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16 maggio 2008

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Dal 30 aprile scorso il limite per il trasferimento di denaro contante è sceso da 12.500 a 5 mila euro. Cioè tutti i movimenti di denaro superiori a questa'ultima cifra dovranno per forza essere tracciati, e quindi in qualunque momento resi rintracciabili.
E questo, dicono, per contrastare riciclaggio di denaro sporco e attività illecite. Ma allora perchè non controllare, prima, i disinvolti movimenti delle banche e delle finanziarie? Perchè non passare al setaccio i movimenti degli speculatori, per i quali è uno scherzo aggirare le norme attuali?
Diventeranno sempre più difficili i passaggi di denaro libero, in contanti o in assegno. E non solo in Italia, ma in tutta Europa. Il futuro sarà segnato dalla carta di credito con i suoi costi aggiuntivi, e con vantaggi discutibili per il cittadino ma certi e inequivocabili per il sistema, che ha bisogno di virtualità e rapidità.
Ma non è questo il punto. Ciò che preoccupa è una tendenza generale: quella di sottoporre a controlli e occhi elettronici ogni aspetto della vita dell'individuo. E' una legislazione da Grande Fratello che mira a decidere cosa dobbiamo mangiare, bere, fumare, come dobbiamo educare i nostri figli, guidare la macchina o il motorino. E che sta progettando di catalogare il dna di ogni essere umano per potere meglio trovare chi delinque e chi ha un comportamento "non conforme" (anche solo chi fa sporcare il proprio cane in strada).
Ma fino a dove si arriverà? Come la gente fa la fila per entrare al Grande Fratello televisivo a farsi spiare anche quando va al cesso, non diversamente è per il Grande Fratello reale, alias Libero Mercato. La gente non si ribella più, non protesta più, non si incazza più. L'uomo civile è assuefatto perchè è eccitato dalle tante luccicanti opportunità che il Mercato gli mette sotto gli occhi e che non raggiungerà mai.
E' l'immaginario colonizzato: dinanzi al controllo, alle norme, alle regole gestite dagli esperti e dai tecnici, tendiamo a sentirci tutti rassicurati, anzichè minacciati. Siamo messi in una condizione in cui crediamo di controllare tutto per ottenere il massimo, quando invece siamo noi a essere controllati, per il vantaggio del Mercato.
Ma un mondo dove è tutto controllato, tutto catalogato, tutto ottimizzato è un mondo privo di anima. Ridare un'anima e un significato a questa nostra epoca non significa chiedere più cultura, più libri, più arte: sono tutte cose ormai anch'esse funzionali al sistema.
Bisogna invece - paradossalmente - andare nella direzione opposta: accettare le cose senza volere ottimizzarle, semplificare i bisogni, diminuire gli obiettivi e le esigenze. E contemporaneamente però rimettersi a un qualcosa di trascendente - Dio, la Natura, il Destino, l'Ideale - che sappia dare un senso - la serenità - alla nostra esistenza, in particolare nelle situazioni avverse della vita. E non, come succede ora, avvelenarlo anche in quelle più "favorevoli".

Massimiliano Viviani

Commenti
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Leo (IP:83.103.127.223) 16-05-2008 12:55

Articolo importantissimo, tra il marasma delle notizie di cronaca, per lo più inutili e insignificanti, la limitazione delle libertà personali procede incessante. Non solo con le leggi, ma con l'imposizione e soprattutto l'ACCETTAZIONE della cultura unica imperante. Se non sei conforme sei out, non solo per la legge ma anche per la società, non hai spazio, non vieni considerato. Per quanto riguarda invece l'ultimo passo sulla trascendenza, non sono d'accordo, soprattutto per quanto riguarda la religione, anzi le religioni rivelate e mediate che impongono una gerarchia. Sono e sempre saranno uno strumento del potere per poter imporre una comoda morale e un pensiero unico. La trascendenza e la spiritualità hanno senso se restano aspetti personali dell'individuo o al massimo di una piccola comunità. Devono essere frutto di un cammino personale, ovvio che è difficile che ciò avvenga in una società come quella attuale dove il Dio imposto e accettato, ovvero il Denaro e il Consumo, non lascia spazio ad altro.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 16-05-2008 13:15

posso applaudire per l'articolo?
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 16-05-2008 13:37

Anch'io vorrei applaudire l'articolo. Viviamo già in una realtà virtuale, imprigionati nella rete tesa dalla tirannide dell'alta finanza e dei servizi segreti, svincolati da qualunque controllo pubblico. La politica mondiale è segnata dall'enorme montatura dell'11 settembre, la più grande deformazione della realtà che la storia ricordi; l'economia è la volatilità delle operazioni finanziarie sovrannazionali; la nostra vita quotidiana è scandita da ritmi che non hanno più nulla di naturale. Difendo M.Viviani anche nella sua rivalutazione della religione: la fede ridotta a semplice fatto di coscienza individuale è una delle tante aberrazioni dell'Illuminismo; la religione o è culto condiviso che scandisce la vita dei popoli o non è. Comunque Viviani cita la religione solo come uno dei possibili trascendenti che è di vitale importanza recuperare, pertanto non è corretto criticarlo su questo versante.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 16-05-2008 14:44

Che le religioni rivelate e la gerarchia siano di per se cose negative non lo condivido per niente. Visto che dal mio punto di vista la libertà consiste appunto nel poter realizzare la propria "essenza" (fatemi passare il termine vago ed impreiso ma non me ne vengono di migliori...) senza ostacoli, la gerarchia tradizionale esprime proprio quest'armonia che a livello politico si esprime nello stato organico. Al contrario la libertà intesa come fare tutto ciò che si vuole, che sarebbe meglio definire arbitrio, fa violenza alla propria natura corrompendola. Il mondo moderno può essere considerato in toto frutto di questa enorme perversione della gerarchia tradizionale. Per vedere come anche le religioni rivelate abbiano elementi tradizionali consiglio poi la lettura di Renè Guenon.
Annamaria (Registered) 16-05-2008 14:51


Buongiorno, Massimiliano.
Concordo pienamente con l'articolo, tranne che per questo passaggio:
"Bisogna rimettersi a qualcosa di trascendente - Dio, la Natura, il Destino, l'Ideale".
A parte il fatto che Natura ed Ideali non mi sembra possano essere ascritti all'ambito del trascendente, io credo che basterebbe qualcosa di molto più semplice, e terreno, senza puntare tanto in alto. Qualcosa che si chiama Uomo, inteso nella sua interezza, anima e corpo. L'Uomo con il suo pensiero, il suo sentire, la sua spiritualità.
Oggi l'individuo ha abdicato se stesso, e si è smarrito. Divenuto capace di riconoscersi solo nei ruoli ad esso imposti dalla società, non sa più individuare i suoi reali bisogni, i suoi disagi, le sue difficoltà, l'origine delle sue gioie e delle sue paure. Tutto è indotto dall'esterno, anche la fame, la sete, il desiderio sessuale. Una continua e martellante imposizione, una violenza.
Ci siamo così ridotti ad un'accozzaglia di inutili sovrastrutture, che stanno soffocando la nostra vera natura, appunto.
Ma la natura non la si può negare a lungo, perchè prima o poi si ribellerà, e ci aggredirà con tutta la sua potenza, producendo nevrosi, psicosi, depressioni, infelicità cronica. Ed allora fermarsi a "sentire" se stessi non sarà più una scelta, ma un'urgenza.
Quel che non so dire è se quel giorno saremo ancora in tempo per recuperare.

Annamaria

PS
Non starei a scomodare Dio. La religiosità intesa come fatto intimo e privato può rientrare in quel discorso di riscoperta del sè, ma non necessariamente.
max (Registered) 16-05-2008 19:06

Eviterei di dire che il punto è quello di rimettere al centro dell'universo l'Uomo. Quando Fini esalta il medioevo (e lo fa quasi sempre), esalta un'epoca in cui l'uomo NON era affatto al centro: al centro c'era Dio, mediato dalla Chiesa. La modernità paradossalmente è cominciata -con il rinascimento- proprio quando l'uomo ha messo al centro se stesso. Ma non è durato a lungo: da lì la scienza, Galileo, Cartesio, il mondo geometrico, fino al predominio della tecnica di oggi via Rivoluzione industriale. Quando Fini dice di volere rimettere "l'uomo al centro" pecca, e si contraddice.
Quando io ho parlato di trascendente (non solo Dio, ma anche la Natura può essere considerata tale, basti pensare al concetto di Natura in Spinoza, oppure a cosa evoca nelle popolazioni primitive il vivere a contatto con essa...comunque forse è più vicino a una forma di panteismo) non intendevo immediatamente una religione o una Chiesa, ma colgo il rilievo di Alberto, col quale sono abbastanza d'accordo: l'idea di dividere l'ambito sacro da quello laico ha demolito il primo. Il mondo si è relativizzato.
Io credo che la percezione che noi abbiamo delle chiese sia falsata dalla mentalità moderna: noi crediamo che nel passato la gente fosse "oppressa", ma invece al contrario, per esempio nel medioevo, la gente non sapeva di esserlo: essa percepiva Dio e i riti in modo molto positivo. L'idea che la Chiesa sia foriera di oppressione ecc. è una distorsione tipicamente illuminista: il sentimento cristiano in europa ha unito milioni di persone in uno spirito veramente universale e spontaneo ben prima dell'Unione Europea e i suoi commissari....
Va rispettata la mentalità attuale, per carità, mi rendo conto che la libertà individuale fa oramai parte del nostro patrimonio culturale e di questo non si può non tenere conto...
Ma non è corretto proiettare le nostre ansie da moderni al passato: ripeto, la percezione che noi abbiamo del passato, della religione, delle gerarchie e del feudalesimo è TOTALMENTE distorta e falsata. Lo spirito con cui un vassallo serviva il suo signore -per esempio- non era certo quello di oppressione...era di profondo rispetto e gratitudine.
Con il richiamo al Trascendente ho solo cercato di riportare il nostro spirito umiliato e vilipeso a una dimensione più sua, che lo elevi almeno un po' dalle bassezze della materia che oggi ci vengono spacciate tout court per progresso...richiamarsi a una chiesa oggi -in effetti- è una soluzione valida oramai solo per pochi.

M Viviani
Annamaria (Registered) 16-05-2008 21:48

Non entro nel merito della religione, perchè il discorso non mi appassiona. Ne comprendo l'importanza, e l'influenza che nei secoli ha avuto su intere civiltà, ma il sentimento religioso visto come elemento di coesione sociale, come elemento identitario, è lontanissimo dalla mia visione della vita.
Massimiliano, leggo nelle tue parole una netta separazione tra ciò che è terreno, materiale, e ciò che è trascendente, divino. Questo mi porta su una strada che non mi appartiene, e che non sento mia. Quando parlo di rimettere al centro l'Uomo, tu ne dai a priori un'interpretazione quasi negativa, ma per me è altro. Il tuo sguardo sembra essere completamente rivolto all'immenso, che è al di fuori di noi. Uno spazio terreno ed ultraterreno che ci contiene. Io sono un'amante del microcosmo, e sono fermamente convinta che l'Uomo sia un essere finito, intendendo dire, con questo, che l'Uomo ha in sè tutto ciò che lo circonda, visibile e non, ed al tempo stesso ne è parte.
Non sono qui a dicutere il pensiero di Fini, che tra l'altro stimo moltissimo, ma ad esprimere il mio di pensiero. Se è vero che nel medioevo l'uomo non era affatto al centro di tutto, occorre anche domandarsi dove trovasse quel Dio che egli poneva al centro di tutto. Quel Dio non era forse anche un prodotto di quell'intimo rapporto con la propria natura, con la propria spiritualità?

Buona serata
Annamaria
pirata (IP:79.15.249.41) 17-05-2008 00:51

Entrambi gli argomenti affrontati da Viviani sono di grande importanza. La questione del rapporto con la dimensione che trascende l'individuo e la materia rappresenta un tema davvero profondo e dovrebbe essere tema di un viaggio dell'anima e dell'intelletto condiviso durante una notte intorno al fuoco, in una foresta o sulla vetta di una delle nostre splendide montagne. Perchè possiamo trovare infiniti percorsi dialettici che ci portino a considerare fausta o infausta la presenza della chiesa nel medioevo; del rinascimento potremo lodare la rinnovata apertura dell'Uomo verso la "scintilla" di divino che risiede nel singolo oppure disprezzare l'arroganza con la quale l'essere umano, dall'io ormai ipertrofico, decide di dominare la Natura. Invece a noi interessa una sola cosa: rendere di nuovo sacro il nostro tempo, sacralizzare ogni istante della vita. Questa è l'esigenza che in ogni analisi emerge con prepotenza: e questo si può fare solamente nel silenzio, a contatto con la Vita naturale e spirituale.
Il secondo argomento, pur essendo molto tecnico, costituisce un elemento di consapevolezza ESSENZIALE per chi intende RIBELLARSI al Sistema. Infatti la sostanziale imposizione ai consumatori della moneta elettronica e del credito bancario costituisce lo strumento con il quale le banche reiterano INDEFINITAMENTE L'USURA nei confronti dei privati cittadini. Infatti oltre ad essere mezzo di controllo, il credito elettronico(bancomat e carte di credito): 1)permette alla banca di "prestare" denaro che non ha fisicamente nei suoi forzieri; 2)permette alla banca di aumentare in modo esponenziale la sua possibilità di prestare soldi a loro volta inesistenti; 3)permette alla banca di incassare denaro reale da noi tutti guadagnato a fronte di un prestito virtuale di soldi virtuali. Il MECCANISMO: quando chiedo un prestito per pagare una fornitura di merce,
mi concedono impulsi elettronici, che per le banche non hanno costo e che noi per CONVENZIONE ACCETTIAMO in pagamento.
Loro non faticano a procurarsi il danaro virtuale che ci prestano, noi dobbiamo sudare sangue per restituirlo,
con le conseguenze in termini di nevrosi, sfadaldamento sociale ed individuale. L'umanità scomposta di cui parla Massimo Fini, ricordando che solo cinquant'anni fa, tutti, dal nobile al proletario, avevano la compostezza e la dignità oggi rimpianta, ebbene questa umanità sgraziata ed infelice è vittima del meccanismo esistenziale basato sul principio dell'usura e che si realizza concretamente attraverso il Signoraggio
e tutto quello che ne consegue nell'articolato mondo dei debiti, delle tasse, dello Stato sotto usura che a sua volta diventa aguzzino dei suoi cittadini. Il Libero Mercato è solo uno degli strumenti che le elite dell'usura utilizzano per il controllo delle coscienze, dei popoli, degli Stati. Ridurre tutto ad una critica del capitalismo e della tecnofinanza, pur condivisibile, limita l'orizzonte della nostra visione rivoluzionaria. Gli idioti di Maria De Filippi, l'alcolismo adolescenziale, le droghe a buon mercato, la vita trasferita dalla realtà ad internet, gli indirizzi biotecnologici, il mito del cosmopolitismo(dove: "mia figlia Carmela ha vinto una borsa di studio a Boston, ha conosciuto uno studente australiano e quando lo sposerà andranno a vivere a Londra, e la loro figlia si chiamerà Chantal"), sono influenze sulla realtà, di tipo culturale e metaculturale. Associate al controllo esistenziale dettato dai ritmi usurai di stampo finanziario, contribuiscono a tenere gli esseri umani nella condizione di totale assenza di libertà.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 19-05-2008 14:59

Volevo ricordare ad Annamaria come l'idea della religione come fatto personale intimo e privato sia stata una delle trovate del nascente pensiero liberale per spodestare l'ancien regime. Questo certo non vuol dire che noi antimoderni per risposta dobbiam diventare integralisti cattolici o pagani a seconda dei gusti, ma riconoscere col senno di poi, che forse Guenon non aveva poi sbagliato a pensare che esista un sostrato comune tra tutte le tradizioni e che noi indipendentemente dalla fede particolare dobbiamo riappropriarci di questi valori anche senza necessariamente credere a tutto il contorno metafisico ed esoterico che secondo i tradizionalisti ruota intorno a questi concetti. Come fa poi notare Cardini si può benissimo credere ad una fede senza necessariamente divenire intolleranti verso le altre.
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