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11 ottobre 2008
 

Il mondo sta cambiando. O meglio, ora si cominciano a vedere oggi i segni visibili ed inequivocabili di questo cambiamento cominciato tanto tempo fa. Forse un paio di secoli fa. Secoli che sono passati veloci come una schioppettata.
Fa quasi ridere che di questo cambiamento si legga soprattutto sui giornali economici. Ovviamente gli oracoli del «turbomercato» e della crescita «sempre e comunque» non ammetteranno mai il fallimento del loro modello. Ma l'accuratezza delle loro analisi, l'onestà intellettuale di molti, nonché la possibilità di sovrapporre e di assemblare i mille scenari tracciati in queste ultime settimane ci restituiscono un quadro chiaro della situazione.
Nel mondo e specie negli Usa e nel Regno Unito si è assistito ad una serie di nazionalizzazioni senza precedenti. Da sole queste distruggono il mito del capitalismo liberista, che si è rivelato per quello che è: un sistema di relazioni industriali e finanziarie nel quale le elites politiche, economiche, sociali e malavitose sono permeabili ed interscambiabili non solo tra di loro ma anche tra Stato e mercato. La differenziazione da manuale, Stato, mercato, individuo, società, si è rivelata una bufala. Comunismo, capitalismo le due facce dell'industrialismo sono state offuscate per sempre. Ora tocca allo stesso industrialismo, che è ingoiato dalla finanza fuori controllo.
Poi ci sono gli uomini. In seno agli equilibri tra la gente ed i popoli esistono solo individui o gruppi di individui con maggiore o minore potere; maggiori o minori risorse. Fine. Chi sta in cima comanda, spesso malissimo, chi sta in basso subisce. È la storia dell'umanità. Cambiano le strutture o le sovrastrutture attraverso le quali il potere si declina, ma non cambia mai la struttura del potere. Cambiano i musicanti ma mai la musica.
La sfiga, la fortuna, o la novità, di questo inizio di millennio però stanno da un'altra parte. Per la prima volta nella storia dell'umanità abbiamo la possibilità di autodistruggerci tutti quanti, o quasi, grazie ad una bella guerra termonucleare, magari scatenata da qualche stato isterico perché non ha più le risorse per assecondare i consumi folli e idioti cui si era abituato dopo la fine della II Guerra Mondiale. Per la prima volta nella storia del pianeta c'è una specie che è in grado di alterarne profondamente la tenuta a scapito delle altre specie.
Per anni, forse decenni, le persone che hanno tentano di capire le storture della modernità hanno cercato di identificare alcuni responsabili degli scompensi della nostra storia nonché degli scompensi di questi ultimi velocissimi anni. Le religioni, i militari, i capitalisti, i comunisti, i banchieri. Talvolta la ricerca dei colpevoli ci ha portato verso alcune etnie o popoli: gli ebrei, gli slavi, gli albanesi, gli americani, i russi e tanti altri (pure gli alieni). Difficilmente si è giunti a una conclusione univoca, forse perché non c'è. Spesso le conclusioni sono state deliranti.
C'è però un fatto. Fino a qualche anno fa la lobby dei grandi banchieri internazionali, ovvero quella dei signori del signoraggio, veniva identificata come la guglia di quella cupola che attanaglia mezzo mondo dai tempi della rivoluzione industriale. Ammesso che ciò sia vero questa circostanza non è più storica. I padroni del vapore hanno creato un moloch inumano che vive una vita propria. È una somma di algoritmi e programmi per computer che alligna negli elaboratori di borsa. Un moloch che sta massacrando l'economia virtuale e quella reale grazie all'effetto cumulativo di scommesse e controscommesse sugli indici finanziari effettuate ad una velocità folle nel ciberspazio delle piazze finanziarie globalizzate. Ormai nemmeno i banchieri sanno esattamente dove andrà a sbattere questo treno costruito senza cabina di comando. Rispetto a quanto descritto non so se ci siano delle soluzioni da prospettare. Io oggi non sono in grado di dire alcunché. So però che Massimo Fini e Michael Hudson di questa sorta di moloch parlano da almeno vent'anni: un giornalista italiano e un economista americano con il pallino della storia. Chissà se i due si conoscono.

Marco Milioni
Commenti
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gangalantialberto@virgilio.it
Hiramabif (Registered) 12-10-2008 18:51

Caro Marco.
Mai pittore ha mai rappresentato un quadro più autentico del tuo.Purtroppo le conclusioni non sono all'altezza del
resto dell'opera che rimane orfana del
suo fondamenteo di base:.
Pur non avendo conseguito una laurea
universtaria,mi sento titolato "Honoris Causa" per avanzare una mia timida
opinione.certo che qualcuno vorrà ascoltarla.
Il perche di questo stato di cose risiede nella nostra natura di predatori,che tutt'ora alberga in una nutrita specie di persone.E sono sempre le più violente ad avere la meglio sugli altri.
La Mafia siamo noi!
alberto gangalanti
marco.milioni@poste.it
marco.milioni (Registered) 14-10-2008 12:46

Caro Roberto,
grazie per i complimenti ma non credo di meritarli. Mi sono solo limitato a fare una dagnosi. Quanto alla cura non sono in grado di esprimermi. Anche io credo che nell'uomo sia insita una natura predatoria, il problema che non c'è solo quella. Una prospettiva potrebbe essere quella di non rinunciare mai ai propri egoismi, ma di metterli tutti sul tavolo alla luce del sole, evitando le guerre sotto banco. Ci sarebbe chi avrebbe di più, chi meno, ma sarebbe una competizione leale, non una guerra; una competizione nella quale le differenze si contrappongono in un equilibrio sostenibile. Ci vogliono gli egoismi virtuosi. Detto brutalmente, tu ricco puoi avere tre mucche e tre pecore, io povero una mucca, una pecora e un porco. Ma tutti e due abbiamo da vivere e la sera ci parliamo attorno allo stesso fuoco...
Hiramabif (Registered) 16-10-2008 19:31

Caro Marco,
ti ringrazio per la cortese attenzione,cosa ormai rarissima nei blogs.Devi certamente essere dotato di molta fantasia per arrivare ad immaginare il lupo e l'agnello seduti,al
termine della ennesima giornata passata
al "se ti prendo ti mangio".Questa scena mi richiama alla mente un famoso
cartone animato.Ma non è così la storia.
La prepotenza non contempla opzioni del tipo da te auspicato."Loro" parlano un'altra lingua,siamo due razze distinte
e da sempre.
Quindi rimane solo da scegliere tra
"essere o "avere.Il resto è solo autocommiserazione.
Ciao
Alberto Gangalanti
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