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Forse solo rivolte, non rivoluzioni PDF Stampa E-mail

12 Settembre 2022

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 Recentemente è uscito questo bell' articolo di tal Vincenzo Costa,pubblicato in alcune rassegne di controinformazione: qui il link https://www.ariannaeditrice.it/articoli/non-c-e-trippa-per-gatti. È un articolo abbastanza breve e non vi ruberà molto tempo; qui vogliamo soltanto estrapolarne alcuni concetti per farne una chiosa.

Nella parte finale l' Autore scrive in soldoni come quest' autunno non accadrà nulla di che,a parte un impoverimento generale della popolazione-in primis diciamo pure la classe media,a serio rischio estinzione nel futuro prossimo venturo-e che l' italiano medio tirerà "more solito" a campare.Non aspettatevi rivoluzioni,non siamo popolo da rivoluzioni. Non si dice nulla riguardo altri popoli europei ma tant'è,al momento soffermiamoci in generale su queste asserzioni: che quest' autunno non accadrà un bel nulla è palese e lampante,come non è mai accaduto nulla di che a livello di coesione sociale e di tenuta del Paese negli autunni precedenti. Il mantra che l' autunno sia la stagione dei nodi al pettine e dei "redde rationem" è logoro,vecchio,obsoleto,stancante,ripetitivo,lo si recita almeno da una cinquantina di anni a questa parte,a partire dalla Austherity petrolifera del 1973 se non addirittura dal 1968: si evocano scenari cupi,paurosi,apocalittici,tremendi.Nell' autunno 1976 i giornali parlavano di razionamento di carne e di benzina(mai avvenuto,tanto che a gennaio 1977,data dei supposti razionamenti, si parlò invece dei "balordi" che facevano le rapine in banca e degli studenti) e da Lehmann e Brothers in poi si guarda sempre all' autunno: stagione in cui,regolarmente,a parte le foglie che cadono e le giornate più corte accade quel che mediamente accade in altri mesi.

A tutti coloro che parlano di case al buio,strade al buio,al freddo,eccetera, diciamo che i primi interventi ventilati sono il solito brodino per far vedere che qualcosa si fa,nulla di concreto,a 19 gradi col riscaldamento centralizzato non si muore,le solite misure così e così per far vedere all' uomo della strada che “qualcosa si fa" e che l' uomo della strada col suo comportamento "responsabile" può metterci del suo per salvare il mondo. Sostanzialmente è robetta,per sviare l' attenzione e gli interrogativi dalle vere cause e dinamiche che portano a queste crisi. Soffermiamoci piuttosto sul fatto che in Italia a parte un certo impoverimento generale e qualche lagna sui social o nei talk show non accadrà nulla: l' Autore a nostro parere sembrerebbe dire ciò con un certo rammarico . E rammarico di che? La domanda che dovremmo farci è piuttosto questa: il fatto che in Italia non accadrà nulla dobbiamo considerarlo un bene o un male?

Rispondiamo al quesito rigirando la domanda e chiedendoci che accadrà forse in Europa,dove in Olanda,in Repubblica Ceca e in altri Paesi vi sono state diverse manifestazioni contro inflazione,carovita,contro il boomerang delle sanzioni eccetera: ebbene,non accadrà nulla neppure da Amsterdam a Praga via Parigi e Berlino. Nulla di nulla. Perchè forse,magari,eventualmente-usiamo gli avverbi di dubbio vaticinando il futuro,perchè già nella Bibbia gli indovini che sparavano cazzate facevano una brutta fine e il buon Dante,nella "Commedia" pare non aver stima dei maghi e dei veggenti,collocandoli nientepopodimeno che all' Inferno!-potrebbero esserci rivolte. Attenzione,potrebbero esserci rivolte in qualche manifestazione ma le rivolte non sono le rivoluzioni. Maneggiando bene bastone e carota la rivolta la si seda e comunque la rivolta ha obiettivi minimi,contingenti,ridotti,"di pancia",nulla di strutturale o di pericoloso per il Potere vigente e il Potere non teme la rivolta,il Potere semmai teme la rivoluzione. Il Potere quest' autunno può dormire sonni tranquilli: non accadrà nulla e il Palazzo d' Inverno e la Bastiglia sono ben custoditi,sicuri,a prova di bomba,ben vigilati. Volete che la dica tutta,a costo di esservi antipatico? È buona cosa che la Bastiglia e il Palazzo d' Inverno siano ben custoditi e ben vigilati,perchè dei sommovimenti di cui forse si guarda con rammarico,delle rivoluzioni che non avvengono,in questo momento noi non solo non ne abbiamo bisogno ma neppure ne esistono le precondizioni: ripeto,esistono le precondizioni per alcune rivolte dovute ai ben noti problemi che stiamo affrontando ma non esistono le precondizioni per una rivoluzione.

Vorrei ricordare che le rivoluzioni storicamente sono nate sì spontaneamente dalle piazze ma la spontaneità è sempre durata ben poco,perchè una volta messosi in moto il meccanismo le rivoluzioni hanno sempre basato la loro architrave sul dottrinarismo,sulle Idee e sul lavorio intellettuale,codificati anche anni e anni prima dell' evento stesso. Il 1789 in Francia scaturì sì dagli Stati Generali che per concatenazione di effetti portarono alla Bastiglia,alla notte del 4 agosto e a tutto il resto,ma tutto ciò avvenne all' interno di una crisi dell' Ancien Regime che si trascinava già dal lungo regno di Luigi XV e fu resa possibile ad esempio dal lungo lavoro dei "Philosophes" e delle dottrine Illuministe,che prepararono il substrato che sarebbe servito per cementificare le rivolte trasformandole in rivoluzioni. Lo stesso possiamo dire per la Russia del 1917: già dai moti decabristi del 1825 durava il lungo braccio di ferro mortale tra l' Autocrazia e l' "Intellighenzija" e da decenni si stampavano libri,opuscoli,si scrivevano saggi e trattati e si passava il testimone tra generazioni:  un duro inverno,la guerra e i tumulti per la mancanza di pane a Pietrogrado fecero sì che una "jacquerie" diventasse,diretta dai dottrinari ben organizzati,in un evento epocale che pose la firma sul XX secolo. E oggi? Nel 2013 i "Forconi" italiani caddero nel ridicolo; i "Gilet Gialli" francesi ebbero una certa costanza e durata nel tempo,tuttavia le loro richieste e motivazioni erano più che altro rivolte ad ottenere piccolo sollievo nell' immediato se non addirittura a un ritorno a quando "si stava bene",cioè negli anni pre-crisi e pre-globalizzazione.I primi Gilet non chiedevano forse la diminuzione del prezzo dei carburanti perché incidevano,i costi dell' auto,nel bilancio familiare?  Andando in giro sui canali Telegram,sui blog di Internet,dappertutto,non si legge uno straccio di Idea-rigorosamente con la maiuscola-innovativa e veramente "rivoluzionaria" come stili di vita,struttura produttiva e di ragione esistenziale; al contrario abbondano le critiche ripetute e ripetitive allo status quo,col capello spaccato in quattro poi in otto poi in sedici e in trentadue,analisi ineccepibili,per carità, ma quando la zuppa è riscaldata dieci volte anch' essa viene a noia; poi vi sono le solite soluzioni ai ritorni ante status quo,quando la Storia ha dimostrato che indietro non si ritorna mai(vedi il fallimento della Restaurazione),poi vi sono quelli che fanno i guru,che parlano di comuni dove staccarsi dal "sistema" quando nel Sistema ci si è immersi tutti quanti,compresi quelli che si inventano di fare le comunità-o comuni-le quali poi per campare dovranno ospitare turisti e prendere i loro soldi. E volete saperlo perché mancano le Idee? Perché i problemi ultracomplessi della nostra epoca(ecologici,economici,sociali,ecc ecc) Idee immediate per una soluzione non ne hanno. Dobbiamo metterci in testa che l' equazione problema=soluzione non sempre esiste;se così fosse avremmo trovato da tempo la quadratura del cerchio. E siccome siamo in un cul-de-sac,vuoi vedere che allora i più intelligenti -forse-siamo paradossalmente noi italiani,tanto bravi nell' autodenigrarci come sport nazionale,che "tirando a campare" almeno "io speriamo che me la cavo",come diceva il famoso libro tratto dai temi dei bambini delle elementari una trentina di anni fa?

Nei grandi periodi di decadenza e dei crolli di civiltà è illusorio fare due cose: 1) cercare la salvezza all' interno della società(destinata all' implosione) e 2) fare progetti a tavolino: le civiltà non si costruiscono a tavolino,ma sono il frutto elaborato dei valori e delle temperie di lunghi strati temporali e hanno dinamiche che nascono sole,tutto il resto si chiama ingegneria sociale. Allora,per finire il discorso dandovi una nota di speranza,allora direte voi,un poco angosciati,che fare? Semplicissimo: lasciare che gli eventi seguano il proprio corso e abbandonarsi alla forza delle cose ma allo stesso tempo cercare in noi stessi la salvezza,avendo come primo scopo un obiettivo: quello di vivere bene ,il meglio possibile,il crollo di civiltà,in primis essendone consapevoli-e il consapevole non viene travolto mai di sorpresa-e infine cercando in noi la serenità e la buona vita e i valori,per quanto possibile,praticandoli in una cerchia di persone a noi simili-e mica serve "uscire dal Sistema"(impossibile,allo stato pratico: credete che un ecovillaggio sia una entità franca e indipendente?) . Frequentare chi ha la stessa visione di vita,fare la spesa da quel contadino che coltiva a km zero aiutandolo così a tenere in piedi la baracca,cercare di passare nel modo migliore il tempo liberato facendo quelle cose che ci fanno star bene,essere il meno possibili dipendenti dalle mode fatue e futili,coltivare la propria personalità e interessi,sono mille piccole grandi cose. Poi sarà il fluire inesorabile degli eventi a creare le cose.

Per questo è meglio essere osservatori e non protagonisti : seguire gli eventi,con attenzione e valutare bene che fare volta per volta. Capire che non ci saranno quegli sconquassi da film apocalittici di cui cianciano molti ma solo un lento e costante declino: a noi sta inserirci nelle maglie di questo declino,ritagliandoci spazi che ci fanno star bene. Tutto il resto e le fantasie di rivoluzioni assurde o chi sa che altro,lasciamole a chi non ha ancora capito. Quindi: sì, è un bene che in Italia non succederà nulla in autunno.Perchè non servirebbe a un bel nulla.

Simone Torresani

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