29 gennaio 2008
Ma chi è il consulente d'immagine di Alessandra Mussolini? Uno della Gialappa's band? Perchè se vuole demolire la credibilità della Nipote del Nonno facendole credere di far ridere (e acchiappare qualche voto in più), be', c'è riuscito. A diradare ogni parvenza di serietà come donna in politica, non a farci ridere. Guardatela nel video sopra. Ospite dell'ultima trasmissione di quel geniaccio cinico e sornione di Gianni Boncompagni, la ducia di uno dei tanti branchi della declinante razza dei neofascisti incalliti si produce in un suo alter ego "de sinistra". Patetica. Come lo è tutta la sua strategia di comunicazione - se così si può chiamare - basata ad un estremo sulla rivendicazione dell'orgoglio femminile con accenti da pasionaria core e' Napule ("rispetto per le donne, le donne devono contare di più", ripete ad ogni talk show televisivo: rinnega così la sapienza maschia e romana della Buonanima, che in fatto di femmine aveva tutto un altro sentire?), e all'altro sul disco rotto delle memorie littorie e di quelle quattro-cinque parole d'ordine riverniciate di nuovo ma ricalcanti sempre lo stesso ammuffito armamentario ideologico. Salvo poi salire di volta in volta sul carro di questa o quella alleanza elettorale per racimolare qualche poltroncina per fare sì i fascisti del 2000, ma col culo nel salotto di Vespa. "Meglio fascisti che froci", ha decretato una volta la Mussolini proprio dal giornalista di regime per eccellenza. Meglio froci col senso della dignità politica (e personale: cosa non si fa per una comparsata in tivù, l'ex attrice Alessandra), che fascisti (ma lo fossero davvero: quelli veri, come i comunisti veri, erano tutt'altra cosa) che ondeggiano fra sterile culto del passato e disperato presenzialismo catodico... (a.m.)
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