Agente geopolitico del caos

6 Novembre 2022

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 Da Comedonchisciotte del 5-11-2022 (N.d.d.)

È arrivata il 28 Ottobre la fumata bianca che porta all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk. Dopo mesi turbolenti e travagliati, il nuovo “Chief Twit”, come lui stesso si è autoproclamato, può così festeggiare. La vicenda è iniziata a configurarsi nel mese di Aprile, quando Musk, già detentore del 9% delle azioni, formulava un’offerta iniziale dal valore di 44 miliardi di dollari. In un primo momento i maggiori azionisti della società, tra cui i più grandi fondi di investimento, manifestarono pubblicamente un grande disappunto e la chiara volontà di non lasciare l’intero pacchetto azionario ad un’unica persona. Di contro, un’offerta così importante non lasciava loro altra possibilità se non quella di accettarla. Il dado sembrava tratto, ma con l’eccentrico miliardario il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Improvvisamente arrivò una sua dichiarazione sul fatto che non avrebbe proceduto all’acquisizione di Twitter fino a quando il social non avesse stimato il numero esatto dei profili falsi iscritti sulla piattaforma. Iniziava così a delinearsi sempre più chiaramente la strategia di Musk: da una parte mirava a far crollare in borsa i titoli del social, dall’altra scalpitava nel far emergere l’esercito di profili bot presente nella piattaforma. In entrambi i casi Musk ne stava guadagnando in termini economici e di immagine. Un simile arresto dell’operazione fece scoppiare un lungo dibattito sulle implicazioni dell’accordo. Dal momento che il board di Twitter non gli aveva voluto fornire i dati richiesti, scelse di ritirare l’offerta, ufficializzando la propria decisione con una lettera inviata alla SEC, l’autorità che vigila la Borsa statunitense. Tra aggrovigliati e serrati tira e molla si è arrivati agli inizi di Ottobre, quando in un contesto costellato tra denunce e controdenunce, le parti in causa decidono di risedersi al tavolo delle trattative. Da lì l’offerta dei 54,20 dollari per azione viene confermata ed Elon Musk diventa così il nuovo proprietario di Twitter.

“L’uccellino è liberato”. Con un semplice tweet Elon Musk ha di fatto annunciato di aver completato l’acquisizione di Twitter. Inoltre, con queste semplici quattro ma eloquenti parole, ha voluto far percepire ai suoi iscritti (e non solo) che il social sarà finalmente scevro da elementi ostativi alla libertà di espressione. Attraverso una lettera pubblicata nel pomeriggio di giovedì 27 Ottobre, Musk ha deciso di informare gli inserzionisti di Twitter le motivazioni sottostanti all’acquisizione. In tale lettera è stata posta molta enfasi sull’importanza di avere una piazza digitale comune, in cui l’ampia gamma di opinioni potesse essere discussa in modo sano e non violento. Inoltre, aggiunge di non averlo fatto per i soldi, ma per il bene dell’umanità che lui ama e a cui appartiene. Puntando il dito contro i media, scrive che a suo avviso essi avrebbero alimentato estremi polarizzati attraverso la ricerca spasmodica del click e disincentivato il dialogo. Solo il tempo svelerà se queste promesse troveranno fondamento. Il tempo non c’è stato invece per alcune decisioni drastiche, come il licenziamento in tronco di quattro top manager dell’azienda. Escono dall’azienda il direttore finanziario Ned Segal, il legale Sean Edgett, la responsabile degli affari legali Vijaya Gadde e l’amministratore delegato Parag Agrawal, colui che nel 2021 aveva preso il posto del co-fondatore del social Jack Dorsey. Inoltre, in questi giorni, si sta parlando che il 75% dei dipendenti verrà rimosso dal loro incarico. Insomma, Musk si è insediato negli uffici della società di San Francisco con il pugno duro, esprimendo da subito la sua intenzione di mettere in chiaro le cose: c’è un nuovo capo, un nuovo CDA e tutta la macchina dovrà essere plasmata sulle sue decisioni.

Anche le modifiche tecniche sulla piattaforma non si sono fatte attendere. La prima è la nuova pagina di accesso a Twitter, che permette di navigare all’interno anche senza la condizione di essere iscritti al social, differentemente da prima. Ha inoltre chiesto, e sembrerebbe ottenuto, che l’abbonamento alla versione premium della piattaforma (Twitter blu) passi da 4,99 dollari a 19,99 dollari. Tali modifiche hanno lo scopo soprattutto di mandare un messaggio all’intero gruppo: per apportare innovazioni non sono più necessarie lunghe discussioni interne, ma è sufficiente un solo ordine: quello di Elon Musk.

Una novità ulteriore, forse la più importante di tutte, è quella di utilizzare Starlink, il servizio Internet via satellite di SpaceX, per rendere Twitter disponibile nei Paesi in cui attualmente è difficile accedervi. Starlink è il progetto che consentirebbe lo sviluppo di un collegamento internet ovunque efficiente tramite un sistema di parabole che si connettono ai satelliti di SpaceX (1.469 satelliti dichiarati attivi e 272 presto in orbita). Secondo Musk questo sistema garantirebbe a tutti gli operatori un servizio stabile e a basso costo e, per di più, grazie una connessione a 1Gbps, si sfrutterebbe il massimo della velocità oggi raggiunta grazie alla fibra ottica. In futuro, grazie al posizionamento di tutti i satelliti, Starlink potrebbe rappresentare una vera svolta per il settore, in quanto permetterebbe ciò che ancora non si è riusciti a raggiungere: una connessione decente su tutto il globo. Non solo nelle grandi città o periferie, ma anche in mezzo alla foresta, nel deserto o in cima alle vette più alte ed isolate del mondo. Proprio tramite un Tweet risalente allo scorso Agosto, Musk annuncia il suo progetto, quello di rilasciare Starlink il prossimo anno, garantendo l’accesso direttamente tramite i telefoni ed eliminando le dead zones presenti nel mondo. Molti definiscono Elon Musk un visionario, altri ancora un miliardario eccentrico che sta giocando con l’umanità alla stregua di quanto faccia un bambino con soldatini giocattolo. Una cosa è innegabile, Musk sta facendo molto parlare di sé e lo farà ancora di più nel prossimo futuro.

Il New York Times ha definito Elon Musk un “agente geopolitico del caos”. Un epiteto che rimanda ai super cattivi della Marvel Comics, più che a un CEO o a un investitore. Ma la definizione non sembra essere lontana dalla realtà se pensiamo che attualmente, attraverso un semplice tweet, Musk riesce a spostare un quantità di denaro senza eguali. Nessuno, tra attori hollywoodiani o politici di alto rango, sembra avere l’effetto esplosivo che lui sa provocare con una semplice dichiarazione. Di fatto oggi il miliardario, trovandosi ad essere l’unico proprietario di uno dei social più utilizzati al mondo, nonché il realizzatore di un progetto internet mai visto prima, potrebbe essere paragonato, come incisività planetaria, a Paesi di grandi dimensioni. Questo paragone è avvalorato anche da quanto sta accadendo in questi giorni sul fronte bellico in Ucraina. Tutto ha avuto inizio a febbraio 2022, quando Musk annunciava l’arrivo delle connessioni internet satellitari di Startlink in Ucraina. Attualmente nel Paese la citata connessione è diventata il modo principale con cui collegarsi ad Internet, ma non solo. La maggior parte delle infrastrutture militari e logistiche funziona tramite Starlink. Nonostante però Musk abbia attivato la sua fornitura internet in Ucraina già nelle fasi iniziali della guerra, ultimamente il miliardario sudafricano starebbe però attirando una lunga spirale di polemiche dal Paese stesso. Infatti, Musk con un tweet del 3 Ottobre ha proposto una sua personale soluzione al conflitto, che prevedeva, fra le altre cose, l’appartenenza della Crimea alla Russia. La proposta di Musk avrebbe indispettito Zelensky e gli alleati, mentre ha trovato diversi apprezzamenti al Cremlino. Nei giorni seguenti Musk ha sottolineato l’esorbitanza dei costi nel sostenere l’operazione Starlink in Ucraina e secondo la CNN avrebbe inviato una lettera al Pentagono per chiedere finanziamenti. Secondo alcune stime, infatti, dall’inizio della guerra fornire il servizio sarebbe costato a SpaceX oltre 80 milioni di dollari. Il CEO sudafricano ha posto l’accento sul fatto che la sua società non è più in grado di sostenere i costi della rete, minacciando di spegnere Starlink qualora gli Stati Uniti non dovessero intervenire a sostegno. Dopo questo allarme, USA e UE sembrano aver preso posizioni favorevoli nel finanziare Starlink in Ucraina, ma la decisione finale ancora non è stata adottata e le discussioni tra i politici e i ministri sarebbero ancora in corso.

La domanda che bisogna porsi a questo punto è la seguente: con chi sta Musk? Nell’attuale conflitto le sue operazioni sembrano rasentare una sorta di doppio gioco. Da una parte ha fornito gratis, per diversi mesi, internet all’Ucraina, la quale ha potuto beneficiare della rete soprattutto da un punto di vista militare. Dall’altra parte, Musk ha prospettato una proposta di pace che farebbe sorridere maggiormente il Cremlino. Come già affermato, non c’è da stupirsi di nulla quando si parla di Elon Musk, che appare avere in testa una politica estera tutta sua. Le sue idee politiche a volte assecondano quelle dell’Amministrazione Biden, altre volte invece divergono in modo clamoroso. L’acquisto di Twitter ne è una prova. È infatti arduo ritenere che l’amministrazione Biden e i sostenitori del Partito Democratico statunitense abbiano fatto salti di gioia alla notizia che il governo di Twitter è ora accentrato nelle sue sole e indecifrabili mani. Ricordando, inoltre, che la piattaforma social censurò Donald Trump durante la campagna elettorale americana del 2021, è opportuno non escludere un possibile scenario: la riattivazione dell’account di Twitter di Trump. In tal caso sarebbe naturale pensare che Musk stia strizzando l’occhio all’ex Presidente repubblicano. In quel caso, l’eventualità di una partnership tra Truth, il nuovo social di Trump, e Twitter non potrebbe essere esclusa a priori. Gli scenari futuri sono incerti e imprevedibili. Per comprendere i veri scopi di Elon Musk bisogna essere pazienti. Nel prossimo futuro sarà necessario riuscire a codificare i suoi “cinguettii”, in grado ora di risuonare persino dallo spazio.

Carlo Scognamillo

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