Tifare per il caos |
7 Novembre 2024 Credo che sia un errore di valutazione, o nel migliore dei casi una speranza che sarà rapidamente delusa, credere che con Trump gli Usa cambieranno la propria politica estera e diminuiranno la propria tendenza a costituire un fattore di produzione di guerra e instabilità politica globale. La supremazia politica e militare globale è infatti, per gli Usa, un’esigenza sistemica oggettiva, una necessità di sopravvivenza di un sistema che vive al di sopra delle proprie possibilità a spese degli altri popoli del pianeta. Il complesso finanziario-militare-industriale, che garantisce all’élite occidentale la propria ricchezza, ha un’oggettiva necessità di controllo politico del pianeta e di produzione sistematica di guerre, a prescindere dalla guida politica degli Usa. Con Trump, con tutta probabilità, non avremo più l’afflato ideologico della civiltà superiore che ha il diritto / dovere di “esportare la democrazia” nel mondo, quindi l’imperialismo non sarà più colorato con le tinte del millenarismo liberal-progressista: tuttavia, l’imperialismo statunitense non diminuirà affatto e anzi ci sono valide ragioni per credere che ora con Trump si imporrà in modo più diretto e brutale, senza la mediazione della giustificazione ideologica. Non a caso dietro Trump si annida il sionismo più brutale e feroce, che vuole rimuovere ogni flebile freno - anche di semplice facciata - alla volontà di potenza israeliana che non è altro che la punta dell’iceberg della volontà di potenza e dominio delle oligarchie occidentali. C’è da credere, penso, che con Trump si inasprirà anzi la lotta contro “l’antiamericanismo”, e cioè quelle variegate forme di critica alla supremazia imperialistica statunitense e le varie componenti del cuore del suo modello di civiltà (capitalismo, libertà economiche, antistatalismo, rifiuto feroce di ogni forma di socialismo) e per l’Europa si tratta di affrontare un periodo di rinnovata e potenziata restrizione degli spazi di autonomia politica. D’altra parte, il controllo dello spazio politico ed economico europeo è un’altra esigenza oggettiva del sistema-Usa, in questa fase storica, e la crescita dell’estrema destra in tutta Europa è funzionale allo scopo - con l’Italia che sta costituendo un caso di scuola, con il governo Meloni di estrema destra in salsa atlantista che svende il Paese ai fondi finanziari statunitensi. D’altra parte, e qui veniamo al lato positivo, Trump è un fattore di caos, e del caos c’è bisogno in una fase storica in cui la speranza deve essere quella di un’accelerazione del declino politico ed economico degli Stati Uniti, dove si sta aggravando la spaccatura politica interna e i contrasti feroci tra parti della società. Grama consolazione, tifare per il caos, me ne rendo conto, ma strategicamente parlando è dell’aumento del caos nel cuore dell’Occidente che, in questo momento storico, c’è bisogno per un’accelerazione della transizione al mondo multipolare, l’arretramento del modello liberal-capitalistico a livello globale, l’affrancamento dell’Europa nel medio-lungo periodo rispetto al controllo politico e militare statunitense. Osservatorio Italiano sul Neoliberalismo |