scrittura che ne è alla base e che supporta il nazionalconservatorismo di Yoram Hazony. Non è in Gesù Cristo che si realizza il Regno di Dio attraverso la metanoia dei cuori - e, alla fine della storia, nella trasformazione trans-storica del mondo che verrà assunto dall'Eterno, nel passaggio dalla temporalità all'eternità, incontrando la Gerusalemme celeste, che scende dall'Alto, sicché ci saranno "un nuovo cielo e una nuova terra" (Ap. 21,1) - ma il Regno sarà realizzato in terra e nella storia come organizzazione politica e ora, con le possibilità offerte dalla cibernetica sviluppate da finanzieri miliardari come Elon Musk (emulo conservatore del progressista Bill Gates), attraverso l'unificazione mondiale delle coscienze in una unica coscienza globale.

Luigi Copertino


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