12 maggio 2008 Da alcuni giorni in Italia, il parlamentare indipendente palestinese Jamal Naji El-Khoudary è impegnato in una serie di incontri pubblici dove cerca di rompere il velo di silenzio calato sull’assedio di Gaza. E lo fa nel modo più crudo, con cifre e dati sconvolgenti che denunciano la crudeltà e disumanità della violenza commessa da Israele. Delle 1,5 milioni di persone che vivono nella striscia più tristemente famosa del mondo, l’85% vive sotto la soglia di povertà, il 65% è disoccupato, vittima della chiusura obbligata del 97% delle imprese locali, il reddito annuo è sceso a 605 dollari contro i 25.000 dei vicini israeliani. Più della metà dei bambini soffre di denutrizione e 150 milioni di dollari di merci, tra cui alimentari e medicine che potrebbero salvarli, è ferma alle dogane sequestrate dai soldati israeliani (a cui vanno aggiunti il mezzo miliardo di dollari di danni già causati dall’assedio che ha rigettato Gaza nel medioevo). Denuncia inoltre la disonestà della comunità internazionale che ha girato le spalle alla tanto decantata democrazia quando le elezioni sono state vinte dai “non graditi” di Hamas invece che da Al Fatah. Nonostante ciò la resistenza sessantennale non è stata piegata. Quando sono caduti i muri con l’Egitto più di 400 mila palestinesi li hanno attraversati in cerca di tutto, ma invece di rimanere al sicuro oltreconfine come avrebbero fatto altri, sono subito tornati a Gaza a continuare la lotta. Nella sua tappa a Reggio Emilia, El-Khoudary ha risposto alle nostre domande. Quanti parlamentari palestinesi sono attualmente sequestrati nelle carceri israeliane? Ora sono in 37, questo sequestro è contro le leggi e non ha appoggio legale, devono essere rilasciati perché rappresentano il popolo che li ha votati. (Il parlamento palestinese è composto da 132 parlamentari, gli arrestati sono in massima parte membri di Hamas, a cui è stata tolta per mezzo dei rapimenti la maggioranza, ndr). Cosa vorreste che facessero i paesi occidentali per porre fine all’assedio di Gaza? Devono fare pressione su Israele, Israele è una potenza d’occupazione che blocca tutti i varchi e ci assedia. La legge internazionale impone a Israele la riapertura di tutti i varchi per dare al popolo palestinese la possibilità di lavorare e vivere la sua vita, e far entrare a Gaza tutto quel che serve per continuare la vita giornaliera. Tutto ciò è garantito dalla legge internazionale e la comunità internazionale deve veramente fare una forte pressione su Israele in modo che la rispetti. Perchè Hamas dopo aver vinto le elezioni ha preso il potere a Gaza? Il disaccordo palestinese deve finire, io, come presidente del comitato popolare contro l’assedio lavoro affinché il problema sia solo quello di togliere l’assedio a Gaza, parlare di come uscire dalla crisi è meglio che parlare della crisi stessa. Noi cerchiamo di uscirne e far sì che i palestinesi tornino uniti, e questo prima o poi deve essere, Gaza e Cisgiordania devono tornare unite, l’assedio colpisce entrambe in modi diversi. La votazione fatta è stata libera sia a Gaza sia in Cisgiordania perciò deve essere rispettata da tutti quanti. Hamas ha mantenuto una presenza militare in Cisgiordania? Tutti i gruppi militari palestinesi sono dappertutto, sia a Gaza che in Cisgiordania, tutte le organizzazioni palestinesi sono dappertutto. Si dice che Al Fatah sia corrotta... Vede, il popolo palestinese è un popolo di resistenza, vive sotto l’occupazione e l’attacco continuo e cerca di liberarsi. Non è il momento di parlare delle cose negative, alla fine è il popolo che comanda, è lui che vede e decide, in generale tutti i gruppi palestinesi lavorano solo per togliere l’occupazione. Al Quaeda ha criticato più volte i palestinesi, non si impegnerebbero abbastanza nella lotta contro Israele. Come risponde lei da rappresentante del suo popolo? I palestinesi vivono sotto assedio e occupazione e ciò è molto pericoloso per loro, di fronte a questi fatti il popolo palestinese fa quello che può fare. Nella recente guerra tra Hezbollah libanese e Israele, Hamas ha avuto un ruolo particolare? Si è vociferato di una collaborazione militare con l’Hezbollah. Questo lo deve chiedere ad Hamas. Alessandro Marmiroli
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