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Un'intervista scomoda PDF Stampa E-mail

12 Novembre 2023

L’informazione che ci viene propinata dai giornali e dalle TV a diffusione nazionale è pura propaganda, massiccia e sistematica. Questo si verifica quando si è in guerra o quando i poteri non si sentono più sicuri. Una delle modalità della propaganda consiste nel nascondere le notizie sgradite, o ignorandole o facendole scivolare rapidamente in una zona silente e grigia, in modo che non entrino nella consapevolezza del fruitore. È il caso della recente intervista concessa da Draghi al pur autorevolissimo Financial Times. I contenuti di quell’intervista sono esplosivi, quindi devono essere accortamente occultati.

Draghi è stato il capo del peggiore governo in tutta la storia della Repubblica italiana. Insieme al suo ineffabile ministro della Sanità ha gestito la cosiddetta pandemia in modo infame. Resterà come capolavoro di cinismo e di negazione della logica il suo famigerato intervento in cui affermava il falso dicendo che chi si vaccinava si rendeva immune, per proseguire garantendo la morte ai non vaccinati, additati poi alla pubblica esecrazione perché non vaccinandosi avrebbero infettato anche quelli che aveva dichiarato immuni. A un esame di logica sarebbe stato bocciato immediatamente e invitato a scegliersi altri studi, come puericultura o scienze dell’alimentazione. Ha imposto l’obbrobrio del green pass, nel silenzio dei vecchioni della Corte costituzionale e del presidente della Repubblica. Allo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina (ma in realtà fra Russia e NATO) il suo governo è stato fra i più forsennati. Il suo ministro degli esteri ha definito Putin “peggio di un animale”, seguendo Biden per il quale il presidente russo è un macellaio. Epiteti che non furono rivolti nemmeno a Stalin e che pregiudicano ogni possibilità di trattativa con un leader su cui hanno fatto gravare anche la minaccia di condanna presso il Tribunale internazionale per crimini di guerra (e Netanyahu? E Bush il giovane che si è reso responsabile della morte di centinaia di migliaia di civili?). Draghi fu anche corresponsabile di sanzioni alla Russia che hanno danneggiato soprattutto l’Europa. Un disastro.

Ebbene, questo pessimo capo di governo quando può parlare più liberamente dice cose talmente esplosive che viene di fatto censurato. Nella recente intervista ha affermato sostanzialmente tre cose: 1) l’economia europea va verso la recessione; 2) la Russia doveva essere fermata prima, quando si prese la Crimea e quando intervenne in Siria; 3) l’UE è destinata a sciogliersi e tutt’al più a tornare a una sorta di CEE se non si darà una forza armata comune, una politica estera comune e una politica economico-fiscale comune.

In buona sostanza, usando i verbi al passato quando parla del contenimento della Russia, ammette che è troppo tardi, cioè che la Russia sta vincendo la guerra. Non dice che sarebbe il secondo disastro della NATO dopo la fuga dall’Afghanistan ma il succo del ragionamento è questo. Nella sua disamina dell’Europa odierna fa chiaramente intendere che l’UE può sopravvivere solo come Stati Uniti d’Europa, cosa evidentemente impossibile perché nessuno Stato li vuole seriamente. Pertanto il futuro non lontano dell’UE è il suo fallimento, che porterebbe con sé anche la fine dell’euro.

Queste sono le implicazioni dell’intervista di Draghi. Si comprende perché su di essa sia rapidamente calato il silenzio. Intanto continuano a raccontarci favole, ma la concretezza del reale incombe con tutta la sua drammaticità.

Luciano Fuschini

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