Le manovre di Montezemolo e la "seconda ondata" del '92

11 luglio 2007

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«Il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo sarà a Roma domani per una serie fittissima di appuntamenti... Il presidente della Ferrari ha ribadito ai colleghi di Confindustria la necessità di puntare maggiormente sull'innovazione... Per Montezemolo, Maserati e soprattutto Ferrari non sono solo un marchio, ma un patrimonio, anche culturale del Paese...». Da un paio di mesi quante frasi come queste o simili a queste sono state scritte sulla stampa? E soprattutto quante volte sono state ripetute in onda, alla radio e specialmente in tv? Tante, tantissime. E il leit motiv era sempre lo stesso. Montezemolo figura importante sì come presidente della maggior casa automobilistica del Paese, la Fiat. Montezemolo sì come guida grintosa e lungimirante di Confindustria. Ma soprattutto i media stanno ritraendo Luca Cordero come uomo simbolo della Ferrari e homo novus del panorama nazionale. Anche politico. Luca fa autocritica sull'evasione fiscale degli imprenditori. Luca punta l'indice contro gli sprechi della politica. Luca mena fendenti a destra come a sinistra strizzando però l'occhiolino una volta a Casini e due a Veltroni. Luca osanna (giustamente) il libro di Gian Antonio Stella, 'La casta', e sferza i «vecchi» politici. Luca, moderato e new-liberal, manda fecciate (la "r" manca di proposito) e messaggi trasversali al suo vero avversario: Silvio Berlusconi. Avete già intuito? C'è una parte del mondo economico italico che si sta organizzando per mettere assieme un movimento politico. Di chi si tratta? Il nome in codice è poteri forti. Si tratta di quell'asse imprenditoriale e finanziario che ruota attorno al Corriere della Sera e a Mediobanca. Banca Intesa, Unicredit, Fiat, Della Valle. Alleato tattico: Carlo De Benedetti (Repubblica-L'Espresso). Un gruppo eterogeneo (si va dal volto presentabile di Della Valle a quello impresentabile di Geronzi, amico ambiguo di Fazio e Berlusca) odiato dal dominus di Forza Italia perché visto come antagonista. Un gruppo assai ben visto da molta sinistra italiana perché identifica una «destra seria con cui si può parlare». E il dialogo tra le due parti è in corso. L'obiettivo è quello di una alleanza temporanea per fare fuori l'italica anomalia impersonata da Silvio da Arcore. L'obiettivo di lungo periodo? Opzione uno. Un Grande Centro neoliberaldemocristiano con Pd, Montezemolo, Veltroni, Follini, Casini e pezzi interi di Fi (Luca Cordero farebbe da sponsor ma difficilmente scenderà in politica). Opzione due. I poteri forti sbaragliano Fi e ingurgitano la Casa delle Libertà. Così l'alternanza Cdl-Ulivo (vera alternanza non si sa bene quanto) viene sostituita da una nuova, costituita da centrosinistra e... destra moderata in mano a Casini o altri. Sarà così? Sarà difficile? Sarà facile? Non so. So solo che Silvio venderà cara la pelle. So solo che bisognerà fare molta attenzione ai messaggi trasversali degli apparati: vedi Nicolò Pollari & friends. So solo che in questi casi, quando si deve lottare duramente, bisogna lasciare briglia ben più sciolta a magistratura e stampa. Mi aspetto qualche bella inchiesta di ampio respiro, sia a livello massmediale che penale. Spero (in cuor mio, ma è un sogno irrealizzabile che non dirò a nessuno) che preso «il feroce abbrivio giustizialista», la macchina che non guarda in faccia ad alcuno si fermi dopo che l'Italia avrà avuto la sua rivoluzione: di coscienze. Lo so; è solo una polluzione politica della mia mente nelle ore notturne, ma mi ingrifa.

Marco Milioni

Commenti
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hermen10@hotmail.com
AC (IP:85.18.1.23) 11-07-2007 13:25

Ottimo e coraggioso articolo! Non si potrebbe dire meglio.
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