12 febbraio 2008 Senza il minimo senso del ridicolo e della vergogna, il Pentagono ha fatto sapere che chiederà la pena di morte per sei presunti terroristi prigionieri a Guantanamo e che presto verranno processati dai tribunali speciali voluti dall’amministrazione Bush per combattere anche attraverso le armi giudiziarie il nemico. La stragrande maggioranza dei media occidentali hanno riportato la notizia supini come sempre al verbo del padrone d’oltreoceano. Vette inarrivabili di tragica comicità ha ad esempio toccato l’edizione serale del TG2 dello scorso 11 febbraio, che ha commentato la notizia della presunta confessione di uno dei prigionieri in relazione all’attentato dell’11 settembre citando le perplessità che alcuni avrebbero manifestato circa le modalità con la quale sarebbe stata ottenuta tale “confessione”. Eppure di Guantanamo si sa pressochè tutto: esistono video, testimonianze dirette, dettagliati resoconti di associazioni quali Amnesty International e persino film come “A road to Guantanamo”. Si sa che nel carcere cubano viene calpestato ogni più elementare principio di diritto, che vi sono oltre 500 detenuti che attendono il loro destino da quasi sette anni senza essere mai stati processati, che viene praticata nei loro confronti ogni sorta di tortura fisica e psicologica, unitamente a umiliazioni contrarie a quei diritti umani che gli Usa dicono di difendere quando bombardano ogni angolo del pianeta. Nella “più grande democrazia del mondo”, evidentemente, non sanno che l’istituzioni di tribunali speciali nei confronti dei nemici è un’aberrazione giuridica (purtroppo non la prima della Storia), che le confessioni estorte con la tortura non hanno alcun valore, che la detenzione prolungata di persone senza che sia loro garantita una seria difesa legale calpesta i basilari principi di tutela giuridica che una Stato liberale dovrebbe salvaguardare come sacri. Peggio: tutto questo gli Stati Uniti lo sanno benissimo. Come possono allora fregarsene bellamente, godendo della sostanziale indifferenza di opinione pubblica e mass media? La risposta è tutta in una dichiarazione di Bush rivolta a chi gli faceva notare che a Guantanamo non sono rispettate le regole della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra: “Ma guardi che quelli non sono come noi, non condividono i nostri stessi valori”. Sugli ebrei, Hitler non avrebbe saputo esprimersi meglio. Andrea Marcon
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