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Trentatrč trentini... PDF Stampa E-mail
11 novembre 2008
 

 
Le elezioni provinciali in Trentino vanno considerate per quello che sono, consultazioni amministrative numericamente poco rilevanti, ma il risultato rappresenta lo stesso un interessante elemento politico. Ha vinto il centro-centrosinistra e questo non può considerarsi in assoluto una sorpresa, perché il centrosinistra aveva la giunta uscente e perché in terra storicamente diccì l’alleanza con l’Udc di Casini aveva sicuramente un peso elevato. Le dimensioni della sconfitta del Pdl sono state però eclatanti, soprattutto dopo che a lungo i sondaggi avevano previsto un testa a testa tra il presidente uscente Dellai (nella foto, ndr) e il leghista Divina, appoggiato da tutto il centrodestra più La Destra di Storace e Fiamma Tricolore. Alla fine la partita per la presidenza si è chiusa con ben venti punti percentuali di scarto (56 a 36), ma ancora più clamoroso è il risultato per le singole liste di partito. Il Pd, ma solo sommando ad esso la lista civica per Dellai, diventa primo partito della provincia con il 40% di voti, 8% in più rispetto alle politiche di meno di un anno fa; il Pdl, invece, viene più che dimezzato e dal 27,4% delle politiche precipita ad appena sopra la soglia del 12%, potendo al massimo sommare un ulteriore 4% della lista civica per Divina. La Lega resta stabile intorno al 14%, Di Pietro resta fermo sotto il 3% superato anche dai redivivi Verdi. Disastroso il risultato per le “ali” degli schieramenti: La Destra e Fiamma Tricolore rimangono incatenate intorno allo 0,6%, dall’altra parte “La sinistra”, con dentro Rifondazione, non conquista più dell’1,2% e i Comunisti Italiani fanno ancora peggio con un miserrimo 0,5%. L'Udc non ha potuto essere presente con la propria lista poiché escluso dal Consiglio di Stato per vizio formale nell'ambito della presentazione delle liste, ma ha appoggiato il centrosinistra; in questo modo, però, non è stato possibile pesare né la reale consistenza del Pd né l’apporto dell’Udc.
Naturalmente Veltroni ha subito annunciato che “il vento sta cambiando”, ma è difficile misurare la forza di questo vento: uragano o brezza? Soprattutto: è finita l’inerzia a favore di Berlusconi oppure si è trattato solo di un incidente di percorso, magari sotto la spinta delle contestazioni studentesche e della crisi finanziaria generale? Qualcuno ha addirittura individuato la causa di tutto questo all’elezione americana di Obama, ma ci sembra veramente fantapolitica. Molto più semplicemente gli italiani tutti, non solo i trentini che hanno votato, sono stanchi, ma non riescono a trovare vere alternative tra le liste sulle schede elettorali e questo spiega lo stagnamento centrista e i flussi tra formazioni l’una clone dell’altra. Certamente è stata ancora sconfitta in modo evidente la sinistra cosiddetta radicale, proprio per i suoi atteggiamenti collaborazionisti e la sterilità della sua proposta, sia quando si presenta “unitaria” sia, come questa volta, quando è in ordine sparso.
La verità è che in Italia manca un partito “italiano”, che non sia al servizio degli atlantici e dei poteri forti internazionali e, soprattutto, che faccia gli interessi dei cittadini italiani. Fin quando non ci sarà sulla scheda un simbolo con queste caratteristiche continueremo a vedere i soliti minuetti. Proprio per questo gli eterni falsi litiganti su una questione sono sempre più che d’accordo: una legge elettorale che tenga fuori dal Palazzo una forza socialista e nazionale. Questa è la democrazia, garante solo delle opposizioni che non si oppongono.

Paolo Emiliani

da www.rinascita.info
Commenti
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belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 12-11-2008 17:08

Come mi piacerebbe che questo nuovo partito italiano un giorno possa essere Movimento Zero o qualche esperienza politica scaturita da esso...
h2otonic (Registered) 12-11-2008 18:44

Fino ad allora delle elezioni non me ne puo' fregare di meno, a parte gli astenuti che spero siano stati numerosi anche in Trentino.
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