Zerismo/2
27 novembre 2008
 

 
Per me zerismo è una diversa visione del mondo e quindi, più propriamente, un modo di essere e di non essere. In tal senso condivido pienamente quanto scritto da Alessio Mannino nel “Chi siamo” su questo blog. Ribelli appunto, essenzialmente ribelli. Ma una cosa è essere concordi sulla natura del nemico, altra cosa è condividere i modi di combatterlo.
Il nemico è il sistema termodinamico che attraverso l’idea del migliore dei mondi possibili sta accelerando verso il baratro. Dunque è destinato a distruggersi da solo, come ogni feroce virus dopo aver ucciso il suo ospite. Per questo non dobbiamo bloccare nessuno, né pretendere che il mondo cambi. Il cambiamento non è l’azzeramento. Per zerismo io intendo una presa di posizione intransigente , la creazione di un mondo nuovo, un superamento, l’avvio di una storia evolutiva laterale.
Quindi condivido l’articolo di De Marco in parte. Divergo per le considerazioni intorno all’uomo eroe e guerriero, e per la visione di un passato nel quale si viveva felici in una specie di paradiso terrestre.
Non è mai esistito un tempo della felicità; ci sono state, invece, civiltà che vivevano secondo ritmi naturali. Queste civiltà sono state tutte inghiottite dalla modernità con il suo carico d’acciaio e di malattie. L’uomo moderno nasce da una specie di mutazione che ha sempre provocato danni all’intero ecosistema. Da dodicimila anni, cioè da quando piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori si sono trasformati in comunità di allevatori e coltivatori, l’attività predatoria è diventata l’essenza dell’essere umano. Per questo io credo in un futuro dove l’uomo venga superato e non ritrovato. Superato da un tipo che cerchi l’equilibrio, che collabori e non competa, che lasci il mondo meglio di come l’ha trovato.
Tuttavia questo superamento della  modernità, della democrazia e del profitto non è la negazione di tutto quanto è nel mondo moderno. Non è, ad esempio, la negazione della tecnologia quando questa è realmente positiva. Quanti rinuncerebbero al progresso scientifico e tecnologico in momenti di necessità? E’ invece, in estrema sintesi, la sostituzione di un egoismo stupido con un egoismo intelligente.

Renato Casalena
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kulma (Registered) 27-11-2008 15:33

ecco, qui condivido tutto. ogni singola parola. devo ammettere che voi di movimento zero avete un'eterogeneità davvero stimolante. è un piacere leggervi ogni giorno.
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 27-11-2008 23:32

Buona definizione dello zerismo da cui trarrò spunti per crearne la voce su wikipedia, condivido l'articolo.
pirata (Registered) 28-11-2008 00:08

Dite: Ribelli, essenzialmente Ribelli. La parola crea suggestioni bellissime, ma davvero ne condividiamo il senso più profondo? Leggo Il Trattato del Ribelle di Junger, esplicito riferimento di MZ, e leggo di un lupo che scopre di non essere pecora e decide di passare al bosco. Cioè decide di uscire dal comodo recinto e darsi alla macchia, lontano dalle luci del progresso, lontano dalla tecnologia anestetizzante. Il lupo-ribelle caccia e devasta, è un cacciatore-guerriero che vuole ampliare il suo territorio e spegnere le luci scintillanti della città.
Fuor di metafora. Davvero credete possibile conservare anche una sola parte di questo castello ipertrofico e soffocante che è la modernità, avviando parallelamente un altro mondo indipendente?! DAVVERO PENSATE DI NON ESSERE IN GUERRA?? Eppure è lampante ed ovvio che il baratro verso cui la civiltà moderna sta portando il Pianeta è la distruzione del pianeta stesso insieme allo spegnimento della intelligenza e dello Spirito dell%u2019uomo. Il progresso non è altro che questo consumare ogni risorsa, sfruttare ogni essere fino alla fine, e la tecnologia non è altro che il braccio armato di tale ideologia ottundente. Il mondo che la civiltà moderna rischia di disintegrare è il Mondo Naturale, quello in cui abitiamo da millenni. Quando il disegno sarà compiuto non ci sarà nessuna terra nella quale infossare i semi del mondo nuovo. NESSUN CIELO! NESSUN ALBERO! Come si può pensare che il mondo moderno lasci vivere in sé il ribelle senza cercare di annientarlo? Per questo il Ribelle è guerriero ed eroe oggi. E l'Uomo Tradizionale è colui che mantiene l'equilibrio di ogni cosa essendo sacerdote, padre, cacciatore.
L'Uomo, che De Marco chiama Pater Familas non è il montanaro che disprezza l'essere femminile, è il Capo che guida l'esistenza nel visibile, e connette la dimensione umana alla dimensione dello spirito e degli esseri invisibili.
NON POTETE PRENDERVI IN GIRO e voler giustificare il vostro materialismo moderno e progressista facendo finta di ignorare una realtà storica indiscutibile: tutte le società e tuti gli uomini che precedono l'evo moderno PERCEPISCONO l'esistenza del mondo invisibile sotto le forme di: Dei, Demoni, Entità spirituali legate alla natura. Noi dobbiamo essere pronti a scalfire e abbattere miti e luoghi comuni creati dalla pseudocultura imperante riguardo alle civiltà premoderne.
"Lasciare il mondo meglio di come l'ha trovato" vuol dire esattamente radere al suolo la tecnologia!
Questo per il semplice fatto che la tecnologia modifica la materia senza pensare che ogni essere esistente ha un suo spirito. Secondo il moderno scienziato, un essere naturale non ha un%u2019anima, per cui è semplicemente un oggetto; e come tale può essere modificato e distrutto senza che nulla cambi. Come l'acqua può essere trasformata in elettricità perché non ha anima, così l'uomo può essere spezzato ed assemblato come un qualsiasi oggetto perchè non è più il Pater Familias che parla con gli Dei e con gli spiriti. E' soltanto un ammasso di carne che si muove. Questo modo di pensare è del tutto inquinato dalla idea che sia necessario ricorrere alla tecnologia per affrontare le nostre necessità, magari in maniera sostenibile. La verità è che i ritmi naturali sono stati alterati dalla scienza che è figlia del materialismo, cioè della convinzione che al di là della percezione sensoriale fisica esista soltanto allucinazione.
Non è concepibile la creazione di un mondo diverso da questo, un mondo antimoderno, che prescinda dall'AZZERAMENTO della modernità. E questo al di là di Evola o Guenon. L'egoismo intelligente è una contraddizione in termini che, forse, funziona dialetticamente, ma che si scontra con la devastante consapevolezza che il modo di vivere EGOCENTRICO dell'IO MODERNO cartesiano e newtoniano ha devastato etnie, popoli e civiltà. Indiani d'America, Maori, Indios Sudamericani, Giapponesi Shinto, Cinesi Taoisti. Per non parlare dei Tibetani di cui tanto si sono sciacquati la bocca lorda i finto pacifisti delle belle occasioni. Un popolo ed una religione rasa al suolo dal materialismo post maoista ed attual-capitalista. Che schifo. COSA DIFENDETE? A quale lordura psichica, mentale, esistenziale volete collaborare? Mi spiace ma l' intervento di Renato è privo di qualsiasi fondamento filosofico, culturale, politico, e manca del sentimento necessario di Amore per il nostro Pianeta martoriato. Amore che porta necessariamente alla lotta. Sappiano i finto-pacifisti-newage che per permettere la loro stessa sopravvivenza saremo noi a combattere. Altrimenti potrebbero un giorno ritrovarsi in una fogna, lontani dai loro salotti-bene a discutere della difesa (teorica) dei popoli distrutti, in realtà, dal loro materialismo.
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 28-11-2008 01:23

Del passato non va ripreso la sua totalità, perchè la realtà è un'altra e va affrontata per ciò che è e non per ciò che vorremmo che sia andando verso mondi attualmente utopici.
Se però l'uomo di oggi vuole intraprendere questa guerra, battaglia o come la si vuole chiamare ("missione di pace" vi piace di più?), deve capire che l'unico modo per farlo è riprendendo lo spirito del "passato": quello stato d'animo che non ha età e che non può essere schematizzato in alcuna ideologia, a dispetto di quanti vorrebbero farlo e in tutti modi tentano invano. E' lo stato d'animo di un uomo spiritualmente libero, che per affermare la sua esistenza è disposto a combattere ogni giorno, fin quando sarà necessario, contro qualunque automatismo mentale si tenti di imporgli.
La differenza tra oggi e il "passato" è che oggi la spiritualità non è contemplata.

Egoismo intelligente? Conosco un termine molto più carico di significato, eterna fonte di equilibrio: saggezza.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 28-11-2008 10:38

L'Eroe, il Guerriero, il Pater familias...Credo di comprendere i riferimenti culturali e di capire che si tratta di immagini mitiche, di archetipi e simboli. Tuttavia un movimento cultural-politico deve saper calare quei simboli dai cieli azzurri dell'Ideale alla concretezza della storia. Temo che dopo questa operazione di riduzione al concreto resti solo un tardo dannunzianesimo e un aristocraticismo sterile. Ciò su cui dovremmo insistere nella nostra polemica antimoderna è la visione di una società non più fondata sull'economicismo e sulla competizione ma sul comunitarismo e su ritmi di vita più umani. Su queste premesse si può costruire un programma, non sul Guerriero e sull'Eroe.
renato@tradesystem.it
renato (Registered) 28-11-2008 12:47

Una doverosa precisazione. Il mio intervento è frutto di considerazioni personali e non vuole essere determinante in alcun modo per il movimento. In tal senso sono solo io il collaboratore di una, non ben precisata, "lordura psichica, mentale ed esistenziale".
Tuttavia, malgrado il mio pensiero sia privo di fondamenti culturali, filosofici e politici, ho alcune convinzioni (ed anche molti dubbi):
1. L'uomo non è un elemento dell'ecositema, nel senso che tutto il pianeta starebbe meglio senza di noi. Quello che possiamo fare è scomparire o cambiare volto alla nostra azione antropica cercando un punto d'equilibrio (Jared Diamond per approfondire).
2. Non conosco azione umana che non sia sospinta dall'egoismo. Concordo nell'usare il termine saggezza per indicare quello che ho chiamato egoismo intelligente.
3. Nell'amore per il nostro martoriato pianeta, penso di fare la mia parte, con modi e metodi che considero adatti, ma non pretendo che siano gli unici modi e metodi.
4. Temo il pensiero assoluto, temo chi appare privo di dubbi, chi combatte in nome degli altri, chi possiede la verità, chi irrompe sulla scena vestendo i panni del salvatore, chi, come prima cosa, vuole cambiare il mondo.
5. Credo che l'unica vera ricchezza provenga dalla famiglia, dalla comunità e dal continuo e mutuo scambio di idee con persone diverse che sentiamo affini.
aragorn (IP:79.15.249.41) 28-11-2008 13:22

C'è un fraintendimento che sta diventanto ingombrante. Il Sacerdote, il Guerriero, il Pater Familias, non sono un programma politico. Sono l'unica forma di "organizzazione sociale" che gli uomini di tutte le civiltà e di tutti i tempi, immaginarono per sè, prima che gli sconvolgimenti voluti dalle borghesie usuraie, schiavistiche e mercantili trasformassero il mondo medievale europeo nell'incubo che conosciamo, per poi infettare tutto il resto del pianeta. Se e quando il tumore chiamato occidente, con i suoi fetidi sfilazzi filosofici, scientisti, tecnologici, verrà eliminato, il mondo tornerà alla sua naturale organizzazione e suddivisione sociale, come ci spiega Guenon quando parla di Tradizione Unica.
QUINDI, EVIDENTEMENTE, SONO DELLE VALUTAZIONI E NON UN PROGRAMMA POLITICO.
"Elogiare la guerra, ovvero il rischio, la contrapposizione, la sfida, il coraggio, la lotta estrema per i propri ideali. Distruggere la ragione, ovvero il materialismo, il positivismo ed ogni loro nefasto sottoprodotto. Svelare l'inganno della democrazia, la finta libertà, la gabbia di parole vuote che accerchia la mente degli uomini d'occidente. Lo Zerismo può partire da qui" Questo è il passaggio più politico del mio scritto. Vi ricordo che primo, fin da Bologna, parlai di Zerismo e della necessità di affermare questo vocabolo. E' evidente che le dimensioni ideali devono essere tradotte in linguaggi e riferimenti più pragmatici ed immediati. Ma prima si costruiscono le fondamenta e poi l'edificio. Non facciamo la gara su chi è più pratico e smettiamola di confondere gli ideali con i programmi politici. Non è intellettualmente corretto. Con tutto il rispetto delle differenze ideali, vedremo se alla lunga potremo convivere con chi parla di "egoismo intelligente", che mi sempra una formula triste e penosa, senza nessuna origine ed ispirazione, e chiaramente moderna, intrinsecamente, tristemente moderna, utilitaristica, da ragionieri. Se voi "egoisti intelligenti" volete "aggiustare" questo mondo, posizionarvi sulla linea della riforma, limitare quel poco che serve l'usura, le biotecnologie, le distruzioni della natura, ovviamente siete liberi di farlo, ma credo che vi illudiate. Chissà cosa penserebbe Platone, o Nietsche, dell'"egoismo intelligente". Per incidere nella realtà ci vuole un retroterra spirituale, ideale, mitico, filosofico. Chi pensa in termini riformistici ha la stessa origine ideale di chi questo mondo lo sta distruggendo: Cartesio, Voltaire, Darwin, Marx, Freud, Einestain, la rivoluzione francese, il giacobinismo. Il comunitarismo e i ritmi di vita più umani, condivisibili orizzonti, sono ad un livello infinitamente più basso di una ispirazione eroica e sognatrice dell'esistenza. Voi volete, per una donna violentata 10 volte al giorno, un futuro di soli 3 stupri al giorno, e chiamate questo "realismo". Per quante poche possibilità abbia la donna schiavizzata, ovvero la nostra povera Terra, di liberarsi, noi sognamo che riprenda TUTTA la sua dignità, che torni libera, e che viva felice, che non significa che viva soltanto felice e sempre felice, non siamo degli illusi, ma "anche" felice. Bisogna essere RIVOLUZIONARI. La Banca Mondiale, il WTO, l'ONU, le democrazie occidentali, le Banche Centrali, e tutto il resto vanno distrutte, rase al suolo ed i loro dirigenti processati, questa volta si, per crimini contro l'umanità. Altri dovranno essere gli orizzonti ideali che le scuole, le famiglie, la cultura, trasmetteranno ai giovani. Il giappone imperiale fino al 1945, che aveva le ferrovie e l'energia elettrica, non le capanne di paglia, l'india induista fino a 20 anni fa sono la dimostrazione che gli ideali di una società tradizionale non svaniscono all'apparire di una lampadina. Visto che citate sempre Massimo Fini e ricercate la compatibilità totale tra quello che scriviamo ed il suo pensiero, vi comunico una sua dichiarazione con la quale dover fare i conti: "I nostri peggiori nemici sono i riformisti, anche quelli in buona fede. Una cosa deve essere chiara, noi questo mondo non lo vogliamo aggiustare, lo vogliamo radere al suolo". Comunque la discussione, grazie a Renato, Luciano, Andrea, Alberto e tutti gli altri si è fatta molto interessante. Chiederò a Massimo di scrivere qualcosa a commento finale.
M.F.D.M.
pirata (IP:79.15.249.41) 28-11-2008 14:48

Infiammata dal tema, essenziale, della relazione tra uomo e mondo ho definito "lordura" una certa posizione moderata molto diffusa negli ambienti intellettual-ecologisti. Quella per cui dobbiamo proteggere, si, l'ambiente, ma senza rinunciare alla lavatrice nè alla televisione(per esempio). Renato, tu ne diventi collaboratore (ma non tu solo!) nel momento in cui esprimi un pensiero che va nella stessa direzione, senza affermare una posizione netta. Non è la tua responsabilità personale che voglio criticare, ma una "ideologia" nefasta che ha portato danni immensi nella storia.
Vorrei affrontare ogni punto senza essere tacciata di pensiero assolutistico: le mie convinzioni sono radicali e solo apparentemente prive di dubbi, ma non per questo debbono essere percepite come pericolose.
1) L'Uomo è un elemento del Mondo. Ecosistema è una parola che indica soltanto l'involucro materiale di questa entità viva. L'essere umano ha una ben precisa funzione: presiede e custodisce le relazioni tra mondo visibile e mondo invisibile per garantire l'equilibrio del tutto.
2)Le più belle azioni umane, le azioni che più sono incise nella memoria collettiva e nel cuore, sono quelle prive di egoismo. La saggezza stessa si caratterizza per essere condizione raggiunta da un Io libero da egoismi e sentimenti troppo umani.
3)Non credo che manchi in te quell'amore per il nostro pianeta, ma certo manca nel tuo intervento perchè quella tua moderazione impedisce il sorgere di sentimenti di opposizione a questo stato di cose. Ognuno, viziato dalla tecnologia, si accomoda sull'idea che le cose comunque cambieranno un giorno perchè è nella natura delle cose, e non percepiscono il pericolo mortale cui siamo sottoposti. Un pericolo che mette in forse l'esistenza stessa delle "cose".
4) Io non voglio vestire i panni del salvatore, nè farli vestire ad altri, ma credo necessaria una assunzione di compiti e responsabilità almeno negli intenti. Non credi che sia una ricchezza avere un nucleo di convinzioni precise che guida l'azione nel mondo? Io non ho parlato di metodi ma di contenuti del pensiero. Tu stesso che consideri il Pianeta solo un ecosistema e non una entità con una sua anima, sei disposto a modificare la tua convinzione e percorrere strade nuove?
mzpuglia@hotmail.it
pirata (Registered) 28-11-2008 15:00

Per Vittorio di Giacinto:
Siamo in pieno dibattito e non mi sembra il caso che una opinione tra le altre possa essere trasformata in una definizione fondante l'identità del Movimento. Per cui attenderei la fine del dibattito e l'ulteriore precisazione "ufficiale" dei principi che fondano il pensiero e l'azione di MZ.Saluti
Amanda Incardona
vittoriodigiacinto
Di Giacinto (Registered) 28-11-2008 16:06

Per Amanda, direi che oltre la fine del dibattito, assisterei alla fine della battaglia , scherzo, la voce su wikipedia poi entra in discussione con altri, va discussa e documentata, non è facile inserie una voce senza basi reali.
h2otonic (Registered) 28-11-2008 16:55

Piacevolmente sorpreso dalle citazioni precise di pensatori negletti, vi ho letto e riletto con grande entusiasmo.
Troppe parole si sono sedimentate sui Principi Immortali in quasta era definita della comunicazione, le parole hanno preso il soppravvento.
Forse ciascuno di noi ribelli, che non viviamo evidentemente davanti al calcolatore, ma agiamo nel mondo reale, dobbiamo ripartire da sobrieta' e rigore, disprezzo e quindi scissione dal convenevole, diventando noi stessi esempi non sempre compresi e qualche volta offesi, di un anticonformismo eroico, forti solo delle nostre convinzioni e affatto sicuri della buona riuscita, come gli Eroi di una volta ci hanno insegnato tramite le loro gesta.
renato@tradesystem.it
renato (Registered) 28-11-2008 16:57

Certo che sono disposto a percorrere strade nuove, ma non certo per fede. Mi piacerebbe che lo fossero tutti, ma su questo nutro molti dubbi.
Nel mio intervento non parlo da riformatore perchè non lo sono. Parlo di azzeramento e di superamento , senza scomodare l'oltreuomo di Nietzsche.
Anch'io vorrei spazzare via il fondo monetario, la banca mondiale, il wto, il sistema delle banche centrali e così via, ma ogni tanto mi sveglio
(o forse faccio un'altro sogno) e mi ricordo che questa deve essere la battaglia dell'umanità e non di una ristretta cerchia di filosofi bellicosi.
Movimento zero potrebbe essere una delle miccie, potrebbe essere il manuale del combattente, ma non è l'esercito. Questo per me è realismo e non "volere per una donna violentata 10 volte al giorno, un futuro di soli 3 stupri al giorno". Questo è prima di tutto una stronzata ed in secondo luogo un atteggiamento che non condivido affatto.
Chi può dire cosa vuole un'altra persona?
Allora, io gradirei che il dibattito conservi toni pacati per non fare la fine degli altri blog.
Vorrei infine introdurre una provocazione molto realistica: come vi ponete nei confronti della questione demografica?
In altri termini, come fanno sette miliardi di persone a rientrare nelle grazie della natura? Qualcuno ha in mente soluzioni operative?
andrea.mastrodomenico@gmail.co
MASTERKID (IP:151.83.19.51) 28-11-2008 17:11

Interessante ,il dibattito intrapreso, condivido Renato ma sembra manchi qualcosa,difficile intervenire con una risposta semplice tra iperbole filosofiche,ma delle massime popolari delle mie parti esprimono meglio il mio pensiero:
1)se non si sfascia non si aggiusta
2)il mondo s'affina ma non si fina.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 28-11-2008 17:11

Mi chiamo fuori dalla lista dei moderati e dei riformisti, che aborro cordialmente. Abbiamo discusso seriamente e pacatamente, con rispetto reciproco. Mi associo a chi chiede delle conclusioni, provvisorie come tutte le conclusioni, alla voce più autorevole.
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 28-11-2008 17:54

A proposito di realismo: "1. L'uomo non è un elemento dell'ecositema nel senso che tutto il pianeta starebbe meglio senza di noi. Quello che possiamo fare è scomparire o cambiare volto alla nostra azione antropica cercando un punto d'equilibrio (Jared Diamond per approfondire)."

Questo discorso l'ho sentito fare dai vegani con cui mi è malcapitato di avere a che fare, nemmeno dai vegetariani.

Un elemento dell'ecosistema o dell'universo non è tale se fa star meglio il resto: è tale semplicemente per la propria esistenza.

Utilizzare l'utilità verso il pianeta terra come metro di giudizio universale mi sembra molto poco equilibrato, oltre che molto poco stimolante per l'azione intelligentemente egoistica di cui parli: un intelligente egoista si muove per se stesso, non per gli altri, tanto meno se questo significa annullare se stesso, non trovi?
E' come chiedere adesioni per il Movimento di Suicidio di Massa a persone che amano se stesse e la propria vita.

Sarei orgoglioso di difendere i miei monti, le mie terre, i miei boschi, il mio ambiente.
Non troverei nessun interesse nel difendere un pianeta a cui non appartengo perchè non vi sono utile.

C'è una bella differenza tra i due discorsi.

Difendere il pianeta perchè legati ad esso da un equilibrio naturale che non stiamo più rispettando da tempo, non perchè siamo il suo virus millenario per eccellenza.

Per quanto riguarda l'oltreuomo di Nietzsche: non sarebbe opportuno scomodarlo considerando che stiamo parlando di superamento umano nel periodo storico in cui vige il nichilismo?
Giovanni Marini (Registered) 28-11-2008 19:19

MISTICHE VISIONI
Mi complimento col signor Casalena per questo suo scritto che finalmente riporta il problema sulla Terra, non solo sulla terra, ma nel perimetro della razionalità umana. Molto chiaramente ci dice che l'attività umana su questo pianeta è termodinamicamente insostenibile, non solo, il sistema impatta negativamente sulla vita di gran parte dell'umanità. Questa la diagnosi, che mi trova d'accordo come credo la maggior parte dei pochi frequentatori di questo sito. Dopo di che i commenti spaziano tra il vagheggiamento di un Eden perduto (che non c'è mai stato) e il quid facere come nel post Zerismo1. E la difficoltà vera è proprio questa, dato che la diagnosi del male è già stata fatta magistralmente da M. Fini. Ma in cosa si concretizza questo rimedio contro il male di vivere moderno? Nello scaraventare nel cesso le migliori opere dell'intelletto umano, sostituite dalla rievocazione di un mondo antico fatto di sacerdoti-guerrieri-artigiani e relativa mistica eroica.
E' mai possibile che si debba perdere tempo a contestare questa puerile visione e non ci si sforza invece di provare a dare una risposta intelligente ai problemi che vediamo? L'opera di Fini è sostanzialmente incompleta, in essa c'è la diagnosi, non la terapia. Qualcuno, forse, un giorno la completerà. Questa è la sfida come io la intendo: un pensiero che completi l'opera di Fini.
Fini ha già dato, quello che dice è sempre interessante ma non sposta di un'acca il problema della soluzione....a meno che non voglia scrivere un altro libro. E comunque è sbagliato vedere in Fini il guru della situazione anche se può essere molto gratificante.
Pucciarelli (IP:84.223.158.228) 28-11-2008 19:52

Condivido appieno quanto scritto nell'ultimo messaggio postato . Credo sia sciocco erigere barriere tra gli iscritti ed i simpatizzanti imbastendo polemiche futili relative ad aspetti di fatto marginali al fine di una concreta attuazione di quanto sancito dal manifesto del movimento.
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 29-11-2008 00:43

Che l'attività umana sia ai giorni nostri termodinamicamente insostenibile è qualcosa che abbiamo ampiamente appurato un po' tutti credo, dal momento che MZ ha in parte fatto sua la teoria della decrescita.
La diagnosi del male è stata fatta da Fini e da tanti altri, sia prima che contemporaneamente a lui e sta al libero arbitrio di ognuno giudicare quali siano quelle più esaurienti.
Fatto sta che tra i punti di riferimento, oltre Fini, compaiono si Latouche e Goldsmith, ma anche De Benoist, che credo vada letto, soprattutto da chi cerca "una risposta intelligente ai problemi che vediamo" (li vediamo davvero?).

Parlare della mistica come di una puerile visione non solo dimostra (e nemmeno ce ne accorgiamo) quanto siamo materialisti, quanto stiamo toccando il fondo (e questo non è detto che sia negativo..), ma dimostra anche che la tanto sostenuta razionalità scientifica non è poi tanto capita, perchè si pensa al misticismo come a qualcosa di magico (dunque inutile perdita di tempo) piuttosto che invece a qualcosa di organico che ha luogo in noi e che il new age ogni tanto riesce a spiegare (sottolineo ogni tanto).

Come dice Latouche - il maestro della decrescita - prima di intraprendere un qualunque percorso bisogna lavorare innanzitutto su noi stessi, in modo radicale: bisogna decolonizzare l'immaginario. Ma decolonizzare l'immaginario non basta: bisogna anche difendere ciò che otteniamo dalla decolonizzazione e per farlo, in un mondo che quotidianamente ci bombarda col suo immaginario, abbiamo bisogno di sviluppare la nostra forza interiore e capirne la fonte.
Il divino non è nulla di così etereo come si crede: è semplicemente l'armonico equilibrio che si forma tra un cuore cosciente di sè e il naturale (spogliato dalla zavorra reale, a tratti virtuale) che lo circonda. Una condizione importante per condurre le nostre battaglie in questo mondo.
Come si spera di fare qualcosa per il mondo se non facciamo innanzitutto qualcosa per noi stessi? Come si fa a condurre una battaglia senza una roccaforte? Dobbiamo diventare noi stessi roccaforti, di noi stessi prima e del mondo poi.
Se si pensa che non ci siano percorsi interiori da compiere e battaglie da portare avanti a questo mondo, ma solo azioni da compiere in maniera razionale per migliorare un pianeta al quale siamo estranei, allora si dimostra di non aver ancora capito in quale realtà siamo.
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