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Passerà Salvini ma non i motivi che lo hanno spinto in alto PDF Stampa E-mail

19 Agosto 2019

 

Da Rassegna di Arianna del 17-8-2019 (N.d.d.)

 

Sui media anti salviniani è ormai scattata la sagra del pappappero: tutti a dare addosso al Salvini baro incapace e sbruffone incompetente, tutti a prendere in giro il bluff del dittatore all’amatriciana. In effetti, lo strappo di mezzo agosto tentato dal leader leghista sembra avviato verso un vicolo cieco, anche se la sinistra farebbe bene a non cantare vittoria troppo presto. Innanzitutto perché il governo Pd-M5S non è ancora blindato: l’eventualità che si vada alle elezioni, con conseguente all in salviniano, non è ancora tramontata. Così come non sta scritto da nessuna parte che la maggioranza gialloverde sia davvero giunta al capolinea (anche se un passo indietro di Salvini dopo lo strappo unilaterale sarebbe piuttosto incomprensibile).

 

In secondo luogo, quand’anche si formasse un esecutivo alternativo con la Lega fuori dai giochi, è tutto da vedere che si tratti di un governo vero e non di un governicchio effimero, capace solo di ritardare le elezioni e di far crescere ancora di più i consensi di Salvini, nel frattempo passato all’opposizione a tuonare contro l’inciucio. Ma c’è soprattutto un terzo elemento di cui tener conto, di più ampia prospettiva e meno legato alle contingenze parlamentari, ed è il fatto che i Salvini passano, l’urgenza di una certa agenda politica resta. Si tratta di un punto che la sinistra non riesce ad afferrare perché, per anni, ci ha ripetuto e si è ripetuta che i successi sovranisti derivavano dalla mera propaganda, dalle bugie, dalle fake news. Ci hanno detto che la Lega cavalcava temi creati ad arte, emergenze costruite a tavolino, che nulla, di quello che usciva dalla bocca dei populisti, aveva minimamente a che fare con la realtà.

 

Se si parte da questo presupposto, è logico che una volta neutralizzato l’avvelenatore di pozzi ci si possa illudere che il problema sia risolto e che gli italiani, risvegliatisi dall’incantesimo sovranista, divengano finalmente una diligente massa di cittadini orientati in senso liberale e moderato. Purtroppo per la sinistra, questo presupposto è semplicemente falso. Come abbiamo più volte sottolineato, il successo di Salvini è sì dipeso da una propaganda martellante e finemente studiata, cosa peraltro in politica non proibita, ma anche e soprattutto dal fatto di aver messo in cima all’agenda una serie di temi reali disertati dalle altre forze, tra cui soprattutto l’immigrazione e un ripensamento dell’Unione europea. Il semplice fatto di tramare per creare un governo Pd-M5S che abbia il solo scopo di ribadire una linea immigrazionista e prona a qualsiasi diktat eurocratico, peraltro a pochi mesi da elezioni europee che hanno mandato un messaggio diametralmente opposto, la dice lunga sulla miopia che regna in certi ambienti a riguardo. Perché, parliamoci chiaro: l’inciucio basato sulla linea Fico può anche durare. E, magari grazie all’aiuto della quinta colonna togata, Salvini lo si può anche togliere di mezzo. Ma se l’astro di Salvini tramonta ne comparirà un altro al suo posto, e non è detto che sia più rassicurante per le élite liberali. Salvini, in fin dei conti, è un sintomo. E i dottori che curano solo i sintomi senza curarsi delle malattie, possono anche creare delle infiammazioni dagli esiti imprevedibili…

 

Adriano Scianca

 

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