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Quando i mezzi diventano fini PDF Stampa E-mail

13 Aprile 2025

 Da Rassegna di Arianna del 5-4-2025 (N.d.d.)

Il soggettivismo egolatrico moderno ha trasformato  la libertà individuale da un mezzo importante (senza libertà è impossibile compiere cose buone) a un fine ultimo. Cioè, in un assoluto. Ha fatto la stessa cosa col denaro, con le merci, con la tecnologia. Ha trasformato tutte queste cose da mezzi che possono migliorare le umane condizioni di vita, a fini ultimi, cioè assoluti ipertrofici. Che ovviamente hanno relativizzato e infine oscurato completamente  quelli che erano i fini ultimi nella civiltà cristiana premoderna: Dio e la cura dell'anima.

Che la libertà individuale sia un mezzo e non un fine lo dimostra una semplice constatazione: posso usarla tanto per fare cose buone quanto per cose cattive. Come tutti i mezzi, è dunque neutra, è il fine per il quale essa è impiegata che la rende volta per volta buona o cattiva. Posso usarla tanto per fare del bene quanto per nuocere agli altri, tanto per elevare me stesso quanto per abbrutirmi nei modi più svariati. Infatti tutti i più grandi spiriti antichi e medioevali non diedero al problema della libertà un grande rilievo. Come non enfatizzarono, anzi molto spesso minimizzarono l'importanza dell'economia e della tecnica. È la modernità che ha cambiato completamente le cose, con l'umanesimo e il Rinascimento, con Lutero (il libero esame), con il liberalismo, con le Rivoluzioni, i cambiamenti di costume.

La sete insaziabile di libertà, prevalentemente individuale, atomistica, è dunque tipicamente moderna. Come l'economicizzazione capitalistica del mondo e lo scientismo tecnolatrico. E se questa sete ha avuto anche qualche conseguenza apprezzabile (pensiamo all'abolizione della schiavitù), perché nessun fenomeno è completamente unilaterale, le maggiori conseguenze sono state distruttive, distruggendo nel profondo  ogni appartenenza e identità collettiva. Giungendo fino all'attuale dirittismo folle, al gender, al  woke e persino al postumanesimo. Lo stesso dicasi per l'uguaglianza, altra idea cristiana impazzita, come la definisce Chesterton.

È in grado l'attuale mondo occidentale e moderno (o postmoderno che dir si voglia) di comprendere l'errore dell'avere sostituito i mezzi con i fini, e di tornare alla saggezza premoderna, classica e cristiana? Lo spero, ma sinceramente non lo credo. L'ignoranza spirituale dell'Occidente e delle sue classi dirigenti (compresa quella ormai subalterna del clero modernista) accecate dal risentimento, dall'avidità, dal nichilismo, si è spinta troppo oltre, come constatiamo ogni giorno, e ormai soltanto Dio, se e quando vorrà, ci può salvare. Occorre però testimoniare. Sempre.

Martino Mora


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