24 settembre 2007 Mentre Mike Buongiorno litiga con Loretta Goggi, mentre ogni tanto viene rispunta fuori Corona e ci assicurano che i mancini sono più intelligenti, accadono fatti che vengono poi portati lentamente al silenzio. L’Iran sarà il prossimo teatro di scontri tra l’Occidente buono e i cattivi islamisti? Le dichiarazioni del Ministro degli Esteri francese Kouchner non sono rassicuranti. Tuttavia sono state accolte da parole sensate dal capo del governo iraniano Ahmadjnejad. I media costruiscano lentamente, mattone su mattone, l’edificio del "malefico" Iran. Ci parlano dell’Iran per la questione nucleare. Poi silenzio. Ci parlano dell’Iran per le esecuzioni capitali. Poi altro breve silenzio. Poi arriva Kouchner. Poi arriva Bush che parla di distensione diplomatica dopo aver fatto paventare, non molti mesi or sono, lo spettro di un'aggressione a suon di missili contro lo Stato "canaglia". Altra questione sali-e-scendi, l'economia. Abbiamo l’euro a 1,40 e passa dollari, visto che la Banca Centrale americana ha abbassato il valore della moneta di casa. La crisi economica recente non è passata, ma per ora si rema ancora. Ormai la finanza globale è come una ragnatela che ha avvolto tutto. Basta far vibrare uno dei filamenti, resistente e al contempo fragilissimo, che gli effetti si ripercuotono per tutta la superficie della tela. Insomma, non c’è da stare allegri. Ma finché gli ‘schei’ non mancano, o ce ne sono a sufficienza, va bene così. Andiamo al baretto, ci si beve un aperitivo e si fa finta di niente. Meglio ignorarli, questi problemi su cui del resto non capiamo niente e verso cui ci sentiamo impotenti. Del resto, finchè abbiamo dei media che funzionano così bene... Ma capirci qualcosa si può. Si deve. A cominciare dalle realtà locali, da quelle più piccole, dalla propria città. Ecco, cominciamo dal basso. Contro la globalizzazione che tutto inghiotte e che genera meccanismi su cui non abbiamo, in ultima analisi, alcun potere, ripartiamo da ciò che conosciamo meglio. Salutare localismo vs alienante globalismo. Francesco Viaro
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