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Claude Lévi-Strauss, 1908-2008 PDF Stampa E-mail

28 novembre 2008

  

«La nostra scienza è giunta alla maturità il giorno in cui l'uomo occidentale ha cominciato a rendersi conto che non avrebbe mai capito se stesso, finchè sulla faccia della terra, una sola razza, o un solo popolo, fosse stato da lui trattato come oggetto. Solo allora l'antropologia ha potuto affermarsi per quello che è: un'impresa, che rinnova ed espia il Rinascimento, per estendere l'umanesimo a guisa dell'umanità. Permetterete dunque, (...) che le mie ultime parole siano per quei selvaggi, la cui oscura tenacia ci offre ancora modo di assegnare ai fatti umani le loro vere dimensioni: (...) quegli Indiani dei tropici, e i loro simili sparsi per il mondo, che mi hanno insegnato il loro povero sapere in cui consiste, tuttavia, l'essenziale delle conoscenze che voi mi avete incaricato di trasmettere ad altri; (...) e verso i quali ho contratto un debito di cui non mi sentirei liberato nemmeno se, al posto in cui mi avete messo, potessi giustificare la tenerezza che mi ispirano, e la riconoscenza che ho per loro, continuando a mostrarmi quale fui fra loro, e quale, fra voi, vorrei non cessare di essere: loro allievo, e loro testimone».

Claude Lévi-Strauss

da Elogio dell'antropologia, Einaudi 2008
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