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Suicidio collettivo PDF Stampa E-mail

25 Febbraio 2021

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 Da Rassegna di Arianna del 22-2-2021 (N.d.d.)

[…] I Padroni Universali sanno benissimo queste cose: sanno che il ritmo del cambiamento è insostenibile per la popolazione mondiale e sanno che disturbi del sonno e del comportamento, ansia, depressione, suicidi, scoppi di rabbia improvvisa, aumenteranno e stanno già aumentando in misura incontrollabile; lo sanno, e tuttavia vanno avanti per la loro strada, senza la minima esitazione, anzi cercando di forzare sempre di più il processo. Al tempo stesso, mentre si affrettano a raccogliere i frutti pratici della loro strategia, ad esempio acquistando vastissimi terreni agricoli, come nel caso di Bill Gates, che è divenuto il più grande proprietario terriero degli Stati Uniti, moltiplicano i gesti di apparente filantropismo, regalano vaccini per i bambini poveri del Terzo e Quarto Mondo, creano fondazioni a tutela del clima e dell’ambiente, sponsorizzano personaggi “buoni” creati ad hoc come Greta Thunberg, si dicono fautori di una green economy, una economia verde, e così riescono a ingannare le masse teledipendenti e a presentarsi nelle vesti rassicuranti di benefattori dell’umanità. Quel che colpisce non è il loro cinismo o la loro amoralità, ma la collaborazione fattiva che ricevono dai livelli intermedi e subordinati della catena di comando: politici, scienziati, direttori sanitari, amministratori pubblici, docenti universitari, magistrati, insegnanti, tutori dell’ordine, cittadini privati, tutti o quasi tutti paiono obbedire volonterosamente al meccanismo spietato che sta portando la società al collasso economico e sociale e alla distruzione dell’equilibrio psichico. Perché lo facciano, sarà un interessante campo di ricerca per gli studiosi del futuro, i quali dovranno spiegare come e perché le società umane all’inizio del terzo millennio abbiano deciso d’imboccare la strada del suicidio collettivo, organizzato, programmato, pianificato, senza mai guardare in faccia la realtà vera e seguitando ad auto-convincersi della bontà di quel che stavano facendo, proprio mentre piantavano gli ultimi chiodi sulla loro stessa bara. Forse lo fanno per servilismo verso il potere e per trarne vantaggi personali; forse per conformismo intellettuale; forse per pura e semplice stupidità. Ma una cosa è certa: stanno marciando in direzione opposta all’istinto di conservazione. E quando una società va contro l’istinto di conservazione, succede quel che succede a un individuo che si trovi nella medesima condizione: si predispone alla propria fine. La natura non sa che farsene di coloro che hanno perso la voglia di vivere: se hanno deciso di auto-eliminarsi, spalanca loro le porte affinché escano di scena. Resta la domanda: come è stato possibile tutto questo? E come se ne può uscire, posto che ciò sia ancora possibile? Partiamo dalla seconda domanda. Certamente è possibile, fino all’ultimo istante, perché l’uomo non è un animale, possiede intelligenza e volontà, possiede valori, e grazie ad essi può sempre invertire – teoricamente – la propria direzione di marcia, se si rende conto che conduce al suicidio. Ecco il punto: ma se ne rende conto? E torniamo alla prima domanda: crediamo che tutto ciò sia stato possibile per una quantità di fattori, sui quali ne spicca uno: la graduale perdita di senso della realtà. Da tempo avevamo smesso di vivere nella realtà vera e ci eravamo trasferiti in una realtà virtuale creata dalla tecnologia. E quando si perde il senso della realtà, c’è un prezzo da pagare: la realtà si vendica di chi la disprezza.

Francesco Lamendola

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