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Tutti giù nel Cesso PDF Stampa E-mail

4 febbraio 2008

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Il governo delle riforme è abortito prima di nascere. Franco Marini, il lupo marsicano della partitocrazia democristiana, non ce l'ha fatta.
Le Camere del Pio Albergo Trivulzio parlamentare saranno sciolte e si andrà a ripetere la messa in croce, pardon in crocetta (elettorale), del popolo mediante le elezioni.
Rito sommamente non democratico. E non tanto, non solo, non perchè le liste dei candidati siano bloccate, decise a tavolino dai partiti-mafie. Quando mai le liste le hanno redatte gli elettori?
La porcata non sta nel Porcellum. La porcata è nel sistema rappresentativo, che rappresenta soltanto, e da sempre, i cooptati dai partiti, a loro volta marionette di banche, cordate industriali e interessi forti vari.
Parlano di riforme. Ma quali riforme possono essere valide, in un organismo dissanguato dalla gigantesca presa in giro della nostra cosiddetta democrazia?
Va cambiato tutto, da cima a fondo. Un referendum non ci salverà. Le elezioni, meno che meno. La resistenza passa dal rifiuto.
Rifiutiamo la monnezza dei partiti. Di tutti i partiti. Tiriamo lo sciacquone del Grande Cesso. (a.m.)

I compagnucci della parrocchietta riformista

La parola d’ordine, tra le macerie centro-sinistrose è una sola: bisogna attuare le riforme.
Estremo miracolo della sintesi del simulacro mancino, dalle 280 pagine deliranti del Programma del 2006, vero e proprio caso clinico ad un unico perentorio punto...
Il sottoscritto, però, deve ammettere la sua totale ignoranza politica: non ha cioè la minima idea di cosa siano, queste benedette riforme...
Il silenzio–assenso supino dei giornalai al seguito lo conforta in questa sua ipotesi: discorsi “tecnici”, da “addetti ai lavori”, mica roba da cittadino comune.
O meglio, una di queste riforme così inderogabili si conosce: è la famigerata “modifica” della legge elettorale.
Una sorta di questione “totemica”. Ci dicono che da lì tutto dipende, crisi di governo, ingovernabilità, financo, forse, la propensione al delinquere parlamentare.
I compagnucci della parrocchietta di sinistra hanno a cuore la cosiddetta “questione morale”. La priorità , come dice Veltroni, è "il bene del Paese”.
“Il paese non vuole votare con questa legge”, ipse dixit.
Peccato che questa legge sia particolarmente funzionale per una distribuzione “democratica” delle prebende clientelari e che quindi tanto vituperata non sia.
Alberga nel sottoscritto una “vaga” impressione che questo amor di stato postumo voglia dissimulare il terrore di  una debacle elettorale biblica...
Ed il resto?
A me sembrava che i compagnucci, traghettati dal tondino di ferro anni Settanta all’ostensorio in rame del nuovo millennio, di “riforme” ne avessero fatte fin troppe in questi 11 anni, sette dei quali vissuti sotto la loro “supervisione”.
Saccheggio totale e svendita al mercatino di Telecom, Enel, Ferrovie dello Stato, Sme, le fusioni stellari di banche di ogni tipo e pezzatura,i giochi di prestigio con le varie municipalizzate...
La disintegrazione del tessuto produttivo manifatturiero italiano, il “merging” selvaggio, le cosiddette incorporazioni che hanno creato migliaia di disoccupati, la grande distribuzione francese e tedesca ma in realtà globalizzata che controlla, di fatto, la distribuzione ed ha azzerato il potere contrattuale dei lavoratori.
Dulcis in fundo “la politica sociale” stile BCE, “lacrime e sangue”, che la sinistra più globalizzata e liberista d’Europa ha sposato in maniera acritica. Altro che deriva massimalista!
Dall’altro canale di scarico, quello destrorso, poche idee e molto chiare, invece. Saccheggio delle case occupate dalla fazione avversa, pulizia etnica e  “stupri” di massa, stile tigre Arkan. Poi un po’ di frattaglie “ad personam” un presidio geriatrico gratis, schede del digitale terrestre per tutti.
Oltre al  repulisti in rete, per levarci di torno questi rompicoglioni che continuano a farci le pulci, una bella “notte dei doppini”.
Amen.
Mauro Maggiora

Commenti
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vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 06-02-2008 11:58

Allora rispondo alla giusta affermazione del post,"la resistenza passa dal rifiuto.Rifiutiamo la monnezza dei partiti. Di tutti i partiti. Tiriamo lo sciacquone del Grande Cesso" di conseguenza vanno fatte le liste civiche, per delegittimare appunto i partiti (i candidati non devono essere iscritti a partiti), inoltre su web gira una certa diffusione del sito io non voto.it, che però legittima qualcuno cioè i promotori, consiglio da una mia breve valutazione quanto mi segala il mio Amico Massimo Merighi da Palermo il sito
http://www.bispensiero.it/nessunodiloro/
Castruccio (Registered) 06-02-2008 15:48

Cambia poco tanto, sempre gli stessi saranno.
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