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6 maggio 2008

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La sfera della libertà privata è un recinto che lo Stato dovrebbe toccare il meno possibile. Ma la privacy, quando diventa pretesto per coprire insopportabili situazioni di sfregio alla giustizia sociale, può essere un argomento che giustifica privilegi e zone d'ombra a cui il semplice cittadino, trattato da bue fesso da coloro che ne godono, ha il diritto di ribellarsi.
Il caso degli elenchi dei redditi messi on line dall'Agenzia delle Entrate fa parte di quelle indignazioni false e pelose a cui la nostra classe dirigente ci ha abituato. Si dice: che bisogno c'era di renderli pubblici su internet, quando essi sono liberamente consultabili nei Comuni? Ora, a parte il fatto che la Rete - di cui noi non siamo fan ideologici, ma più modestamente e pragmaticamente utilizzatori - è destinata a diventare ogni giorno di più la piazza parallela dell'agorà pubblica, la differenza ha mandato in bestia certi difensori d'ufficio dell'establishment perchè evidentemente ne ha punzecchiato la coda di paglia.
Ci sarà pure dell'insano voyeurismo nell'affannarsi a scaricare questi cataloghi di cifre che fanno i conti in tasca al vicino di casa, ma la reazione scomposta di molti (anche di Beppe Grillo, che da genovese duro e puro in fatto di soldi, questa volta ha toppato alla grande unendosi al coro) a noi pare dovuta a un unico e semplice fatto: si va a tastare il punto dolens dell'ipocrisia nazionale, l'evasione fiscale.
Intendiamoci: siamo convinti e arciconvinti che questo Stato-sanguisuga ci ammazza di tasse solo per tenere in piedi il baraccone totalitario delle banche, quindi, in linea di principio, uno sciopero fiscale sarebbe tutt'altro che un'idea peregrina. Ma un conto è una rivolta dettata dalla coscienza dello sfruttamento, un altro è la furbizia italiota di evadere il fisco condannando due volte coloro che sono costretti a versare fino all'ultimo centesimo perchè hanno la ritenuta alla fonte (cioè i lavoratori).
Ecco, gli alti lai levatisi contro una semplice operazione di trasparenza, che rende più accessibile sapere se un conclamato riccastro dichiara come una colf facendosi beffe di noi tutti poveri idioti che le tasse le paghiamo, sono l'ennesima dimostrazione di come l'Italia sia il Paese del doppio diritto e della doppia morale: una per quei ricchi e potenti che la fanno franca, e una per gli scemi che ancora s'illudono che pagare le tasse sia un dovere.

Alessio Mannino

Commenti
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piero.garuti@email.it
piero (Registered) 07-05-2008 12:03

Non sono assolutamente d'accordo. Non ho la sua capacità di scrittura quindi vedrò di semplificare al massimo il mio pensiero.
Sono contrario a qualsiasi lista di proscrizione.
In questi mesi stiamo assistendo sempre di più alla nascita di novelli Savonarola che usando la rete pubblicano liste di chi , secondo la loro personalissima opinione , merita il pubblico ludribio
Non sopporto i libri di Travaglio che mi ricordano tanto i ta-tze-bao della rivoluzione culturale cinese.
Non sopporto le liste di Grillo e di chi . secondo lui può o non può essere eletto
Non sopporto che il vice ministro Visco con un colpo di coda abbia deciso per un mero calcolo politico di mettere alla gogna i redditi degli italiani
Redditi che non sono esaustivi. Non servono a far capire chi evade e chi no.
Servono solamente a scatenare la furia pettegola di un'Italia che non vede l'ora di scaricare su altri le proprie responsabilità e le proprie colpe.
COn immutata stima
Piero
Leo (Registered) 07-05-2008 12:38

A me questa "notizia" dei redditi on-line non ha fatto ne caldo ne freddo. Ne sono totalmente indifferente. Se uno conduce la propria vita secondo i suoi principi, di cosa guadagna il vicino non dovrebbe importagliene nulla, che ci sia un'evasione fiscale diffusa si sa e non è certo in questo modo che la si combatte. Viceversa se uno non ha niente da nascondere che il suo reddito venga pubblicato cosa gli interessa? Se uno non ha la coda di paglia se ne frega, che si divertano gli amanti del pettegolezzo. Mi sembra il solito caso montato per impegnare il popolino italiano, dedito a pettegolezzi, invidia , sterile critica, truffe da quattro soldi e misera avidità. Se uno è superiore a tutto questo è superiore anche alla diffusione pubblica dei redditi.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 07-05-2008 13:25

Sottoscrivo le affermazioni di Leo. Aggiungo che l'obiezione di chi dice che pubblicare i redditi può aiutare sequestratori ed estortori è inconsistente: i delinquenti da sempre sanno scegliere benissimo le loro vittime, la cui disponibilità finanziaria talvolta era poco nota persino ai vicini di casa. Concludo rilevando, a proposito di Grillo, che l'invettiva è un genere letterario, non una politica. I limiti di Grillo sono emersi anche nella sua presa di posizione sui redditi on line.
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 07-05-2008 15:08

Sottoscrivo le affermazioni di Leo e quelle di Fuschini.
Aggiungo che la reazione di Grillo (l'unica cosa degna di nota tra il fumoso e momentaneo baccano generale) non è semplicemente degna di un genovese come lui ci vuol far credere: è semplicemente degna di lui. Punto.
paolovaldo@gmail.com
paolovr (IP:81.208.31.216) 07-05-2008 15:27

In linea di principio sarei contrario anch'io alle liste di proscrizione. Ma in un Paese come il nostro, come dice Alessio del "doppio diritto e della doppia morale", penso che se tutti sapessero i redditi degli altri, forse qualcuno, almeno un po' di vergogna la proverebbe.
E' poi imbarazzante la celerità con cui è intervenuto il "Garante" in questa vicenda; per molte altre cose non interviene mai...
dandypr@hotmail.it
dandy (Registered) 07-05-2008 21:19

Penso che sia una veloce ed esaustiva operazione di trasparenza.
Chi si è opposto da subito non ha saputo altro che trovare la scusa di internet e della rivalità tra colleghi o vicini che ne sarebbe scaturita.
Questo coro di reazioni dà l'idea di quanto soggettivo sia il concetto di privacy in questo Paese:sconosciuti e innocenti spesso sbattuti in prima pagina con notizie al limite del pettegolezzo e massima copertura per chi ha da nascodere una cosa di pubblica consultazione.
syn (Registered) 07-05-2008 23:47

io credo che quella pubblicazione dei redditi sia, tra le altre cose, un vademecum su come innalzare l'invidia sociale.
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