Ministero delle periferie

3 Settembre 2022

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 Negli ultimi giorni,nelle ultime settimane,tra le mille questioni bollenti e i problemi urgenti del Paese ha fatto irruzione nella campagna elettorale la questione sicurezza": ad alimentare il dibattito due distinte problematiche,la ripresa di numeri considerevoli di sbarchi sulle nostre coste e il proliferare di episodi allarmanti di devianza sociale che in molti casi hanno per soggetto individui molto giovani e come epicentro l' area metropolitana di Milano ma non solo, in quanto risse,bottigliate,lanci di sassi contro veicoli,omicidi e pestaggi per futili motivi, danneggiamenti,spaccio e gang dilagano da settentrione a meridione.

Lasciamo da parte gli sbarchi e la questione degli immigrati clandestini che non rientra nel nostro discorso e concentriamoci sulla devianza sociale,in troppi casi commessa da giovani delle periferie,sia italiani che immigrati di seconda generazione o clandestini: nel calderone ci sono tutti quanti e pretendere di suddividere i colpevoli in tabelle e categorie non solo è demenziale ma una perdita di tempo e uno spreco di intelligenza. È innegabile che in Italia esiste una questione aperta ed è la questione delle periferie,che nei grandi centri urbani sta assumendo toni drammatici-un esempio su tutti l' abusivismo delle case popolari che ha portato a vere e proprie battaglie e risse tra "regolari" e " abusivi", quindi le bravate delle baby gang con atti di teppismo e di vandalismo anche in pieno giorno, alla luce del sole,davanti a tutti; elencare gli episodi sarebbe ridondante,basterebbe andare su qualche motore di ricerca per leggere quelli più clamorosi(Milano,Civitanova Marche,sassi contro le auto in transito nel lodigiano,mega risse a Peschiera del Garda,eccetera.

Inneggiare al solito tifo tra " sceriffi e distintivi" contro i "buonisti" francamente ha fatto il suo tempo e diciamola tutta ha pure largamente stancato e annoiato: si devono guardare in maniera pragmatica i fatti e i fatti dicono che il problema esiste,ha radici profonde,potrebbe peggiorare in futuro e di certo le ricette per risolverlo non sono né le ostentazioni muscolari di forza e neppure il liquidare tutto a "disagio ambientale" e una politica blanda di "comprensione" : entrambi gli atteggiamenti non risolvono un bel nulla,anzi finiscono col peggiorare. Il disagio delle periferie,che è ancor prima di essere un disagio economico-finanziario o di "mancata integrazione " degli immigrati di seconda generazione (che poi è una faccia della realtà,come se tutti i soggetti coinvolti fossero unicamente costoro) è un disagio esistenziale aggravato dalle attuali contingenze negative, non si batte né con la pura repressione né con interventi di vari e fumosi "progetti" di integrazione o quant' altro che spesse volte si arenano nel nulla. Quattro cose vanno fatte e di pari passo,a braccetto perché gli interventi in questo caso sono come un diagramma di Venn nella teoria degli insiemi: 1) la repressione dei crimini e della devianza, perché chi lancia bottiglie contro un tram o scippa o spacca arredo urbano o vetrine o aggredisce con spranghe non deve farla franca e su questo siamo tutti d’accordo: deve passare il messaggio che non si scherza più e lo Stato deve far valere la sua autorità; 2) avere la consapevolezza che la repressione pura porta solo a riempire le galere e a peggiorare la situazione: la repressione deve essere alternata a profondi interventi che debbono andare alla radice del male per cercare non si dice di estirparlo-non si riuscirà mai-ma per lo meno di farlo regredire parecchio 3 ) e mettersi in testa che per fare le prime due cose occorre non solo una presenza tangibile di mezzi e di uomini ma anche di strutture articolate,in grado di comprendere,capire,analizzare le vere cause e agire in profondità e 4) queste strutture devono essere ben gestite,bene foraggiate,dotate di una discreta autonomia e con una presenza capillare laddove il disagio periferico picchia più forte.

Sovente in questi blog si fanno molte analisi; oggi tuttavia non è tempo di analizzare,è tempo di formulare Idee-rigorosamente con la maiuscola,intese come "risultato dell' attività del pensiero umano" e nella sua etimologia greca di "idein",cioè "vedere". Allora proviamo a "vedere" e lanciamo,dal nostro piccolo di cittadini anonimi di un piccolo blog una proposta,un sasso nello stagno vedendo l' effetto che fa: proponiamo al Governo,al prossimo Governo di qualsiasi colore l'istituzione di un Ministero delle Periferie e delle Aree Disagiate con queste caratteristiche: -Dovrà essere un Ministero di un certo peso,con portafoglio e con larghe sovvenzioni; -Il Ministero formulerà programmi e progetti in collaborazione con le sue emanazioni periferiche e tali emanazioni periferiche necessiteranno di larga autonomia poiché,siamo chiari,i problemi delle zone periferiche di Milano non sono simili a quelli di  Roma oppure quelli dei quartieri periferici di Bari,Palermo,Bologna,Torino ,Genova,Napoli o altre piccole e grandi città italiane: il contesto,l'ambiente,la temperie varia da Regione a Regione,da zona a zona e quindi risulta ovvio come dal centro(inteso come sede centrale del Ministero) possano partire solo linee guida con obiettivi condivisi e finalità condivise ,poi il "come" tali linee guida dovranno essere effettuate sarà compito delle sedi decentrate sul territorio; -Il Ministero potrà senza alcun problema collaborare con soggetti esterni(Terzo Settore,Caritas,parrocchie,associazioni culturali,eccetera) con la precisazione che i soggetti terzi saranno appunto collaboratori ed esecutori ma non più: chi vorrà collaborare, dovrà farlo nell' alveo delle idee e delle linee guida e dei protocolli del Ministero stesso,senza prendersi autonomie gestionali. -Si consigliano infine delle "task force",dei "pool" o chiamateli come volete di fior di professionisti quali sociologi,educatori, urbanisti,architetti,psichiatri,psicologi: si consiglia l' assunzione di professionisti motivati,con voglia di fare e di mettersi in gioco senza guardare troppo alle tessere di partito o altro,solo il merito e i curricula; si consiglia inoltre la proibizione ai membri di tali task forces di apparire in televisione (pena l' espulsione immediata  dal Ministero e una multa salata) nei vari programmi e cosiddetti "talk show" perché il Ministero ha bisogno di gente che lavora e che va a controllare i lavori senza perdere tempo in chiacchiere . -Il Ministero dovrà essere aperto ai cittadini e alla collaborazione coi cittadini,coinvolgendoli nei progetti e recependo e analizzando qualora fossero meritevoli tutte le iniziative e idee che verranno sottoposte. Poi come sarà articolato il Ministero,la struttura interna eccetera questo non è argomento di nostra competenza,ci penseranno i "tecnici".

Gli obiettivi del Ministero-che ripetiamo,dovrà essere gestito da un Ministro con portafoglio e avere una certa caratura,non essere uno specchietto per le allodole-saranno questi: -Analizzare con pool di esperti le radici e le cause del disagio delle periferie sia dal punto di vista giovanile sia dal punto di vista economico e sociale; -Elaborare progetti per intervenire in profondità allo scopo di ridurre tale disagio : interventi urbanistici,architettonici,sociali,di decoro urbano,di progettualità sociale e comunitaria (creare luoghi di sana aggregazione giovanile,ad esempio,puntare sullo sport,su circoli giovanili,ecc ecc) ; -Migliorare i servizi essenziali delle aree disagiate riducendo in questo modo la distanza col centro,distanza che non è da intendere come "geografica": creare dispensari,aumentare le aree verdi,i parchi,riqualificare edifici degradati con progetti rivolti specie ai giovani ecc ecc; -E soprattutto essere presenti,tangibili sul territorio: lo scopo essenziale sarebbe quello di mostrare a chi vive che l' autorità è presente non solo per reprimere ma per capire e ascoltare e fare qualcosa,si dovrà lavorare soprattutto e principalmente sui giovani,non importa se italiani o immigrati di seconda generazione(tra l' altro molte gang sono miste,quindi nelle periferie spesso non si fa tale distinzione da intellettualoidi del centro): consapevoli che molti atti deviati sono inconsce richieste d' aiuto o comunque modi non ortodossi per far vedere che "si esiste".

Insomma,da una parte agire punendo le devianze e applicando la legge vigente e dall' altro agire a fondo,molto a fondo sulle cause che provocano tali devianze. Chi vive nelle periferie del disagio deve avere la percezione che non esistono solo gendarmi o giudici ma al contempo una autorità al servizio tangibile del cittadino.Certo,un lavoraccio ma un lavoraccio di cui avremmo bisogno come e più del pane. Bene,a poco più di tre settimane siamo entrati nell' agone della campagna elettorale con una modestissima proposta. Ci sarà qualcuno pronto a recepirla?

Simone Torresani

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