Mosse da scacchista?

13 Aprile 2022

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Nel giugno 1864 ,durante la Guerra di Secessione americana,avvicinandosi il generale unionista William T.Sherman ad Atlanta qualcuno propose al generale confederato John B.Hood di evacuare la città. L' alto graduato,che aveva il comando difensivo delle operazioni in Georgia rifiutò di porre in atto il disegno "perché mai si è visto nulla di simile,nella buia storia delle guerre". Finì che Atlanta fu comunque evacuata dai civili stessi,dopo una violenta e sanguinosa  velleità di resistenza in parallele di trincee : l' evacuazione diede luogo a incendi e saccheggi dei depositi militari fatti dai confederali in fuga,fu un caos tremendo e una pagina nera nel coinvolgimento dei civili in guerra. Questo aneddoto storico serve per dire come stragi,violenze,caos,barbarie e civili in fuga da sempre siano pagine nere nei conflitti.

Riprendiamo le considerazioni di un mio articolo di qualche giorno fa("stranezze della guerra") lasciando al momento da parte le discussioni su  quali unità abbiano provocato le vittime di Bucha o se il missile alla stazione fosse russo od ucraino,augurandoci che commissioni di inchiesta indipendenti facciano luce e verità su tali eventi e torniamo a focalizzare l' attenzione sui due elementi organici della guerra : la strategia e la tattica. Ebbene,iniziamo ad avere le prime parziali risposte: il Cremlino ha sostituito il vertice dei comandi militari,inviando in Ucraina il generale Alexander Dvornikov,un veterano e pluripremiato alto ufficiale. La sostituzione dei vertici è quasi sempre il segnale che i piani sono saltati e serve un cambio di rotta oppure che dal punto di vista tattico le cose vanno male,lontane dalle speranze iniziali e gli obiettivi non sono stati raggiunti: possiamo quindi azzardarci a scrivere che l' intelligence russa ha pesantemente sottovalutato la resistenza degli ucraini e che Putin abbia incassato una notevole sconfitta tattica sul campo. Qualcuno a Mosca ha fatto male i conti e i movimenti sul campo supportano questa teoria,in quanto vi è una manovra di dislocamento e di conversione delle truppe e dei mezzi corazzati,il fronte si sta spostando dal settentrione a mezzogiorno,ora la partita si gioca nel Donbass: qui forse avverranno le manovre decisive per ambo le parti.

Restano però alcuni dubbi:  solo dopo 46 giorni ci si è resi conto di non poter entrare a Kiev? Operazioni di tal portata già dopo una-due settimane dovrebbero dare risposte esaurienti,perchè questo sciupio insensato  di uomini,mezzi,munizioni, distruzioni materiali di edifici e proprietà di civili,che ha portato ad una ondata di indignazione ritortasi contro la Russia? Si impone una seconda considerazione a livello strategico,sia sul "prima" che sul "dopo". Vladimir Putin è uno scacchista,non un pokerista: il pokerista -che è un guerriero psicologico secondo una definizione di Anthony Holden-è "una forma di guerra psicologica o un modo di vivere(..) in cui il denaro serve per tenere il punteggio"; lo scacchista invece ragiona diversamente. Lo scacchista deve anzitutto prevedere le mosse dell' avversario,prima di condurre le sue pedine.Deve giocare d' anticipo e calcolare razionalmente e freddamente sia le proprie mosse,sia quelle dell' avversario.Lo scacchista gioca allo scoperto,vedendo a tutto campo mentre il pokerista gioca a carte coperte,ricorrendo al bluff per ottenere il quale deve alzare in continuazione la posta.Lo scacchista con un paio di mosse a sorpresa neutralizza il Re,il pokerista a un certo punto o il suo avversario cede per sfinimento o deve mostrare le carte e se è un bluff si rovina da solo.Sono due modi esistenziali diversi e incompatibili tra loro. E' incredibile come uno scacchista qual è Putin non abbia messo in conto le contromosse dell' avversario,in primis a partire dalla deplorazione internazionale e specialmente euro-atlantica ,le accuse di invasione,genocidio,la distruzione di immagine specie in Europa,la russofobia,le sanzioni e quant' altro. A questo punto i casi sono due e tertium non datur: o Putin è completamente impazzito  fondendosi il cervello oppure sta giocando al rischio calcolato,di cui gli effetti futuri della mossa ancora non si vedono.E uno scacchista per fare scacco al Re può benissimo sacrificare una Torre od un Alfiere,figuriamoci i Pedoni(le truppe,con le perdite alte).

Non dimentichiamo che da nemmeno due settimane la Russia ha agganciato il rublo all' oro,ritornando di fatto al Gold Standard ,durato da Bretton Woods sino al Ferragosto del 1971 allorché venne abolito unilateralmente da Nixon e Kissinger e non dimentichiamo che Cina e Arabia Saudita stanno valutando di vendere il petrolio usando lo yuan come moneta: queste sono mosse che stanno terremotando il sistema finanziario mondiale come lo abbiamo conosciuto negli ultimi  cinquant' anni. Sino al 30 giugno la Banca Centrale Russa pagherà un rapporto di 5.000 rubli per un grammo di oro e calcolatrice alla mano si può dedurre un valore di circa 150/155.000 rubli per una oncia di oro: chiedendo il pagamento del gas in rubli-che dovranno essere acquistati alla Banca Centrale Russa-il gas(una materia prima) è stato ancorato all' oro. Non è cosa da poco.

E se il Donbass fosse stato,per Putin,il pretesto per svolgere giochi più grandi? Se il conflitto fosse un polverone per fare quel caos tanto basta,allo scopo di raggiungere "un" obiettivo-la tutela dei russofoni del Donbass-con trattative onorevoli da tutte e due le parti ,per giungere ad una pace di compromesso che Putin potrebbe squadernare come vittoria-ma "l' obiettivo" fosse in realtà un altro(di cui le recenti azioni su gas e oro ci danno qualche indizio,ad esempio) ?Domande legittime : massima attenzione sul conflitto ucraino a livello geostrategico,finanziario ed economico. Le stragi di civili vanno sempre condannate ,da ambo le parti-perché le stanno facendo entrambi,sia chiaro-e i responsabili dovrebbero essere sempre puniti e ricercati,nella guerra russo-ucraina come in tutti gli altri conflitti. Tuttavia per capire,per cercare di capire quali saranno gli eventuali sviluppi futuri sugli equilibri mondiali è necessario farsi le domande e porsi i dubbi sopra descritti.

Simone Torresani
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