Avviso Registrazioni

Scusandoci per l'inconveniente, informiamo i nuovi utenti i quali desiderino commentare gli articoli che la registrazione deve essere fatta tramite Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Login Form






Password dimenticata?
Nessun account? Registrati

Cerca


 
  SiteGround web hostingCredits
Qualche deduzione secondo logica PDF Stampa E-mail

24 Marzo 2024

Image

Per capire e valutare occorre sempre usare la logica. Bisogna partire da dati di fatto per dedurne concatenazioni che siano coerenti ed esplicative. Applichiamo questo principio metodologico alla vicenda del clamoroso attentato nel teatro moscovita.

Partiamo dal dato di fatto che i servizi segreti americani, e di conseguenza ucraini, sapevano con settimane di anticipo che a Mosca ci sarebbe stato un grave attentato. Lo sapevano e avevano avvertito le autorità russe. Questo è un fatto di fondamentale importanza se vogliamo cercare di capire. Su questa base, formuliamo tre ipotesi. 1. Prendiamo per buona la rivendicazione da parte di Isis. Isis ha buoni motivi per odiare la Russia, con cui si è ripetutamente scontrato e da cui ha subìto duri bombardamenti e molte perdite, soprattutto in Siria. Dato che gli americani avevano avuto sentore dell’attentato imminente, possiamo dedurre che hanno entrature nell’organizzazione terroristica islamica. Il sospetto che essa sia infiltrata e strumentalizzata dagli USA è avvalorato da diversi fatti. In Siria Isis ha combattuto a lungo nell’interesse degli USA per abbattere il regime di Assad, alleato di Iran e Russia; in Iraq ha combattuto le fazioni sciite alleate dell’Iran, sempre in coordinazione con gli USA; in Afghanistan Isis ha usato tattiche terroriste contro i talebani, anch’essi islamici ma nemici degli USA. L’infiltrazione americana nelle strutture dell’Isis non significa che Isis sia un burattino incapace di iniziative proprie. Significa però che i servizi americani sanno cosa matura all’interno dell’organizzazione. Allora il senso dell’avvertimento dato al governo russo sarebbe questo: “sappiate che sarete colpiti da un grave attentato ma non saremo stati noi”. Sarebbe comunque un’ipotesi grave perché dimostrerebbe la complicità degli USA in tante occasioni in cui il terrorismo islamico era utile alle strategie americane. 2. Seconda ipotesi. Americani e ucraini sapevano dell’attentato per la semplice ragione che l’hanno concepito e organizzato loro. In questo caso però non si comprende il motivo dell’avvertimento dato a Mosca con settimane di anticipo. Per stornare i sospetti una volta che i fatti si fossero verificati? Altra ipotesi dalle implicazioni molto gravi perché vorrebbe dire che la NATO è disposta a correre i rischi più grandi pur di alzare l’asticella dello scontro. 3. Terza ipotesi. Si è trattato di un auto-attentato. I servizi segreti russi avrebbero concepito la strage per dare al governo il pretesto per un’offensiva ancora più devastante contro l’Ucraina. In passato c’è già stato il forte sospetto di operazioni simili, sia da parte degli USA (molti interpretano in questo modo anche i fatti dell’11 settembre 2001) sia da parte degli stessi russi, per esempio in occasione di una strage di scolari attribuita agli indipendentisti ceceni che autorizzò un Putin neo presidente a lanciare un’offensiva dirompente contro la Cecenia. Resta però la realtà che gli americani erano al corrente di quanto stava per accadere; quindi, la deduzione logica è che essi siano introdotti anche nei gangli più segreti degli apparati moscoviti, come i servizi di sicurezza e le forze armate. Ipotesi molto inquietante per il Cremlino, perché vorrebbe dire che i tempi di Eltsin, quando la Russia era terreno di conquista degli USA, non sono mai interamente passati. Lo fanno pensare anche tanti episodi: gli attentati a personalità del nazionalismo russo, come la figlia di Dugin; le esplosioni che continuano a distruggere centri di ricerca, depositi di carburante e di munizioni ben all’interno della Russia, anche attorno a Mosca; la misteriosa vicenda di Navalny, prima vittima di un avvelenamento non riuscito perché fu affidato a un ospedale tedesco che lo guarì, poi rientrato in Russia (perché?) per essere arrestato, infine morto in circostanze che potevano nuocere solo a Putin stesso. Anche se l’attentato al teatro di Mosca fosse stato compiuto da oppositori interni alla Federazione russa, sarebbero coinvolti servizi segreti tanto inefficienti da trasmettere al mondo l’immagine di un Paese la cui rete di sicurezza è un colabrodo. Anche in questa terza ipotesi non si comprende il motivo del preavvertimento, fra l’altro rischioso per gli USA perché avrebbe proprio fatto sospettare quell’intromissione nei servizi di sicurezza moscoviti che non è loro interesse rivelare.

In definitiva, alla luce della logica la prima ipotesi sembra la più credibile. Ora però ciò che conta è la risposta del governo russo, che potrebbe essere molto dura, o contro Isis in Siria o contro l’Ucraina sotto forma di un’offensiva ancora più massiccia. Ormai si parla apertamente di guerra. Il possibile collasso dell’Ucraina metterebbe la NATO di fronte a un’alternativa drammatica. O rassegnarsi a una seconda e ben più grave sconfitta dopo la fuga dall’Afghanistan o scendere direttamente in guerra con la Russia, il che significherebbe la distruzione dell’Europa per la terza volta in un secolo. Macron con l’azzardo del possibile invio di truppe francesi sul fronte ha voluto segnalare che si avvicina proprio questo dilemma tragico. I vertici sembrano esserne finalmente consapevoli e parlano apertamente di guerra. Anche il governo russo rinuncia alla formuletta falsa e stupida della Operazione Militare Speciale per ammettere che bisogna usare la parola appropriata: guerra. In Europa e in Nord America si parla esplicitamente di ristrutturare le economie ai fini della produzione bellica. I luminari della Bocconi sanno spiegare come conciliare le grandi acciaierie della produzione bellica col piano di green economy? Intanto la grande massa sembra inebetita. Le vicende di Fedez e Ferragni attirano più dei venti di guerra. Forse le moltitudini erano altrettanto allucinate nel 1914 e nel 1939.

Luciano Fuschini   

Commenti
NuovoCerca
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!
 
< Prec.   Pros. >