31 maggio 2008 Il nuovo corso della politica italiana è entusiasmante. Dopo decenni di lassismo e infingardaggine finalmente è giunto il tempo del decisionismo, senza se e senza ma. Gli eventi politici e sociali recenti sono stati tutti “trattati” a basso impatto di tolleranza, anzi a tolleranza zero. Un esempio su tutti: l’annosa questione delle discariche e della monnezza napoletana, prossima alla risoluzione. I cittadini di Chiaiano incarnano la vecchia concezione del meridionale cialtrone, titillato da uno stato flaccido e clientelare e della connivenza mafiosa, prezzolati, assoldati dai capiclan secondo tariffari espressi in beni di consumo e derrate alimentari. Almeno così ci dicono i giornalai nostrani. Contrapposti a queste “canaglie” regressiste vi sono diversi attori, artefici virtuosi di una rivoluzione culturale. La presidentessa di Confindustria Emma Marcegaglia, ad esempio, che più che ispirarsi alla cultura del fare, nella sua vita ha aderito alla cultura dell’essere, per la precisione essere figlia di Steno Marcegaglia. Lei, che religiosamente accompagna ogni mattina la figlia all’asilo, alternando questa “bisogna” alla forgiatura dell’acciaio, ci dice con enfasi che “contro chi si oppone alle discariche, tolleranza zero”. E come non ricordare altri due eroi, esempi viventi di scomposizione della materia a livello dei quark, i “bravi amministratori Jervolino e Bassolino”, con il corpo in consiglio regionale e comunale a Napoli e lo spirito in costume a Positano, almeno negli ultimi quindici anni. Anche loro, incredibilmente ricongiunti ad un unicum materia e spirito dopo l’esperienza intergalattica, pronti a lanciare moniti a basso impatto tollerante. "E' sbagliato cercare di impedire le verifiche tecniche per il sito di Chiaiano" dice Bassolino. "Alle leggi si ubbidisce e basta" ammonisce la Jervolino. Buon ultimo, il deus ex machina dell’ecoballa Bertolaso, che con la consueta familiarità di scomposizione materia e spirito di cui sopra materializza discariche intonse e perfette ed eserciti difensori del sacro suolo di raccolta rifiuti. Salvo poi ripensarci, abbandonare l’idea della “missione (militare) di merda” (per dirla alla Vauro) e dare il via alle verifiche di un sito già “consacrato”. Migliaia di milioni di euro sono arrivati in questi anni per alimentare l’emergenza, corroborare clientele, avvelenare il territorio campano e distruggere il tessuto sociale di una regione, ma questa premessa che suona come epitaffio a Bertolaso non interessa. Le discariche si fanno adesso, delle bonifiche (che non furono) di questo inferno dai miasmi venefici si parlerà, prima o poi. Diciamo poi. Il tempo è sempre galantuomo con i nostri eroi di ieri, di oggi e di domani, alle cause penali e civili per disastro ambientale penseremo a tempo debito. Quello che conta sono la severità e il rigore che raddrizzeranno la schiena a questo paese debosciato: una grande novità (lo ha detto anche Alberoni!). Per questa ragione ci uniamo, una volta tanto, al coro monocorde e urliamo anche noi “tolleranza zero”. Ma per i 25 funzionari arrestati e il prefetto di Napoli indagato (tutti funzionari e dipendenti del Commissariato per l’emergenza rifiuti, tra cui l’ex vice di Bertolaso). Sperando che alla prossima tornata tocchi ai due eternauti Jervolino e Bassolino. Bertolaso però, improvvisamente, su questo non è d’accordo, dice che “i procedimenti giudiziari intralciano il suo operato”. Piu’ delle manganellate a casaccio, evidentemente. Speriamo sia solo una deroga isolata ,un episodio isolato di patetico buonismo di annata... Mauro Maggiora
|