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La matematica non è un'opinione PDF Stampa E-mail

29 maggio 2008

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L’altra sera mi è capitato di seguire parte di una trasmissione televisiva dedicata ad uno dei temi del momento (secondo l’agenda dettata da media e politici), ovvero il ritorno dell’Italia al nucleare annunciato in pompa magna dal nuovo governo.
Erano presenti numerosi ospiti, divisi ovviamente tra chi era a favore e chi contro. Apparentemente era un dibattito a più voci e forse chi ha realizzato il programma ha pensato che lo fosse. In realtà tutti erano d’accordo su una cosa: esiste un fabbisogno energetico crescente e bisogna trovare la soluzione per soddisfarlo.
C’era chi proponeva l’eolico, chi il fotovoltaico, chi il carbone pulito (un ossimoro?), chi appunto il nucleare. Ma nella premessa del discorso tutti erano assolutamente concordi, e senza neppure esplicitarlo: per loro è scontato che la soluzione sia quella di trovare la tecnologia che permetta di sostenere la domanda di energia, ovvero di mantenere l’attuale livello di consumi e produzione, peraltro sempre crescenti su scala mondiale. In altre parole: in qualche modo il Sistema deve essere salvato. Ci si può dividere sul come, ma il modello di sviluppo è di per sé intoccabile e indiscutibile, un vero e proprio dogma di fede.
La cosa divertente è che chi come noi si permettesse anche solo di sussurrare parole come decrescita, delocalizzazione, autoproduzione e autoconsumo verrebbe bollato nella migliore delle ipotesi come un patetico visionario imbevuto di ideologie. Queste persone credono insomma di seguire delle strade logiche e razionali, pur sapendo benissimo che non c’è nucleare, non c’è petrolio, non c’è eolico, non c’è assolutamente nulla che possa permettere all’umanità di sostenere questi ritmi ancora per molto tempo.
E’ matematica, e neppure delle più complicate. Il pianeta è già al collasso a causa dell’inquinamento prodotto e ancora paesi come la Cina e l’India non hanno raggiunto i livelli “occidentali” di produzione e consumo ai quali ambiscono e che paiono inevitabili. Ma per i Matteoli, i Bersani, i Chicco Testa, quelli che usano la ragione, bisogna intanto cominciare a sfruttare tutte le alternative energetiche possibili e “convenienti”. Dopo si vedrà. Nel frattempo si faccia finta che la vera, anzi l’unica, alternativa sia tra nucleare ed eolico o tra il carbone ed il petrolio.
Si continui a cercare la soluzione affinchè 2+2 faccia finalmente 5. La Natura, fortunatamente, non guarda certi dibattiti e presto si prenderà la sua rivincita.

Andrea Marcon 

Commenti
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vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 29-05-2008 22:47

Certo la natura si prenderà la sua rivincita, io spero che il tracollo ci sia al più presto per tre motivi, primo perchè più tardi arriva e più sarà catastrofico, secondo perchè voglio vedere la faccia dei sostenitori del pil, terzo assistere ad una rivoluzione quando si ha 70 anni stando al ragazzo storia di una vecchiaia

non e un buon presagio .
Giacomo (Registered) 29-05-2008 23:04

Io spero pure che le cose vadano in questo modo. Sarebbe pur sempre una forma di giustizia iscritta nell'ordine delle cose (e soprattutto per chi come me è credente e cristiano questo è un fatto importante). Io mi auguro l'implosione di un civiltà che crea tanto dolore e tante vittime, non solo tra gli uomini ma in nome di un avanzamento tecnologico anche ad altri esseri viventi. Ma mi domando: e se le cose continuasero così?
Ovvero: il pianeta potrebbe essere al collasso così come lo conosciamo e lo desideriamo pochi oramai tra gli uomini, un pianetà frutto di un lungo cammino naturale e culturale. Ma non potrebbe essere davanti a noi un nuovo mondo e un nuovo uomo, forse non più degno di essere chiamato tale ma che in ogni caso riesce a sussistere? Un uomo che terminato di consumare gli animali e le piante mangia cibo artificile, che non avendo più petrolio usa energia nucleare morendo a 30 tutti di leucemia (o forse capace di sconfiggere il tumore). Un mondo senza campagne, ma solo di deserti ricchi di uranio impoverito, dove l'uomo (chiamiamolo così) riuscira a sopravvivere? certo non avrà a che fare più col nostro concetto di umanità, ma sarà pur sempre qualcosa che putroppo sfuggirà alla nemesi della storia. Chi ha detto infatti che la gente calando la qualità della vita, il mangiare sano, la salute, si ribellerà? gli uomini pian piano si abitueranno ad essere dei grigi animali senza pretendere altro, dominati dalla tecnica e da un mondo fatto di sola materia inorganica.
Io sinceramente spero in un finale diverso ... anche una catastrofe, che ci riporti più umili e ci rimetta in una strada diversa
daniela (Registered) 30-05-2008 08:17

Sì, Giacomo. Lo scenario che ipotizzi è per me una delle possibilità. A mio modo di vedere, difficilmente succederà una catastrofe che, come un fuoco, ripulirà il mondo, e permetterà ai migliori di ricostruire. Penso ad un lento degrado senza fondo, che intaccherà anche gli animi, a una barbarie che potrà manifestarsi secondo modalità non facilmente immaginabili.
Io ero ottimista una volta, credevo nella forza della volontà, ma, adesso non so più, comunque la strada diversa va trovata sin d'ora.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 30-05-2008 10:12

Lo scenario immaginato da Giacomo e Daniela deve convincerci sempre più che una catastrofe sarebbe il minore dei mali. Il vero nichilismo oggi non è quello dei catastrofisti ma è la mentalità dominante, progressista e sviluppista, che si traduce in questa logica: arraffiamo l'arraffabile in questo nostro presente perché potrebbe non esserci futuro. Bisogna smascherare il nichilismo che sta dietro il pensiero dominante.
Leo (IP:83.103.127.223) 30-05-2008 11:12

La catastrofe è sicuramente il minore dei mali, dopo la distruzione si può sempre ricostruire. Lo scenario descritto da Giacomo dubito che possa realizzarsi, perchè stiamo andando talmente veloci che il treno non può che deragliare. Almeno lo spero per le generazioni future, una realtà del genere è un vero e proprio incubo. Piccola divagazione, ma sempre a tema, qualcuno ha visto il film "Soylent Green" (la versione in italiano mi pare si chiami 2022 i sopravvissuti)?
D'accordissimo con Luciano, ma ovviamente la massa nella sua beata ignoranza non se ne rende conto e se solo accenni a ipotesi di un futuro catastrofico ti riversano addosso tutto il disappunto di chi viene disturbato durante un profondo e appagante sonno. Alla fine l'unica nostra colpa è l'essere più sensibili di altri.
patoerik@libero.it
patoerik (Registered) 30-05-2008 12:34

C'è qualcosa di autolesionistico e di illusorio nel pensare che nel prossimo futuro il progresso scientifico e tecnologico possano in qualche modo sopperire alla distruzione e alla dissipazione del cosiddetto capitale ambientale. Semplicemente è falso. Ce ne accorgeremo. da parte nostra possiamo solamente fare di tutto perché il numero più grande di persone siano effettivamente informate su quello che sta succedendo.
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