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La provocazione di Èllero PDF Stampa E-mail

12 marzo 2008

I media sono imbarazzati quando affrontano l'argomento, ma c'è una parte della società civile che da mesi va ripetendo una cosa sola: alle politiche non bisogna andare a votare perché ciò, seppur indirettamente, legittima una classe politica ormai sfiduciata nella sua interezza.
Massimo Fini da sempre ripete la cosa, ponendo un critica radicale, di sistema. Un pensiero simile lo esprime Beppe Grillo, pur su un piano più immediato. Il mondo accademico invece è prudente nei confronti di questa sfiducia bipartisan (con l'eccezione del professor Giovanni Sartori, che pure è un politilogo dell'establishment). E sempre all'interno del mondo accademico va segnalata la recente uscita del professor Renato Èllero (docente di diritto all'università di Padova) che dalle colonne del suo blog e dagli studi di Telenordest ha lanciato una proposta singolare, che ha incendiato l'animo degli ascoltatori: le elezioni dovrebbero essere valide solo se va a votare il 50% degli aventi diritto, in caso contrario la consultazione non è valida. Ma - e qui viene il bello - coloro che si sono presentati ad una consultazione che non ha ottenuto questa sorta di quorum, non potranno più essere ricandidati. Si tratta di una proposta volutamente provocatoria, come sostiene lo stesso Èllero. Ma necessaria, per spezzare lo stato di empasse nel quale si è ficcata l'Italia, nella quale i poteri forti (politici ed economici) stanno asfissiando il Paese.
Credo che l'argomento debba essere rilanciato, magari con un simposio nazionale. Perché ora è chiaro. Chi ad aprile non andrà a votare finirà volente o nolente iscritto nell'unico partito dell'antipolitica, che è poi non è altro che richiesta veemente di una buona politica scomparsa da anni. Sul mio blog, La Sberla, ho cercato di approfondire l'argomento con un post specifico, ricco di collegamenti multimediali.

Marco Milioni

Commenti
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max (Registered) 12-03-2008 16:13

Non mi risulta che Beppe Grillo esprima un pensiero simile a quello di Fini, almeno stando a quanto si legge nel suo blog: mi sembra una posizione non solo progressista, ma spesso, addirittura liberale e sviluppista.
AlMan (Registered) 12-03-2008 17:07

A onor del vero, Grillo sostiene che alle politiche non bisogna votare "perchè è una presa in giro". Le motivazioni poi si fermano al contingente (legge elettorale anticostituzionale, abolizione preferenze, etc) e non vanno in profondità, ma la posizione è identica.
syn (Registered) 13-03-2008 16:41

Si, la posizione è identica.
max (Registered) 13-03-2008 22:33

Sì, la posizione è identica per quanto riguarda la politica nazionale, ma sull'economia è estremamente ambiguo. Mentre lui spesso nei suoi spettacoli sembra avere posizioni critiche verso lo sviluppo, nel suo blog tira l'aria opposta.
Questo è il punto centrale, non la politica, perchè è dall'economia che si capisce cosa si vuole costruire.
D'altronde che Grillo sia contraddittorio non lo dico certo solo io.
Finchè non prenderà posizione netta contro ogni tipo di sviluppo economico, Grillo per me -e non solo- resterà un punto interrogativo.

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