19 luglio 2007 Pur nel rispetto e nella condivisione parziale di alcuni spunti critici prodotti dalla proposta di Ombriti di aderire alla lista che per brevità chiamiamo di Beppe Grillo, non sono d’accordo con gli argomenti essenzialmente pessimistici e catastrofici di chi teme di venir “snaturato” o “fagocitato” dal mondo politico e dalla “vecchie volpi”, dai “brutti, sporchi e cattivi” che in quel mondo navigano da tempo. Il discorso, poi, che “dobbiamo cambiare il sistema” è, mi spiace dirlo, totalmente inconcludente. I processi storici e politici sono lunghi, complessi e a volte subiscono svolte e accelerazioni imponderabili. Affermare, come è stato affermato, che noi di Movimento Zero non possiamo entrare in questa lista “perché poi ci succederà questo, quello e quell’altro” è come voler prevedere il futuro, quando ognuno sa con certezza che a questo mondo non c’è nulla di prevedibile, a maggior ragione nei laboriosi cambiamenti politico-sociali, sempre soggetti, come dicevo, a esiti spesso impensabili. Ebbene, vista la rapida decadenza della politica così come l’abbiamo conosciuta fino a vent’anni fa (quella di militanza e di partito), non vedo perché Movimento Zero non possa, come si diceva un tempo, agire su due fronti: quello interno, di sviluppo del movimento stesso, a tutti i livelli possibili (elaborazione e diffusione culturale, ma anche costruzione di una proposta politica, in una cornice di costante radicamento sul territorio); e uno esterno, cioè andare a vedere di volta in volta se occasioni – com’è per esempio questa della lista di Grillo – possono offrirci opportunità per allargare la nostra visibilità e giocare un ruolo attivo nell’agone pubblico nazionale. Insomma: andiamo a vedere le carte, prima di rifiutare il gioco. Raffaello Conti
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