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Alleanza ebreo-sunnita PDF Stampa E-mail

11 Febbraio 2019

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Non paga del suo tentativo di alimentare la guerra civile in Venezuela e, alla bisogna, come più volte ripetuto, pronta ad un attacco militare contro il Paese caraibico, ora l'amministrazione Trump punta anche all'Iran.  Mike Pompeo, ex direttore della CIA ed oggi segretario di Stato, ha dichiarato alla Fox di essere "assolutamente convinto" che si possa formare un'alleanza tipo NATO contro l'Iran.  Proprio in funzione anti-Teheran la Casa Bianca ha organizzato un vertice, in Polonia, per il 13 e 14 febbraio. "Penso", ha aggiunto Pompeo, "che ogni Paese capisca che è nel suo miglior interesse [far parte di questa "alleanza" contro l'Iran]. Ora dobbiamo lavorare sui dettagli per riuscirci".  La Casa Bianca intende costituire una “alleanza strategica ebreo-sunnita” contro l’Iran. Non è casuale, in tal senso, il rientro al Dipartimento di Stato USA di Elliot Abrams, uno dei fedelissimi al tempo di Ronald Reagan, negli anni Ottanta del secolo scorso. Una figura tristemente nota, implicata nei massacri in Guatemala, Salvador e Nicaragua, e già attiva sul “dossier Venezuela”.

 

Curiosamente, proprio negli ultimi tempi, sono divenute ufficiali le comunicazioni delle autorità militari e politiche israeliane nel rivendicare attacchi dell’aviazione di Tel Aviv in Siria. Nulla che non si sapesse già, certo, ma il fatto nuovo sta nel dichiararlo apertamente. Si sapeva da anni, inoltre, del sostegno “umanitario” ai feriti salafiti-wahabiti curati negli ospedali israeliani e poi rimandati al fronte in Siria. La stampa israeliana ha più volte riportato le immagini delle visite a questi feriti effettuate negli ospedali dal primo ministro Benyamin Netanyahu.  Ora, in modo nient’affatto sorprendente, si viene a sapere che non solo di “sostegno umanitario” ai “ribelli siriani” nel Golan si trattava. È l’uscente capo di stato-maggiore delle forze armate israeliane, generale Gadi Eisenkot, a dichiarare al Sunday Times che, negli “ultimi anni”, lo Stato ebraico ha equipaggiato e appoggiato militarmente i jihadisti di almeno 12 gruppi. Ed è ad una pluralità di giornali che Eisenkot sta rilasciando interviste. Ha ammesso che sono centinaia i bombardamenti effettuati dall’aviazione israeliana in Siria, a ben vedere coperti dalla complicità ed impunità assicurate dalla sedicente “comunità internazionale” a guida USA. Nel solo 2018, ha detto Eisenkot, sono state almeno 2mila le bombe scaricate da Israele in Siria su obiettivi iraniani, di Hezbollah e della Siria stessa. Israele, che sulla questione-Venezuela è stato tra i Paesi più solerti, dopo gli Stati Uniti, a riconoscere l’auto-proclamato presidente Guaidò, non mancherà ovviamente all’appuntamento del vertice anti-Iran della settimana prossima a Varsavia, in Polonia.

 

Francesco Cartolini

 

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