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La minoranza PDF Stampa E-mail

15 aprile 2008

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Consumata l’ultima truffa elettorale, il dato che più sorprende è che l’affluenza alle urne ha subito una leggera flessione rispetto alla precedente consultazione. Il 13 e 14 aprile ha infatti votato l’80,4% dei cittadini, cioè il 3,2% in meno rispetto al 2006. "Una percentuale alta di votanti", ha pontificato l'ormai ex ministro dell'interno Giuliano Amato. Un calo c'è stato dei votanti, ma insignificante, non certo drammatico come si temeva alla vigilia.
L’ondata di astensionismo che avrebbe dovuto travolgere tutto e tutti si è rivelata un allarme evidentemente infondato, che non ha mosso una foglia. Un'occasione fallita. Ancora una volta ha trionfato la pigrizia e la passività nel non volere dare un segnale forte in favore del cambiamento. Gli italiani hanno voluto ridare fiducia in massa alle solite facce, alle solite squallide figure che li hanno ridotti con le pezze al culo. Il grido d’indignazione che avrebbe dovuto assordare le orecchie dei nostri “rappresentanti” non si è sentito. Tutti conoscono il marciume che infesta la politica e la crisi strutturale della cosiddetta democrazia rappresentativa, ma come se niente fosse tutti questi falsi indignati legittimano ancora una volta questo stato di cose con il loro voto-farsa. Un popolo di servi che critica il sistema , ma poi quando ha l’occasione non ha il coraggio di opporvisi. C’è una mentalità diffusa, purtroppo dominante, che considera il rito del voto come il punto di massima libertà e partecipazione per un paese democratico, e addita i pochi astensionisti come un manipolo di reietti ed  eversori costituzionali. Una mentalità che sempre trionfa. 
Non sono i Veltroni o i Berlusconi che possono cambiare le cose. Da abbattere c’è l’intero sistema, marcio fino al midollo, non semplicemente raddrizzare qualche stortura con una continua rotazione dei soliti noti. Per il momento non possiamo che tenerceli e vediamo se tutto sommato qualche favore o briciola di benessere ce la danno.
Agli italiani questo basta e avanza. 

Marco Ghisolfi

Commenti
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Andrea Marcon (Registered) 16-04-2008 11:30

Parole sante, Marco.
In un'intervista sull'ultimo numero di Diorama, De Benoist dice che il problema politico principale è che le persone sono convinte dell'ineluttabilità del sistema, del fatto che non sia possibile un'alternativa. Il fatto che l'80% degli italiani sia ancora andato a votare lo dimostra.
Leo (Registered) 18-04-2008 10:12

Questa frase riassume benissimo la situazione italiana: "Un popolo di servi che critica il sistema , ma poi quando ha l%u2019occasione non ha il coraggio di opporvisi." Probabilmente criticare il sistema è ormai una moda vuota senza senso, in un contesto sociale fa un pò intellettuale, fa persona avveduta e critica, in un contesto personale tiene a posto la coscienza, fa sentire buoni. In un contesto REALE è tutta una finta. Che senso ha accendere la candela per il tibet quando poi beviamo coca cola o guardiamo la tv appoggiando quindi economicamente la cina? Che senso ha appendere la bandiera della pace e poi comprare il cellulare all'ultima moda o l'ipod del momento costruiti dalle multinazionali che con la guerra creano nuovi mercati, controllano il petrolio e conquistano nuovi paesi da depredare? Vorrei avere da tutte ste persone delle candele e delle bandiere una RISPOSTA!
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