24 luglio 2007 Mi piace molto il titolo di questo bollettino: ha un suono aulico e familiare, riesce, perfino, a farmi sentire più giovane. Forse perché mi sono sempre sentita ribelle, fin da quando sono stata in grado di capire qualcosa; ho vissuto la mia giovinezza in questa disposizione d'animo e poi vi ho impostato la mia vita. Già! Qui veniamo al punto: in questo bollettino si può scrivere, comunicare anche riguardo al sociale che, sinceramente, trovo sia molto più interessante della politica ormai trasfomatasi in un mero teatrino di nani bidimensionali con nulla da riferire e tanto da far danno. Il punto, dicevo: sono una casalinga di 47 anni di Forlì, con due figli giovanissimi e superimpegnati, un marito e un diploma d' Accademia Belle Arti nel cassetto perché, tempo fa, ho scelto una professione ( e sottolineo “professione” ) ribelle! Devo dire che solo nel tempo mi sono accorta d'aver scelto da ribelle, perché il mio essere “fuori dal tempo”, “giurassica”, “controcorrente” poteva farmi andare solo in questa direzione. Perciò cercando di tenere le distanze da un certo imbarbarimento “babbionesco” che, purtroppo denoto frequentemente in questa professione, cerco di destreggiarmi, senza complessi d'inferiorità, fra l'offerta di valori ed esigenze che mi vengono porte quotidianamente dai media e che non mi appartengono e non mi rappresentano.La concretezza della quale necessito continuamente, mi obbliga, fortunatamente, a non lasciarmi irretire da ritmi di vita, in fondo, vuoti nella loro frenesia. E così, anche stamattina, scorrendo gli appuntamenti estivi sul giornale, ho potuto leggere ed informarmi sulle varie iniziative “culturali” balneari e cittadine: bagnini ed avventori che pur d'assicurarsi un ombrellone od un cliente in più, si inventano gare poetiche con giurie quasi improvvisate, tornei pseudo o para sportivi, miss d'ogni genere (manca miss babbiona), assaggi culinari, concerti etno-global in mix musicali culturalmente apolidi, ecc... E dall'informe offerta di quel blob culturale d'alcun spessore fuoriesce solo vuoto, un grande vuoto pneumatico. Tutto solo in funzione d'un commercio parossistico che utilizza pretestuosamente l'aggancio culturale, e che vive in funzione di sé stesso, senza alcun autentico amore per le cose che ritiene d'offrire, ma solo per il guadagno che ne può ricavare. Un atteggiamento molto isterico; non so se ho reso l'idea di ciò che intendevo. Cosa ne pensate? Sono in torto? Sono io l'isterica? Mi piacerebbe tanto saperlo! Un'altra cosa: non partecipate, come movimento, al day di Grillo! A me non piace la volgarità gratuita: trovo sia anche questo un segno della decadenza culturale alla quale siamo, ormai, assuefatti. E poi non si fanno i Days per le idee: casomai ci si scrive tramite le pagine di un bollettino come questo. Niente slogan retrò, niente urla volgari, niente applausi a comando, niente spettacolo e, spesso, avanspettacolo... Solo la serietà di un'idea detta sottovoce ma con tono deciso: il passaparola è mille volte più valido ed incisivo di un corteo al quale, in fondo, si può partecipare anche solo per riempire una giornata. Grazie dell'attenzione! A presto, credo..... Barbara Gaudenzi
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