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Quelli che fanno la morale al mondo PDF Stampa E-mail

17 Aprile 2022

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Il 20 marzo 2011, data dell'attacco euro-statunitense contro la Libia, sulla prima pagina del Corriere della Sera comparve un editoriale a firma di Massimo Nava intitolato «Una scelta inevitabile». Vi si leggeva che «Per la nostra immagine, come ha promesso il presidente Napolitano, speriamo che il Paese si prepari a fare la propria parte». Nava sottolineava inoltre il «merito del presidente francese Sarkozy, il quale non si è curato di accuse di impulsività e protagonismo elettorale e ha superato inerzie europee e riserve americane». Nello stesso giorno, sulla prima pagina di Repubblica si stagliava l'editoriale scritto da Eugenio Scalfari e intitolato «Rombano i motori dell'armata dell'occidente», in cui si sosteneva che «L'Italia ha una missione da adempiere e una grande occasione da cogliere. Noi ci auguriamo che ne sia all' altezza. Le esortazioni di Giorgio Napolitano ci siano, anche in questo, di insegnamento e di stimolo. In questi mesi la figura del nostro Presidente ha acquistato uno spessore etico e politico che ne fa il punto di riferimento di tutto il Paese». Un paio di giorni dopo, Ezio Mauro rincarava la dose, tramite un editoriale intitolato «Con la libertà» in cui si affermava che interrogarsi sui contraccolpi in termini migratori che si sarebbero prodotti a seguito dell'aggressione significava «non comprendere una grande questione di libertà che investe l'Occidente». Per Mauro andava quindi stroncata qualsiasi prospettiva di mediazione con Gheddafi perorata a mezza bocca dall'allora premier Berlusconi. «Qualcuno gli spieghi - tuonava Mauro - che quando i popoli possono riconquistare la loro libertà, l'Occidente ha un dovere preciso che viene prima di tutto: stare dalla loro parte. Questa e solo questa è la risposta alla minaccia di una deriva nell'integralismo islamico. Non la mediazione con i dittatori». Mesi dopo, sulle pagine di Vanity Fair, Gad Lerner, si rallegrava per la caduta di Gheddafi. «Abbiamo sentito - dichiarò Lerner - opporre argomenti uno dopo l'altro per negare che bisognasse impegnarsi dalla parte degli insorti di Bengasi (…). Ne sarebbe scaturita una secessione della Cirenaica indipendente dalla Tripolitania. Il ritorno alle guerre tribali d'epoca coloniale. L'installazione di un regime islamico qaedista. L'esodo (biblico!) di profughi a centinaia di migliaia. Tutte balle».

Anziché rintanarsi nella più remota località della Siberia a spalare merda a tempo pieno, questa gente continua a percepire fior di quattrini per fare la morale al mondo.

Giacomo Gabellini

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