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Una commedia concordata? PDF Stampa E-mail

27 Giugno 2023

 Il testo che segue è tratto dall’ultimo numero di Limes, uscito prima del presunto tentativo di colpo di stato di Prigozhin. Viene qui proposto perché molto più illuminante di tutte le chiacchiere degli ultimi giorni. (N.d.d.)

“ Le forze impiegate nell’operazione militare sempre definita speciale sono il fulcro del teatrale scontro tra Evgenij Prigozhin e vertici della Difesa. Quando il capo della compagnia militare Wagner ha ottenuto il nulla osta presidenziale per l’arruolamento dei carcerati, la prospettiva di migliaia di fedine molto sporche sopravvissute al tritacarne ucraino e rispedite in patria ha allarmato ministeri,  servizi, procura. Il canale di mobilitazione carceraria è stato allora trasferito alla Difesa: uno dei tanti motivi del malanimo del signor Prigozhin, le cui esternazioni sono salite di tono di settimana in settimana,  sino a dare l’impressione di essere fuori controllo. Gli attacchi senza veli al ministro della Difesa Sergej Soigu e al capo di Stato maggiore Valerij Gerasimov, in mancanza di rivoluzioni ai vertici sono traducibili in critiche all’apice dello Stato, anche senza le allusioni al nonnetto contento ingannato dai suoi collaboratori. Considerate le denunce per diffamazione delle Forze armate che scattano per un post o una battuta in pubblico, l’impunità di Prigozhin è stupefacente e di difficile lettura. Putin non è intervenuto pubblicamente nella contesa, lasciando fiorire ipotesi sulle motivazioni del silenzio. Si può sostenere che non reagisce perché gli fa comodo una spina nel fianco degli alti gradi dell’esercito e quindi si tratta di una commedia concordata, per quanto sguaiata. Oppure che in fondo considera il capo dei mercenari un sincero patriota, che si sporca le mani al fronte e per questo lo sopporta. E ancora: Prigozhin non è sostituibile in corso d’opera e i conti si faranno quando i cannoni taceranno. Insomma, o Putin non vuole, o non può.

Gode di una certa fortuna la tesi per cui l’assedio di Bakhmut è stato un grande diversivo organizzato per impegnare e decimare le truppe ucraine. E l’inveire del capo Wagner è servito a confondere ulteriormente il nemico. Il pubblico ringraziamento da parte di Putin per la presa della città dopo sette mesi sembra avvalorare questa versione. Un fattore da non tralasciare è che Prigozhin è legato anche alla Internet Research Agency, la cosiddetta fabbrica dei troll che ha portato scompiglio nella campagna elettorale americana del 2016. Lui stesso adora agire da disturbatore sulle piattaforme social e mischia con sapienza mediatica i toni seri e ironici, sempre pronto a invertirne il significato. Una vocazione trasformata in missione dalla guerra”.

Orietta Moscatelli  

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