La crisi è esistenziale e valoriale

30 Ottobre 2022

Scriviamo a caldo,a tambur battente,sull' onda delle forti impressioni e quindi consapevoli di fare una analisi frettolosa ed imperfetta,tuttavia riteniamo opportuno analizzare immediatamente la questione per evitare che come sovente accade il polverone dei primi giorni venga soffocato dal tappeto dell' oblio. In poche ore sono accaduti due episodi di intenso allarme sociale: a Milano un uomo di 46 anni,da un anno in cura per problemi di depressione ha accoltellato a casaccio avventori e dipendenti di un centro commerciale,uccidendo un cassiere di trent' anni e ad Asso ,nel Comasco,un brigadiere dei carabinieri ha ucciso il suo comandante di stazione con la pistola d' ordinanza per poi barricarsi nell' edificio. Anche qui,dalle prime voci trapelate,il militare soffriva da alcuni mesi di un ancora non ben specificato "disagio/disturbo psichico".

Verrebbe sulle prime da chiedersi : quanti depressi ci sono in Italia? E può la "depressione" (termine clinico dal significato vago, perché ogni depressione è inquadrabile in una determinata categoria e fenomenologia e a sua volta agisce sull' individuo diversamente,ogni depresso è un caso a sé) sfociare quasi sempre in comportamenti criminali di allarme sociali sino all' omicidio e alla tentata strage accoltellando sconosciuti a casaccio? Che sta succedendo nella nostra società,nelle nostre comunità? Notizie che sino a poco fa erano derubricate alla società americana ora ci colpiscono in pieno e ci allarmano. E ancora : tutto questo è ascrivibile alla contingenza e alla congiuntura di crisi perdurante che senza sosta e passando dall' ambito finanziario passando per quello pandemico e ora energetico e sociale perdura da tempo troppo lungo? La crisi crea criminalità e comportamenti devianti? Rispondere non è facile,diciamo che la devianza sociale -che sfocia nel crimine-è un insieme di vari fattori tra cui: -Fattori biologici (aggressività innata,disturbi ormonali, alterazioni a carico dei sistemi neurotrasmettitoriali e neurologici,ecc) -Fattori psicopatologici e psicologici seppur va detto che non esiste nesso automatico tra psicopatologia e criminalità o devianza-chi li commette,spesse volte è una persona definita normale. -Fattori ambientali tra cui il fattore sociale spicca in evidenza: disgregazione e/o disorganizzazione sociale, deficit di socializzazione,anomia(deficit o assenza di leggi e di regole),mancanza di realizzazione personale, mancanza di un humus strutturale che può portare alla realizzazione personale,eccetera. Potremmo riassumere che per 1/3 sono fattori ambientali,1/3 fattori sociali,1/3 fattori di natura personale-cioè di predisposizione. La spia d' allarme a nostro avviso non sta tanto nell' aumento dei reati a sfondo predatorio,comuni a tutte le epoche storiche la cui forbice si allarga e si restringe a seconda della congiuntura economica o dei rapporti tra le classi sociali, la spia d' allarme qui consta nel fatto che sono in aumento i raptus,i gesti di follia inconsulta,i reati contro la persona (ben diversi dai reati predatori contro la proprietà),i reati a sfondo sessuale e gli abusi vari,i reati di sangue insomma e cosa ancor più preoccupante tali raptus,tali follie omicide stanno uscendo dagli ambiti familiari per riversarsi in furori assassini contro persone sconosciute,perfetti sconosciuti,gente presa a casaccio per la via, per la strada, in un centro commerciale: una "cupio dissolvi" che va a punire la società nel suo insieme. Liquidare tutto come "depressione" e "follia" o "gesti compiuti da persone con disturbi psichiatrici" è riduttivo e non aiuta ad andare alla radice del problema. Se la letteratura psichiatrica contempla individui apparentemente normali o cosiddetti normali che cadono in depressione e la depressione peggiora sino a un punto di non ritorno da sfociare nell'atto di sangue questo è valido per una parte delle persone colpevoli,non è possibile che lo schema sia valido per "tutte" le persone colpevoli di tale reato.

Qui non possiamo derubricare la questione alla solita dialettica di "era meglio prima o dopo la Legge Basaglia" o "riaprire o tener chiusi i manicomi". Non si dice che non si debba affrontare il discorso del trattamento di chi soffre di turbe psichiche o gravi disturbi mentali ma di contestare una forma mentis che liquida sbrigativamente tutti i reati di crimini di sangue e di raptus omicidi come risultato di individui bacati a prescindere: tanto bacati a prescindere,ad esempio,che il colpevole di Milano era incensurato ed era in cura da un anno circa per depressione,il che significa-avendo anagraficamente 46 anni-che per 45 anni non è mai stato un elemento pericoloso per la comunità e poi d' improvviso ecco il buio calare nei meandri della mente. A simili semplificazioni noi crediamo ben poco. Facciamo notare che il singolo individuo altri non è che un elemento inserito,volente o nolente,in un contesto complesso ,collettivo e condiviso molto più vasto che si chiama società(in ambito generale) e comunità(in microscala e in ambito locale),società sempre più disgregata e sfilacciata e impantanata; quanto alla comunità,stendiamo un velo pietoso: potremmo inserire il lemma nel dizionario delle parole estinte per come siamo mal combinati. Contro i fattori biologici e psicopatologici noi possiamo fare ,a parte curare con farmaci e terapie e strutture,davvero ben poco ma comunità e società dovrebbero avere una funzione demiurgica nel plasmare l' individuo e permettergli di tirar fuori il meglio di sé per giungere ad una realizzazione nella vita,possibilmente in base alle inclinazioni. Se manca anche questa funzione demiurgica e di collante allora siamo messi male,è come un fiume irregolare ed impetuoso senza argini.

Parliamoci chiaro: la società odierna o quel poco che ne resta non sta male,sta malissimo,quasi in fase terminale e questa è la radice da cui partono tutti i mali. La sanità psichica della popolazione,dopo anni e anni di emergenze varie e inserita in un contesto altamente esigente e complesso come quello attuale anch' essa non è in buone condizioni,tutt' altro anzi: non meniamo il can per l' aia,la salute psichica della popolazione attualmente versa in condizioni critiche,molto critiche e tutto questo si riverbera nei fatti che leggiamo. Uniamo a tutto questo le crisi varie e continue e una società in disfacimento e il miscuglio tossico risulta perfetto . Questi episodi non vanno obliati dopo cinque o sei giorni.Su questi episodi bisogna ragionare a fondo,analizzare a fondo,scavare e scavare e scavare sino alle radici del male . Ci si deve cacciare in testa che la crisi di tutte le crisi attuali non è tanto quella energetica o finanziaria od economica: è la crisi esistenziale,la crisi valoriale,la crisi identitaria individuale e collettiva. Da questo male nascono gran parte dei fattacci di cronaca . Non sempre si tratta di "depressioni". Bisogna studiare e star sotto a queste cose: guai a noi se dovesse giungere il giorno in cui non faranno più nemmeno notizia!

Simone Torresani

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