Il dovere della militanza

19 Marzo 2023

 Da Appelloalpopolo del 15-3-2023 (N.d.d.)

Nei confronti degli altri Stati, la sovranità è sempre e soltanto statale: è il profilo esterno della sovranità. Lo stato stipula trattati con altri stati; consente o vieta il commercio con altri Stati; si allea militarmente con altri Stati; dichiara guerra ad altri Stati. L’espressione “sovranità popolare” ha un senso soltanto per quanto riguarda il profilo interno della sovranità, quello relativo alla formazione della decisione politica (sia di politica estera che di politica interna). Un uso diffuso ma razionale dei referendum è un primo nucleo di sovranità popolare. Altri istituti, come per esempio la partecipazione di cittadini nelle Corti penali, o rare e simboliche leggi di iniziativa popolare lasciano il tempo che trovano.

Sovranità popolare significa SOPRATTUTTO che i cittadini si organizzano in partiti e che, se non quotidianamente, almeno settimanalmente dimostrano di essere parte del popolo, svolgendo attività di militanza. La sovranità popolare non è un diritto e non è un fatto. La sovranità popolare è il risultato dell’adempimento di doveri, del sacrificio di affetti e passioni individuali, per partecipare alla costruzione di partiti politici, per mesi, anni, decenni.

Volere la sovranità popolare e non militare significa dire “armiamoci e partite”. Non dovete chiedervi se volete militare. Dovete chiedervi se “DOVETE” militare. Il valore di un uomo o di una donna sta tutto nella misura in cui adempiono i loro doveri. Chi non adempie i doveri non vale. Chi li adempie vale. Chi ne adempie tantissimi vale tantissimo. Chi ne adempie tantissimi e con successo è un Maestro. Chi vuole la sovranità popolare e non milita è un ingenuo nel migliore dei casi e un ipocrita nel peggiore.

La Costituzione riconosce il diritto di associarci in partiti. Essa stabilisce che il Parlamento e il Governo non possono toglierci questo diritto. Ma quello che è un diritto nei confronti del Parlamento e del Governo è un dovere nei confronti di noi stessi e un onere da adempiere per non essere ciarlatani o quaquaraquà.

Stefano D’Andrea

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