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I sionisti di Sion PDF Stampa E-mail

10 mggio 2008

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La parabola di Gianfranco Fini è suggestiva: dalla kefiah degli anni del Fuan alla kippah del viaggio in Israele del 2003. Per carità, le metamorfosi sono legittime, anzi spesso auspicabili.
A Fini è successo qualcosa di molto comune: capita al fumatore che si allontana dal tabagismo e diventa integralista anti-fumo, a Giuliano Ferrara che abbandona le ammucchiate (da spettatore passivo) del tempo glorioso delle occupazioni universitarie per dedicarsi all’esegesi di Ratzinger, all’ex marxista Bondi che sostituisce la musa greca Erato o il compagno Bordiga con Silvio da Arcore.
Voilà, la storia e le mutazioni neuronali ci restituiscono Fini piu’ sionista di Sion. E’ talmente cristallina questa sua metamorfosi da emergere prepotentemente dai salotti “letamaio catodico” nel preciso momento in cui, catturato dalla sua devozione sionista, il nostro “sbrocca”.
Negando dignità politica all’aggressione e all’omicidio di Nicola ucciso da cinque neonazi deficienti e, al tempo stesso, offrendo piena (e distorta) dignità politica all’evento, paragonandolo alle proteste contro la politica dello stato di Israele, a Torino.
Ovviamente in pieno delirio ma va capito, perché è innamorato di Israele. E’ non è l’unico in Italia.
Chi scrive non ha molto interesse al rogo delle bandiere perché apolide dello spirito e privo di simboli di riferimento, di stoffa e non. Forse per questo gli riesce difficile discernere tra stoffa, appunto e carta igienica, tra cio’ che è potenziale terrorismo (i cattivi di Torino) e cio’ che invece è  sedicente autorevolezza istituzionale (Bossi)
Chiara ed inequivocabile è invece la mattanza silenziosa ed inesorabile di un paese che non c’è, la Palestina. Un non paese, non difeso, non tutelato, neppure dall’antagonismo pavloviano della sinistra ormai “extraparanormale”, con la sua  scelta di sterile contrapposizione al sionismo di Fini e colleghi...
La comunità ebraica definisce “vulnus democratico” la critica legittima alla politica del governo israeliano (e lasciamo perdere l’accusa di antisemitismo, talmente ridicola da non essere neppure degna di considerazione).
Lo stesso dicasi per il preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna che ha bloccato un incontro con il filosofo Gianni Vattimo sul tema. Dissentire è diventato antidemocratico, cosa diavolo sarà allora la democrazia?
Evidentemente deve aver a che fare con gli oscuri meccanismi che regolano il simulacro che ci spacciano nella sua variante “rappresentativa”. Quella che si esaurisce nel supremo rituale della delega sodomitica del suffragio.
Oscuri meccanismi, appunto, per chi ne vede svanire il senso, giorno dopo giorno, abuso dopo abuso.
Non resta che l’attesa di una Fiera del Libro dedicata all’Armenia, se non proprio all’Egitto. Gli Armeni, vittime invisibili di un altro spaventoso genocidio. Oscurato e sepolto.

Mauro Maggiora

Commenti
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Annamaria (Registered) 10-05-2008 21:53

Dopo mesi di lettura, esco con piacere dall'ombra (troppa gente, ormai ) per complimentarmi con te, Mauro.
Ottimo pezzo, come al solito.

Annamaria
arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 11-05-2008 00:05

la cosa più assurda di questa nostra "democrazia" infatti non è, spesso, la mancanza di dialogo, ma il fatto che si ritenga non necessario il dialogo stesso.
Chi ci comanda pensa infatti che noi siamo "naturalmente" tutti filosionisti per cui non è necessario dibattere su Israele e Palestina.
Se qualcuno chiede di farlo dev'essere per forza un matto, un dissociato dal modello sociale totalitario che la democrazia vuole imporre. E il dialogo viene respinto.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 11-05-2008 19:53

Io personalmente non condivido alcune tesi sostenute in questo articolo, primo, pensare che sia leggittimo boicottare sempre e comunque Israele e pontificare sui "poveri" palestinesi, la questione è molto più complessa di qualsiasi riduzionismo antisionista che sia di sinistra o missino, poco importa...Secondo, l'omicidio del ragazzo a Verona non ha nulla a che vedere col neonazismo o col terrorismo, come accertato dalla magistratura, che ha accertato non esserci una matrice politica ma futili motivi dietro l'omicidio. E se la magistratura è sacrosanta quando condanna Previti, Cuffaro, ecc.. deve esserlo anche in questo caso o vogliamo usare il sitema Travaglio-Grillo dei due pesi e due misure (secondo il giustizialista-giacobino ormai santo(ro),infatti le condanne degli altri son tutte macchie morali incancellabili tranne le sue per diffamazione...)?
Magmau64 (Registered) 11-05-2008 20:43

Forse mi sono espresso male.
Innanzitutto lungi da me il pensare che Israele sia l'incarnazione del male assoluto e i palestinesi vittime a prescindere.
Non mi sembra di aver enfatizzato questa dicotomia.
Non sono sceso nel merito, del resto.
Quello che ho voluto sottolineare è la tesi farneticante secondo cui chi boicotta o critica Israele ( con pieno diritto, condivisibile o meno, ma questo è un altro discorso)sia antidemocratico.
Bisogna fare molta attenzione.
E' in corso un sovvertimento lessicale molto pericoloso secondo il quale chi critica non rispetta la prassi democratica.
Seguiamo con attenzione queste involuzioni in corso nei media, ti bombardano a tal punto che alla fine ti convinci che sia proprio cosi'.

Il passaggio successivo all'accusa di "antidemocrazia" potrebbe significare avulsione ( e ci siamo già) dal consesso sociale e quindi repressione.
Tutto qui, che si parli di Israele o di altro poco cambia.
Non sono io che ho dato dignità politica ai mentecatti che hanno ucciso il ragazzo a Verona, lo ha fatto Fini.
Per quello che mi riguarda le contrapposizioni di simboli stantii mi interessano sempre meno, piu' che analisi politica il fatto di Verona richiede analisi sociologica /antropologica.
Per finire , su Grillo, Travaglio, siamo all'ennesimo sovvertimento dei termini.
Grillo stigmatizza il politico con precedenti penali.
Grillo non è stato presidente della regione sicilia o ministro di grazia e giustizia,Mastella e Cuffaro sì.La differenza è tutta qui.
E' solo un comico che si occupa di politica.
Quando si candiderà si porrà il problema,solo allora...
Mauro
Magmau64 (Registered) 11-05-2008 21:04

Ad integrazione del mio precedente:
ecco, l'unica cosa che mi sento di evidenziare è la spaventosa disparità di risorse , di mezzi e di solidarietà fattiva in campo tra Palestina ed Israele.
Per questo motivo credo che attenzione debba essere posta, in un periodo in cui in europa parlare di solidarietà ai palestinesi significa automaticamente essere bollati come "antisemiti", "antidemocratici", "filoislamisti", "veterocomunisti" ecc ecc
E del resto anche la solidarietà dai paesi arabi e non dell'area sembra assai poco credibile.
in questo senso il non paese Palestina è sempre piu' isolato.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 11-05-2008 23:31

Su questo sono d'accordo con te, essere contro la politica israeliana non vuol dire nè essere antidemocratici nè antisemiti...Le mie osservazioni riguardavano l'errore di pensare che il problema palestinese sia di facile lettura come tradizionalmente pensano certe correnti di estrema sinistra e di estrema destra...è impensabile voler cancellare lo stato d'Israele, e penso che quei fessi che han bruciato le bandiere israeliane abbiano questa idea, non il legittimo dissenso verso la politica israeliana. L'altro punto era registrare il fatto che l'omicidio di Verona non ha matrice politica.
E' chiaro poi, naturalmente, che il sistema ci può solo guadagnare dall'equazione antisionista=antisemita o dal pensare che la colpa dell'omicidio di Verona sia dei gruppi di destra radicale e non di alcuni deficenti ultrà con presunte simpatie verso il ventennio, cresciuti nella più totale mancanza di valori. Insomma il sistema vuole come sempre gettare discredito sui dissidenti, di destra o sinistra che siano, eticchetandoli come terroristi, violenti, nazisti, antisemiti...Basterebbe invece ricordare quanti ex nazisti, veri e non presunti, dopo la seconda guerra mondiale abbia arruolato la CIA per far capire chi siano oggi i nazisti...Detto questo però ribadisco che le correnti dissidenti non dovrebbero facilmente pensare che la soluzione del problema palestinese sia la canlcellazione di Israele...
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 12-05-2008 11:01

I palestinesi (che non hanno mai avuto uno Stato indipendente nella storia plurimillenaria di quella regione)hanno fatto moltissimi errori (Arafat era un uomo coraggiosissimo ma politicamente sprovveduto) e oggi sono drammaticamente divisi, ma ciò non toglie che la creazione dello stato di Israele sia stato un terribile sopruso senza il minimo fondamento di diritto internazionale. Inoltre bisogna riflettere sul fatto che Israele è parte integrante e trainante dell'Impero che sta dominando il mondo, un Impero tricefalo che ha le sue teste a New York, a Londra e, appunto, a Tel Aviv. Chi si oppone a questo mostruoso dominio non può che essere antiisraeliano (l'antisemitismo è ovviamente da respingere come tutte le forme di razzismo).
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 12-05-2008 15:09

Quindi tu, Luciano, pensi che sia realistica e moralmente e politicamente giusta la distruzione dello Stato d'Israele? Io penso di no, penso che lo stato di Israele indipendentemente da come sia nato sia ora una realtà, una realtà per prima cosa di uomini e donne che è impensabile scindere rispedendoli qua e là per il mondo. L'unica via è una soluzione di compromesso il più possibile equo tra israeliani e palestinesi.
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (Registered) 12-05-2008 21:59

Mi sento molto vicino all'opinione di Fuschini.

Penso che quando si parla di Israele non si possa prescindere da come è nato.
E' facile dire che ormai è una "realtà" che esiste e va accettata, trovando un compromesso, quando la questione non riguarda noi, quando non riguarda casa nostra.
E' come se un estraneo decidesse di impiantare in casa mia un 'altra famiglia: chi cavolo ha dato questa autorizzazione? Io no. Non la accetto. Questa è casa mia. Fuori immediatamente. Se non vogliono andarsene allora è guerra, fosse anche per l'eternità.

Questo è quello che farei io e se sono una persona coerente non posso non essere contro l'esistenza dello stato di Israele.

Non è scritto da nessuna parte che Israele deve esistere.
Gli israeliani vivono per il mondo, e troppi di loro vivono principalmente nelle istituzioni internazionali e sovrannazionali ("a New York, a Londra e, appunto, a Tel Aviv"). Non mi piace.
I Protocolli sono un falso, è appurato, ma come ci ha fatto notare Julius Evola, nonostante siano falsi senza ombra di dubbio alcuno, descrivono perfettamente la realtà odierna.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 13-05-2008 11:31

Rispondendo a Belew desidero chiarire: lungi da me l'idea che si debba sterminare gli ebrei di Israele o che si debba espellerli col terrore. Auspico solo che un giorno invece dello stato di Israele ci sia una Repubblica di Palestina in cui convivano arabi ed ebrei, cristiani, musulmani e giudei, magari con una Costituzione che preveda diritto d'asilo in quel Paese agli ebrei che nel mondo siano perseguitati per motivi etnici o religiosi ( ma gli ebrei hanno un tale potere ovunque, insieme coi loro compari massoni, che non rischiano le persecuzioni di un tempo). Oggi questa prospettiva sembra folle, ma anche il rapido dissolvimento dell'URSS sembrava impossibile.
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