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Zerismo/2 PDF Stampa E-mail
27 novembre 2008
 

 
Per me zerismo è una diversa visione del mondo e quindi, più propriamente, un modo di essere e di non essere. In tal senso condivido pienamente quanto scritto da Alessio Mannino nel “Chi siamo” su questo blog. Ribelli appunto, essenzialmente ribelli. Ma una cosa è essere concordi sulla natura del nemico, altra cosa è condividere i modi di combatterlo.
Il nemico è il sistema termodinamico che attraverso l’idea del migliore dei mondi possibili sta accelerando verso il baratro. Dunque è destinato a distruggersi da solo, come ogni feroce virus dopo aver ucciso il suo ospite. Per questo non dobbiamo bloccare nessuno, né pretendere che il mondo cambi. Il cambiamento non è l’azzeramento. Per zerismo io intendo una presa di posizione intransigente , la creazione di un mondo nuovo, un superamento, l’avvio di una storia evolutiva laterale.
Quindi condivido l’articolo di De Marco in parte. Divergo per le considerazioni intorno all’uomo eroe e guerriero, e per la visione di un passato nel quale si viveva felici in una specie di paradiso terrestre.
Non è mai esistito un tempo della felicità; ci sono state, invece, civiltà che vivevano secondo ritmi naturali. Queste civiltà sono state tutte inghiottite dalla modernità con il suo carico d’acciaio e di malattie. L’uomo moderno nasce da una specie di mutazione che ha sempre provocato danni all’intero ecosistema. Da dodicimila anni, cioè da quando piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori si sono trasformati in comunità di allevatori e coltivatori, l’attività predatoria è diventata l’essenza dell’essere umano. Per questo io credo in un futuro dove l’uomo venga superato e non ritrovato. Superato da un tipo che cerchi l’equilibrio, che collabori e non competa, che lasci il mondo meglio di come l’ha trovato.
Tuttavia questo superamento della  modernità, della democrazia e del profitto non è la negazione di tutto quanto è nel mondo moderno. Non è, ad esempio, la negazione della tecnologia quando questa è realmente positiva. Quanti rinuncerebbero al progresso scientifico e tecnologico in momenti di necessità? E’ invece, in estrema sintesi, la sostituzione di un egoismo stupido con un egoismo intelligente.

Renato Casalena
 
Destra e Sinistra, l'arco complementare PDF Stampa E-mail
27 novembre 2008
 

 
Istruzioni per un centrosinistra moderno che vuole vincere.
1) Se si trova un candidato alla Vigilanza che non garba a Berlusconi, impallinarlo all'istante.
2) Se il Bocchino di turno non riesce a spiegare perché la maggioranza debba decidere anche le cariche che spettano all'opposizione, salvarlo con un pizzino.
3) Se Latorre telefona amorevolmente a Ricucci e a Consorte durante la scalata illegale al Corriere e a Bnl, fare finta di niente e negare ai giudici il permesso di usare le telefonate, cosicchè gli elettori possano pensare che destra e sinistra si coprono a vicenda ed è tutto un magnamagna. Se invece Latorre imbocca un Bocchino, chiederne la testa (sempreché si trovi).
4) Se D'Alema telefona a Consorte per trattare con un socio Unipol in cambio di «favori politici», negare insieme al centrodestra l'uso giudiziario delle intercettazioni, così il centrodestra chiederà in cambio il no alle telefonate tra Dell'Utri e un mafioso latitante.
5) Se Ligresti, pregiudicato per corruzione e dunque amico di Berlusconi, vuol fare affari in un comune governato dal centrosinistra, tipo Firenze, fargli ponti d'oro per portarlo dalla propria parte. Berlusconi non va combattuto, ma anticipato.
6) Anziché tener lontano da Firenze il corruttore Ligresti, cacciare dalla città i lavavetri e gli accattoni. Berlusconi non va combattuto, ma imitato.
7) Se poi si viene indagati, come l'assessore Cioni, per tangenti da Ligresti, gridare al complotto politico come un Berlusconi qualsiasi («Se non fossi candidato alle primarie di Firenze, mi avrebbero indagato lo stesso?»).
Perché Berlusconi non va combattuto, ma copiato.

Marco Travaglio

da www.voglioscendere.ilcannocchiale.it
 
Zerismo/1 PDF Stampa E-mail
26 novembre 2008
 
 
 
Non è questione secondaria la definizione di una nuova ideologia o, meglio, visione del mondo. E’ addirittura essenziale, e la stessa esistenza di Movimento Zero sarebbe poco utile se la questione, nel modo e nei tempi giusti, non venisse definita. Zerismo deve suonare come romanticismo e futurismo, solo per fare due esempi. Lo Zerismo dovrà diventare un modo di concepire se stessi e la realtà che ci circonda. Il percorso è impegnativo ma inevitabile. Non è sostenibile dal pianeta e dall’uomo il destino perverso e tossico che elite oscure hanno disegnato per tutti noi. Qualcuno dovrà sbarrare loro la strada. E costoro, gli svegli ed i risvegliati, dovranno avere una chiara idea del mondo e dei valori che sentono primari, esattamente come ce l’hanno coloro che questo mondo stanno distruggendo.
Intorno allo Zerismo dovranno coagularsi coloro che per “intimo sentire” avvertono come estraneo il mondo concepito secondo i disvalori tecnico-economici e materialistici. In fondo al cuore di esseri dotati di sangue celeste vi è una luce che non può essere spenta. Ad essi dobbiamo parlare e da questi dobbiamo essere riconosciuti come portatori di un nuovo-antico pensiero. L’uomo eroe , guerriero, sacerdote, pater familias, conoscitore di un’arte (mestiere), che si concepisce come parte di un disegno cosmico di bellezza e meraviglia, rappresentato dalla natura e dalle forma viventi. Da contrapporsi all’homo economicus, l’ipnotizzato ed inconsapevole cittadino dell’occidente, illuso di essere libero grazie alla democrazia; cianciante di diritti civili, volontariato, associazionismo, partecipazione, società civile.  
Chiuso tra ideali di realizzazione apparentemente diversi tra loro, ma in realtà figli di un unico disegno di controllo della psiche: dal possesso e dall’accumulo finanziario agli ideali di consumi equi e solidali. Gli orizzonti materialisti ed atei hanno corroso ormai anche quel poco di spirituale che le religioni ufficiali rappresentano, a dimostrazione che nulla che abbia rilevanza nel tempo attuale potrà aprire le porte di una nuova epoca. Ma il nuovo, il giusto, non possono muovere i primi passi partendo da un terreno infettato di modernità, e l’antimodernità non può essere una critica della “misura” della modernità.
Il passato non torna, ma la pianta nasce sempre identica ad una pianta precedente, e quando essa cresce storta è nel passato “normale” che si deve cercare il modello della normalità, del ripristino. L’eccezione, la deformità temporanea, ovvero l’attuale società cancerogeno-radioattiva, dovrà essere considerata una deviazione dalla normalità. Lo splendore dell’uomo non può essere infantilmente ricercato nel futuro e nel nuovo che non esiste. Lo si deve auspicare per il futuro, ovviamente, ma i disegni giacobini e marxisti ci dovrebbero aver ben fatto comprendere quanto sia pericoloso e perverso immaginare un mondo nuovo contro la natura e le leggi del buon senso e della conoscenza cosmica.
Il “mondo nuovo” è appunto quello che viviamo oggi, il mondo legato alla tecnica, alla scoperta scientifica, all’invenzione; nuovo appunto perché inventato. L’ateismo, il materialismo, il pacifismo, l’egualitarismo scientista e tecnologico, con l’aggregato discendente di evoluzionismo e psicanalisi, relativismo e positivismo, sopravvivono in maniera manifesta o sottile nelle coscienze e nelle cellule cerebrali di ognuno di noi. Essi sono i pilastri della modernità, ne perpetuano il demonico disegno di distruzione perché è da questo substrato che, anche inconsapevolmente, hanno avuto origine i soli movimenti che ne avrebbero potuto ostruire il cammino. Elogiare la guerra, ovvero il rischio, la contrapposizione, la sfida, il coraggio, la lotta estrema per i propri ideali. Distruggere la ragione, ovvero il materialismo, il positivismo ed ogni loro nefasto sottoprodotto. Svelare l’inganno della democrazia, la finta libertà, la gabbia di parole vuote che accerchia la mente degli uomini d’occidente. Lo Zerismo può partire da qui e con questo spirito tenere uniti, sotto gli auspici di Giano che guarda al passato ed al futuro, il mondo antico degli uomini felici e quello futuro degli uomini ritrovati. Se lo Zerismo sarà il fiume che travolgerà l’onda di petrolio che uccide e paluda, o solo un affluente del grande serpente d’acque bianche che chiuderà un’era e ne aprirà un’altra, io non posso saperlo. So soltanto che qualcuno dovrà attrezzarsi per questo ruolo e questo scopo. Non vedo nessun altro in giro. E non rimane molto tempo. Cominciamo noi.

Marco Francesco De Marco
 
Lussuriosi comunisti PDF Stampa E-mail
26 novembre 2008
 
 
Rassegnatisi alla dittatura del mercato, i comunisti in cachemire si sono convertiti alla dittatura dell'auditel. Vladimiro Guadagno, il trans in arte Vladimir Luxuria, trombato (o trombata) senza godimento alle ultime elezioni, ha vinto quelle dell'Isola dei Famosi. Rifondazione Comunista, scomparsa dal parlamento assieme ai compagni di Diliberto e ai Verdi pistacchio di Pecoraro Scanio, si è presa la sua rivincita. Donna Bertinotti si è commossa, il direttore di Liberazione, Piero Sansonetti, l'ha paragonata a Obama, il segretario del partito Paolo Ferrero vuole candidarla alle europee. E tutta la grande stampa italiana si è accodata nell'esaltare o nel ridicolizzare il televoto del reality con foglia di fico "progressista".
A noi non frega assolutamente niente. Ma qualche riga la scriviamo comunque solo per ricordare a quanti, fra gerarchetti e adepti dei partiti, cianciano di  "politica", di "valori", di "etica", di "democrazia". Questa è la politica italiana, specchio della televisione: baruffe sul nulla, spiate, gossip, voyeurismo. Questi sono i valori: la visibilità ottenuta con tutti i mezzi, dando spettacolo di sè fino agli estremi orifizi. Questa l'etica: non averne alcuna, l'importante è il voto (anche televisivo e premiato, come sempre, da un premio in denaro). Questa la democrazia: uno show in cui ognuno è personaggio da commedia, un anno nel ruolo di politico, l'altro in quello di saltimbanco del piccolo schermo.
Fortuna che qualche comunista con un po' di sale in zucca è rimasto. Come Norma Rangeri, che sul Manifesto di oggi scriveva: "Non c'è bisogno di scomodare i sacri testi (le note di Giorgio Agamben a «I commentari della società dello spettacolo» di Debord) per convincersi di come «nella piccola borghesia planetaria, nella cui forma lo spettacolo ha realizzato parodisticamente il progetto marxiano di una società senza classi, le diverse identità che hanno segnato la tragicommedia della storia universale, stanno esposte e raccolte in una fantasmagorica vacuità». Gli italiani stanno vivendo da quasi un ventennio l'egemonia sociale, prima ancora che elettorale, di un berlusconismo, che riceve sempre nuove conferme da una classe politica di sinistra affollata di uomini, donne e transessuali convinti di cavalcare una tigre che se li è già mangiati. (...) La povera Luxuria (in senso lato vista la sontuosa vincita) è entrata nello show come un volantino stampato («parlerò di problemi sociali e politici»), e ne è uscita come una donnetta da ballatoio. Il massimo della popolarità lo ha infatti raggiunto con la spiata di un flirt tra una bella argentina (Belen Rodriguez) e un rubacuori del jet-set (Rossano Rubicondi), marito di Ivana Trump".
La sinistra è morta. Le è rimasta solo la lussuria del tubo catodico.

Alessio Mannino
 
Decrescita: dibattito fra Fini e Pallante PDF Stampa E-mail
24 novembre 2008
 
 
L'ambientalismo-tampone PDF Stampa E-mail
24 novembre 2008
 

 
Il nuovo presidente Usa, Barack Obama, ha dichiarato di voler mettere fine entro dieci anni alla dipendenza dall’oro nero, coprire con le fonti rinnovabili il 10% del fabbisogno americano entro quattro anni, introdurre nuove tasse per le compagnie petrolifere e ridurre del 15% dei consumi di elettricità. Anche l’Unione Europea dovrebbe approvare entro l'anno un piano comune, che prevede la riduzione delle emissioni di Co2 del 20% secondo il protocollo di Kyoto e fino al 30% a partire dal 2013. Traguardi ambiziosi  e importanti che cercano di contrastare la piaga sempre più grande del cambiamento climatico.
Da Kyoto in poi quasi tutti i governi del mondo, in maniera più o meno di facciata e strumentale, sono diventati paladini della salute del Pianeta, mettendo in atto ogni possibile misura per "ridurre l'inquinamento", quasi sempre parziale e improvvisata.
Amanti dell'ambiente ma non fino al punto di dover sacrificare ad esso la produttività del sistema industriale. Come ci insegna il governo italiano, secondo cui, con la crisi finanziaria in atto, non è il momento di "fare i Don Chisciotte" con obbiettivi che rischiano di danneggiare le imprese. A parte la scandalosa miopia italiana che minaccia di far saltare il tutto, è lodevole l'impegno di Europa e Usa in questa direzione; benchè resta il fatto che si tratta sempre e comunque di interventi parziali e approsimativi per salvare il salvabile di di fronte a un disastro annunciato, quello ambientale, senza interrogarsi  minimamente sulle sue cause.
L'ambiente è diventato un malato in condizioni disperate che si cerca di curare in tutti i modi, senza però rimuovere la causa originaria. Vale a a dire che la Terra non è più in grado di sostenere i ritmi e i tempi di un modello economico basato sulla crescita economica illimitata. Una crescita votata quasi all'infinito che non si pone limiti nel depredare ogni risorsa naturale per perpetuare se stessa. Governanti, economisti e potentati economici potranno riempirsi la bocca finchè vogliono di parole come sviluppo sostenibile, politiche energetiche, protocolli di Kyoto, ma se non si comincia a mettere in discussione questo dogma intoccabile i danni al mondo che ci circonda saranno irreparabili. E la qualità della nostra vita definitivamente compromessa.

Marco Ghisolfi
 
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