30 luglio 2007 La libertà è il bene più prezioso, perché è figlia della dignità. Questo è un giornale libero, dove la censura non esiste – c’è solo, com’è giusto e naturale che sia, la scelta di cosa pubblicare, perché abbiamo un compito: contribuire a diffondere ed elaborare il pensiero di Movimento Zero, vivificandolo col quotidiano confronto con la realtà. Ora, l’articolo che pubblichiamo qui sotto, a firma di Marco De Marco, chi scrive non lo condivide, se non nella descrizione del rapporto perverso fra politica ed economia (ma tutta questa idea paranoica di un Sistema-Spectre che calcola a tavolino le nostre vite è complottismo vagamente iettatorio: gli interessi dominanti sono molto più policentrici di quel che pensiamo). Attenzione: tutte ragioni in più per ospitarlo, visto anche che De Marco è nel movimento. Lui parla di libertà. Ma nega il valore della democrazia. Ora, io parlo, come sempre, a titolo personale: la democrazia diretta non solo è uno dei punti del Manifesto, gracile ma sicura base comune in cui ci riconosciamo; è l’unico strumento a cui guardare se si pone come soggetto fondante di una società più giusta – non perfetta: la perfezione non è di questa terra – il cittadino, preso nella sua singolarità di individuo ma integrato nella propria comunità locale, benchè libero di pensarla come crede. Il problema di fondo su cui, a mio avviso, non può esserci ambiguità alcuna è appunto questo: siamo d’accordo o no che il fondamento della società che desideriamo è la persona legata al luogo di appartenenza a cui pure, se vuole, può ribellarsi, senza altri miti o tradizioni da officiare (com’era la classe proletaria per il comunismo, la nazione per il fascismo o è oggi il lavoratore-consumatore per la democrazia oligarchica)? Io sono democratico, e con chi si professa antidemocratico non ho niente a che spartire. Non per questo non porto rispetto per chi non ha il mio stesso ideale, ma mi chiedo: se il movimento è indubitabilmente democratico, e per dio lo è, chi invece non lo è, cosa intende fare in esso? Caro De Marco, se in parte ti seguo nella diagnosi, non ti seguo più sulla cura. Anche perché, a parte il cenno vago alla “libertà”, non ne proponi neppure mezza. Il movimento invece ne ha individuato una, almeno a livello di prospettiva, in quella proposta da Massimo Fini: la democrazia diretta locale. Quindi, “chi parla di democrazia diretta”, informo De Marco, è “solo” il fondatore del movimento, non esattamente uno iscrittosi l’altro ieri. Tu vuoi correggere la “dizione”? Cos’è, una scappatoia semantica? Eh no, io a questo giochetto non ci sto. E’ un punto fondamentale, e dico sin d’ora che chi vorrà modificarlo avrà tutta la mia opposizione. Anche se, c’è da dirlo, non credo proprio che Fini permetta che il suo Manifesto venga ritoccato. E avrebbe straragione. Noi, questo sì, integriamo il Manifesto con un programma politico. Ma facendoci rimanere a caratteri cubitali quel magnifico SI ALLA DEMOCRAZIA DIRETTA IN AMBITI LIMITATI E CONTROLLABILI. Anzi, sapete che vi dico? Abbasso questa democrazia, ma viva la democrazia! (a.m.) Quello che noi per brevità chiamiamo "Sistema" è un apparato complesso e ramificato. Ha una struttura articolata ed efficace, perfettamente gerarchizzata. Il vertice, diversamente da tutte le epoche della storia conosciuta, non è aristocratico, spirituale, militare o politico, ma costituito da esponenti del mondo della finanza. I componenti del primo livello del potere finanziario si considerano un elite, ed in un certo senso lo sono. Perché delle elite hanno un livello di consapevolezza assoluto della realtà, un controllo preciso dei pensieri e delle azioni, la superiore lucidità di chi "conosce" le cose. Controllano la cultura, l'economia ed ovviamente anche la politica. Chi pensa che Prodi, D'Alema, Veltroni o Berlusconi, Fini e Bossi ed i parlamentari tutti , esercitino sulla nostra vita una influenza di primo livello è un illuso, ipnotizzato sottoposto al controllo assoluto del mentale da parte del "Sistema". La classe politica è totalmente sottomessa ed asservita ai poteri finanziari e di volta in volta sottoposta a forme di punizione e persecuzione attraverso la magistratura, i giornali nazionali. Appena una parte politica accenna a qualche iniziativa non gradita, o nuovi gruppi economici cercano di espandersi, l'apparato giudiziario, mediatico e culturale si scatena implacabilmente e con violenza. Ti distruggono: con il carcere, la diffamazione, l'annientamento psicologico, le espropriazioni. Fin dalla Rivoluzione francese a difesa del loro controllo sulla realtà hanno inventato il sogno suggestivo ed infantile della democrazia. La democrazia così concepita non era mai esistita nella storia, nemmeno in quella Grecia dalla quale l'hanno illegittimamente presa a prestito. E non è sinonimo di libertà. La libertà è altro e non certo quella dell'Italia e dell'occidente democratico. Questo storia onirica e bambinesca è diventata legge assoluta, voce assordante che tutto copre e tutto influenza. Eserciti di servi pagati garantiscono la apparente perennità di questo inganno: professori universitari, filosofi, storici, giornalisti, politici, scrittori. I più beneficiati, a volte senza neanche saperlo, sono coloro che appaiono critici ed ostili al "Sistema". Il "Sistema" sa che controlla gli uomini e la realtà solo attraverso forme di ipnosi, d'altronde è il "Sistema" che genera le droghe, l'alcolismo adolescenziale, l'uso dei psicofarmaci, le frenesie consumistiche, la disgregazione sociale. Sanno bene che non dobbiamo avere tempo e lucidità per pensare, ma sanno anche che qualcosa sfugge. Ecco quindi che guardano con favore a quelli che ho definito piccolo-dissenzienti che finiscono per essere, più che dei nemici, degli organi funzionali al "Sistema". I politici sono i maggiordomi dei potentati finanziari. Vogliamo che il maggiordomo non abbia condanne penali, come sostiene Grillo? O Vogliamo occuparci ancora di Berlusconi, come vorrebbero Travaglio e Pardi, o fare qualche girotondo narcisista con Nanni Moretti? Grillo che parla con Prodi, visto su You Tube, per presentargli la sua proposta da tre soldi è il miglior condensato di asservimento vestito da finto dissenso. A questo livello di non coscienza io non voglio scendere. Rifletta chi parla di democrazia diretta, pensando alle iniziative banali tipo le liste civiche nazionali ed i girotondi.Credo che dovremmo correggere la dizione democrazia diretta anche nel "Manifesto dell'anti modernità" in quanto usata ed abusata da questo movimentismo superficiale. In questo sistema non esiste la democrazia indiretta, non esiste la democrazia, e comunque la libertà è qualcosa che rivedremo quando la dittatura usurocratica e finanziaria vestita da democrazia non ci sarà più. E questo non avverrà certo per merito di Pardi, Fo, Grillo, Travaglio e saltimbanchi simili. Marco Francesco De Marco
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