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Le origini del debito pubblico PDF Stampa E-mail

22 Aprile 2021

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 Da Appelloalpopolo del 20-4-2021 (N.d.d.)

La verità sulle origini del debito pubblico l’ha detta Ignazio Visco, attuale direttore della Banca d’Italia, nel convegno, organizzato dalla Banca d’Italia, “Beniamino Andreatta economista” del 13.2.2008: “è stato osservato come, caduta l’inflazione, la disinflazione degli anni Ottanta lasciò come eredità il debito pubblico. È vero, una tassa” – la cosiddetta tassa da inflazione, generata dalla repressione finanziaria – “venne meno e non fu sostituita in tempo per tener dietro a una spesa che cresceva. E questo generò il debito che ancora abbiamo. Non l’abbiamo più fatto crescere ma sostanzialmente fu generato dal venir meno dell’inflazione”.

Dunque, non fu la spesa pubblica brutta e cattiva la causa del debito pubblico, come ripetono da trenta anni, i docenti universitari di materie giuridiche ed economiche, i commercialisti, gli avvocati, i giornalisti economici e gli imprenditori, che hanno subìto il lavaggio del cervello e sono stati inconsapevolmente formati, anche quando provenivano “da sinistra”, dalla propaganda neoliberale, e che come scimmiette diffondono da decenni le falsità propagandistiche neoliberali, bensì, come l’élite neoliberale ben sa e ammette nei suoi convegni, il venir meno della imposta “occulta” sulle rendite finanziarie, che caratterizzava il sistema economico italiano fino alla fine degli anni Settanta, e che non fu sostituita da altra imposta. Poi l’hanno sostituita e il debito pubblico è stato stabilizzato. Ma con imposte alte. Quindi la causa delle imposte sul lavoro e sul profitto alte, è sempre la soppressione della imposta sulla rendita finanziaria. Gli europeisti ci hanno imposto per entrare in Europa un trasferimento di ricchezza dai redditi di lavoro autonomo e subordinato e dai profitti alla rendita finanziaria. Questo è ciò che è accaduto. Poi continuate ad essere europeisti. C’è tanta gente masochista. Siete liberi di esserlo anche voi.

Stefano D’Andrea

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