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Il Sudamerica alza la testa PDF Stampa E-mail

21 aprile 2008

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Colombia, Venezuela e Equador parevano sul punto di farsi la guerra. Oggi pare prender corpo l’idea già avanzata da Chavez anni fa, e ora spinta da Lula, di creare una alleanza militare tra i paesi sudamericani. Si chiamerà Otas (Consiglio di Difesa Sudamericano).
Motivazioni non ufficiali, secondo fonti militari brasiliane, è la difesa integrata delle ricchezze naturali del continente. Ma l’impressione è che ci sia sotto dell’altro, almeno stando a quanto dichiara Chavez: “una strategia di difesa congiunta e articolando le nostre forze armate, perché il vero nemico è il medesimo, l’impero degli Stati Uniti”. L’America Latina è stanca dell’arroganza statunitense, non dimentica decenni di intrusioni, imperialismo e massacri.
Da alcuni anni il continente, sulla scia del Venezuela chavista, ha iniziato uno smarcamento sempre più evidente dalla sudditanza verso l’ingombrante vicino. Da tempo un mercato comune autonomo tra alcuni paesi dell’area è una solida realtà: è l’Alba (Alternativa Bolivariana per le Americhe), che è in espansione mentre il parallelo progetto promosso dagli Stati Uniti (l’Alca) sembra star andando in soffitta.
Sempre più multinazionali straniere vedono nazionalizzati i loro impianti. L’ultima poche settimane fa: il Venezuela ha stravinto davanti al tribunale internazionale la causa intentata dalla Exxon e ne ha nazionalizzato tutte le proprietà. Gli interessi a stelle&strisce nell’ormai ex cortile di casa sono colpiti da tutte le parti.
Lula, Chavez e colleghi però conoscono cosa accadde in passato, quando i governi latinoamericani tentarono di uscire dalla sudditanza economica e politica verso l’Impero Usa. Come quando il Guatemala nazionalizzò le terre della United Fruit Company, a cui seguì un golpe orchestrato dagli Usa: 30 anni di guerra e 200 mila morti perché la riforma agraria non era gradita a Washington.
O il supporto della Cia a squadre della morte in tutto il Centro America, le persecuzioni  segrete contro i comunisti dirette forse nientedimeno che dal premio Nobel per la Pace Henry Kissinger. Il Cile, colpevole di essersi democraticamente fatto socialista, condannato alla dittatura e a migliaia di desaparecidos, perché gli Usa non tolleravano le politiche economiche a favore del popolo e contro le multinazionali attuate da Allende.
Per chi scrive, non c’è miglior simbolo di queste infamie che la foto di Kissinger che stringe le mani, metaforicamente ancora sporche del sangue di Allende, a Pinochet poco dopo il golpe. Ecco forse i veri motivi che spingono a questa alleanza, che dovrebbe ricalcare la struttura della NATO.
Cosa può fare Washington per collaborare nel Consiglio di Difesa sudamericano? Nulla, solo tenersi alla larga.  La risposta data dal ministro della difesa brasiliano al suo omologo statunitense poche settimane fa non lascia molto spazio a dubbi: l’America latina non si fida più delle promesse e degli accordi con il Nord, e ne ha ben donde.
E’ da salutare con speranza l’alleanza militare che sta nascendo, perché la storia insegna che chi si mette contro gli Usa prima o poi viene aggredito. Meglio quindi imparare dal passato e prepararsi a tutto. Soprattutto con una nazione che dell’innegabile diritto all’autodeterminazione dei popoli ha questo concetto: “non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli”. Henry Kissinger.

Alessandro Marmiroli

Commenti
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arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 22-04-2008 09:34

Cavoli... e dov'è invece in Europa la consapevolezza del dominio americano?
Cosa aspettiamo a fare lo stesso?
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 22-04-2008 10:12

Quando Bush divenne Presidente gli USA erano l'unica superpotenza, in America latina Cuba era isolata, la tecnologia militare americana era 30 anni avanti a tutti, l'economia globale, in piena espansione, era sotto il controllo yankee, il dollaro era la moneta di tutte le transazioni commerciali e finanziarie. Dopo 8 anni la politica americana è contestata, quasi tutta l'America latina tenta di sottrarsi al suo dominio, le forze armate americane si logorano in guerre inutili e costosissime mentre Russia, Cina e altre potenze si rafforzano militarmente e si alleano, la globalizzazione è in crisi e il dollaro è sempre più debole. Il declino USA è tanto rapido quanto impressionante. Notizie come quella segnalata da A.Marmiroli sono letteralmente entusiasmanti, ma restiamo coi piedi per terra: il risveglio dell'America latina è finanziato dai petrodollari venezuelani e Chavez non è molto affidabile: un demagogo pasticcione e puttaniere che si è fatto molti nemici pronti a vendersi a zio Sam.
Kali Yuga (Registered) 22-04-2008 10:54

Bell'articolo, che mette ben in evidenza l'arroganza e l'ipocrisia di Washington. In Europa ciò non accadrà mai, o almeno non ancora. Ci fa troppo comodo avere gli yankees che ci proteggono il culo con il loro esercito (sempre più ispanico) e brontolare contro di loro. Dovremmo istituire un unico esercito europeo, escludere quei Paesi filoamericani e antieuropeisti e lottare per chiudere le basi americane.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 29-04-2008 17:08

E' quello che ho sempre sostenuto io, la necessità di un Europa armata con una politica comune in antitesi agli USA...
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