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Una questione pił filosofica che scientifica PDF Stampa E-mail

21 Gennaio 2021

 Da Rassegna di Arianna del 19-1-2021 (N.d.d.)

“Prima si capirà che la scienza NON HA NULLA DA DIRE sull’origine dell’universo e meglio sarà, sia per la scienza che per la filosofia” scrive Vincent Vega sul sito del biologo Enzo Pennetta (www.enzopennetta.it) in un commento del 14-2-2016. In effetti, non ho mai capito come, sulle questioni di fondo che hanno sempre tormentato l’uomo fino dagli albori, gli “scienziati” e in special modo i più virulenti di loro – alcuni tra i fisici- pretendano di poter avere delle “spiegazioni” più convincenti di altre da poter offrire. Se vogliamo, l’antica questione tra atei e credenti sull’origine dell’universo e della vita può essere semplificata al massimo nelle seguenti posizioni:

1) La materia (preesistente, anche se non si sa come) ha dato origine a materia sempre più complessa che si è auto-organizzata casualmente in varie forme, fino alle più evolute forme viventi dotate di coscienza ed auto-coscienza di sé come unità e individualità (Io), e di capacità di riprodursi. Si è trattato, insomma, di una specie di puzzle auto-riempito in cui “predisposta una configurazione di partenza, ossia una condizione iniziale, le leggi determinano ciò che accade nel futuro” (Hawking, Il grande disegno, 2011). 2) Un Disegno, un Progetto (intelligente, cosciente) disincarnato (Dio?) ha innescato un processo finalizzato, portato fino alla realizzazione materiale di varie forme, tra cui le più evolute. Tali forme disparate all’apparenza sono solo manifestazioni diverse di un’unica Entità sostanziale, situata al di fuori del tempo e dello spazio fenomenologico.

La posizione 1, accettata universalmente dal materialismo contemporaneo, sostenuto dalla scienza illuministica, sarebbe maggiormente accreditata ed “evoluta” rispetto alla 2), appannaggio di infantili “creduloni”. Ma è proprio così, come vuole farci credere il Pensiero Unico imperante?

Il problema, in realtà, lungi dall’essere scientifico, è filosofico, nonostante la dichiarazione di Hawking sulla morte della filosofia, soppiantata dalla Scienza (ibidem). Resta in effetti il problema, tutt’altro che banale, del rimando alla “condizione iniziale” (quale?), che non sembra di facile soluzione per gli “scienziati”.

Che la materia che si trovava lì per caso (come?) si sia auto-organizzata in forme sempre più evolute (contraddicendo il secondo principio della termodinamica, secondo cui in un sistema isolato l’entropia -il disordine- può solo aumentare; v., ad es., quanto sostiene in proposito il genetista Sanford, Genetic Entropy, 2005) sembra più “scientifico”, maturo e accettabile di un Progetto che abbia innescato la sua concreta realizzazione materiale? E se il sistema non era isolato ma aperto, e quindi calore, energia e massa potevano fluire verso e dall’esterno facendo in teoria diminuire l’entropia, tutto ciò appare di facile e intuitiva spiegazione?

Consideriamo, tanto più, che la “costruzione” di un animale intelligente avviene attraverso la decifrazione di un codice, e quindi di un progetto (DNA) che impartisce informazioni e direzioni alle sostanze materiali che, costituendone i mattoni, devono organizzarsi in un modo molto complesso per dare origine al prodotto finale. Quindi, anche in questo caso, si può dire che la materia non è primaria, ma si plasma in base ad istruzioni ricevute (progetto). Come un modellino di un mobile dell’IKEA da montare necessita di un foglio di istruzioni per poter mettere insieme i pezzi nell’ordine giusto, e la vita, in quanto a complessità, non è certo paragonabile a un mobile. E poi, mantenendo la metafora, il modellino per costruire una bicicletta sarebbe diventato nel tempo, con l’evoluzione spontanea, tale da poter auto-costruire un aereo? Dobbiamo essere sinceri, anche se può costare assai mettersi contro l’opinione della maggioranza, e risultarne “squalificati”: all’Imperatore mancano i vestiti.

Il prologo del Vangelo di Giovanni, uno dei testi delle sacre scritture più misteriosi e profondi di tutti i tempi, soggetto alle interpretazioni più svariate e tenuto in alta considerazione da molti circoli occultistici, ci dà in proposito uno spunto di significato sviluppabile sulla base della propria conoscenza, attitudine e predisposizione interiore, qualora la tanto discussa parola “Logos” venga intesa come Progetto, Disegno (intelligente). Seguendo Giuseppe Aiello, storico delle religioni, si ha la seguente versione: “All’inizio c’era il Progetto-Disegno (Logos), e il Logos era con il Dio, e “Dio” era il Progetto. Esso [il Progetto] era in principio presso il Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di esso [il Progetto] e senza di esso [il Progetto] niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In esso [nel Progetto] era [prevista] la vita e la vita era la luce degli uomini…”

O, se vogliamo riportarci alle scritture vediche dell’India: “Il Suono è considerato come la basilare sorgente di energia e movimento esistente nell’universo. L’esistenza del mondo materiale si dice sia stata originata dall’impulso cosmico, l’infinita vibrazione di Sabda [l’onnipresente eterna origine del suono]” (Pandit Shriram Sharma Acharya, Eternity of Sound & the Science of Mantras”, TMD India, revised edition 2012). Queste spiegazioni delle nostre origini e della nostra essenza, in sintesi, non sembrano affatto più ingenue e insoddisfacenti di quelle materialistiche, imposteci dalle consorterie della Scienza di regime.

Paolo Cioni

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